09 Apr, 2025 - 19:02

I dazi di Trump fanno tremare il mondo: chi ha il potere di fermarlo?

I dazi di Trump fanno tremare il mondo: chi ha il potere di fermarlo?

Le politiche commerciali di Trump hanno scosso il panorama economico globale. Con l’imposizione dei dazi universali e le tariffe punitive su paesi considerati "sfruttatori", il presidente americano ha dato il via a una guerra commerciale che minaccia di ridisegnare gli equilibri mondiali. Ma nonostante l'apparente potere del presidente, l'azione legislativa del Congresso potrebbe essere l'unica forza in grado di contrastare queste misure. L'attuale sfida al presidente, tra tensioni con la Cina e alleanze internazionali in bilico, solleva la domanda: chi, alla fine, avrà l'ultima parola sulla politica commerciale degli Stati Uniti?

Trump, i nuovi dazi e l’idea di potere economico globale

Il 2 aprile il presidente americano, Donald Trump, ha annunciato i dazi universali del 10 per cento per tutti i paesi. Questi sono entrati in vigore tre giorni dopo. Il 9 aprile, invece, sono entrati in vigore i dazi reciproci imposti ai paesi che l’amministrazione Trump considera come quelli che “sfruttano” l’economia statunitense.

Ormai è chiaro che Donald Trump, con il suo secondo mandato, punta a una politica economica più severa, in linea con le sue posizioni protezionistiche. Mettendo l'America in primo piano, vuole rivitalizzare la manifattura americana e riportare i posti di lavoro negli Stati Uniti. Ciò significherebbe la fine della globalizzazione e aprirebbe a nuovi scenari. Varie mosse di Trump indicano che il presidente ha un piano volto a ridurre il debito nazionale e, allo stesso tempo, a "riequilibrare il sistema economico globale."

Le politiche messe in campo per realizzare questo, però, rifletterebbero anche la sua visione del mondo. Il presidente, evidentemente, considera i dazi come un gioco di status, e le sue parole in effetti lo supportano. All’indomani dell’annuncio di questa nuova serie di dazi, affermava infatti che “danno un grande potere di negoziazione”. In effetti, Trump non ha chiuso le porte a eventuali negoziati. 

L'amministrazione statunitense ha affermato che circa 70 leader hanno già contattato Washington. La competizione per il predominio nel mondo trumpiano sembra essere solo a senso unico. Il tycoon insiste nell'affermare che sa quello che sta facendo e si vanta che i leader mondiali che provano a negoziare i dazi, “gli stanno baciando il culo.”

La politica commerciale di Trump: leader in attesa e escalation con Pechino

Un articolo di Politico rivela che molti leader sono ancora in attesa di poter parlare con il presidente americano. Il quotidiano, che cita un funzionario del paese, riferisce che le Filippine attendono ancora risposta alla richiesta di incontro. "Il Regno Unito ha proposto alla Casa Bianca un quadro per un accordo commerciale, ma non è riuscito a evitare gli aumenti tariffari", riferisce Politico.

La questione è più complicata quando si tratta di Pechino, che ha già annunciato i dazi di ritorsione e ha dichiarato che non ha intenzione di arrendersi. Le parti continuano ad aumentare le dosi delle misure commerciali, mentre il resto del mondo processa le loro azioni. La situazione già desta timori e, sicuramente, questa escalation ne aggiunge altri. Non c’è, però, un meccanismo che potrebbe fermare le politiche commerciali di Trump?

L’equilibrio dei poteri e i dazi di Trump

La Costituzione americana prevede un equilibrio di poteri ben bilanciato. Infatti, i padri fondatori americani hanno affidato la politica commerciale al Congresso per valutare costi e benefici.

Trump ha annunciato le tariffe, definendo lo squilibrio commerciale un'emergenza nazionale e citando una vecchia legge sulle emergenze del 1977, l'International Emergency Economic Powers Act (IEEPA). Contemporaneamente, ha anche messo in atto il Trade Act del 1974, che conferisce ai presidenti il potere di negoziare accordi commerciali senza il Congresso e di applicare i dazi per un periodo di tempo limitato.

Questa azione però potrebbe essere ribaltata grazie a un'azione legislativa. Diversi senatori repubblicani hanno già firmato un disegno di legge bipartisan che prevede l’approvazione di qualsiasi tariffa proposta da parte del Congresso entro 60 giorni. Inoltre, prevede di richiedere al Dipartimento della Difesa di certificare una reale minaccia alla sicurezza nazionale. Ciò significherebbe più supervisione sull'operato del presidente.

Trump ha affermato che se la legge dovesse passare, porrebbe il veto. Tuttavia, il veto potrebbe essere superato con un voto dei due terzi sia alla Camera che al Senato.

Questa opzione sembra che, per ora, debba attendere. Sebbene alcuni repubblicani contrari ai dazi di Trump abbiano firmato il disegno di legge, il partito controlla entrambe le camere. Quindi, bisognerà aspettare per trovare il giusto sostegno e raggiungere i 67 voti necessari per poter annullare il veto del presidente.

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Nazlican Cebeci
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