Toccato il fondo, forse la politica è pronta a scavare. L'influencer napoletana Rita De Crescenzo ha annunciato in tv che è sua intenzione scendere in campo, è sua intenzione candidarsi.
Alle comunali, alle regionali, alle politiche? Questo ancora non lo sa, perché "non ne capisco", ipse dixit.
E men che mai Rita De Crescenzo sa con quale partito vuole scendere in campo: con il Movimento Cinque Stelle, con il quale, in occasione della manifestazione di sabato scorso, ha avuto un primo approccio? Oppure con un partito che è pronta a creare lei stessa? Oppure semplicemente con quello che le garantirà una poltrona sicura in cambio del suo pacchetto di voti?
Rita De Crescenzo, la tiktoker napoletana ex ormeggiatrice di Mergellina con un arresto e un processo per droga sulle spalle, sul versante politico, sa solo due cose. La prima: pende dalle labbra di Maria Rosaria Boccia, l'imprenditrice che ha portato alle dimissioni il ministro Gennaro Sangiuliano. La seconda: rivuole il Reddito di Cittadinanza.
E comunque: la sua discesa in campo, se l'aveva già annunciata nei giorni scorsi in occasione della sua partecipazione alla manifestazione del Movimento Cinque Stelle, l'ha confermata ieri sera su Rete 4, nel corso di "Diritto e rovescio", la trasmissione di Paolo Del Debbio.
E quindi, se non stiamo alla frutta, stiamo a Rita De Crescenzo che si è messa in testa di tramutare i due milioni di follower in altrettanti voti, di candidarsi e di essere eletta perché "se là ci stanno loro, posso starci pure io". Questa è la logica, questa è la regola riveduta e corretta dell'uno vale uno, non a caso alla base del modello di società grillino.
E comunque: Rita De Crescenzo promette che se scende in campo, lei che non ha mai votato, almeno un problema lo risolve automaticamente. Riporta al voto migliaia di persone che, come lei, da anni disertano le urne. Così immediatamente fa migliorare la qualità della nostra democrazia. E, di conseguenza, tutti quelli che si strappano le vesti quando notano che metà degli aventi diritto nei giorni delle elezioni rimane a casa, potranno tranquillizzarsi. Quando ci sarà da sostenere la candidata De Crescenzo, il trend dell'astensionismo si invertirà. E noi tutti staremo un po' meglio. Il "popolo" sarà di nuovo tornato alle urne. Anzi, "il popolino", per citare letteralmente De Crescenzo.
Ma Rita De Crescenzo (o, a questo punto, "De-Crescendo") cosa ha confidato a Paolo Del Debbio? Lei che è "una napoletana, napoletana, napoletana", di quella "dei vicoli stretti", ha specificato, dei vicoli dove "non entra il mare", per citare una vecchia canzone degli Almamegretta, ha detto che si candida al ritmo del Reddito di Cittadinanza "perché c'è tanta fame e ci sono tante cose da aggiustare nelle città, magari negli ospedali".
Ora: poco importa se non trovate alcun nesso logico tra Reddito di Cittadinanza e fondi per la sanità. Ma il Rita De Crescenzo show non conosce regole. Né confini, come dimostrano le immagini su YouTube di Cronaca politica
E comunque: ieri, i talk italiani hanno dimostrato ancora una volta come la democrazia possa cannibalizzare se stessa con un uso poco responsabile dei media.
Su Rete 4, Rita De Crescenzo. E poco importa che Del Debbio abbia assunto l'aria di chi stesse lì ad ascoltarla quantomeno perplesso tra una battutina e l'altra ("Ah, la sua maestra è la Boccia? Allora ci sarebbe bisogno anche di una maestra di sostegno...").
Su La7, ospite di Piazza Pulita di Corrado Formigli, Alessandro Orsini: l'esperto di geopolitica diventato personaggio grazie a Bianca Berlinguer e Marco Travaglio. Questo, stando anche ad ascoltare una vera esperta del campo, Nathalie Tocci
Ma tant'è: i talk degli apprendisti stregoni invitano le De Crescenzo e gli Orsini perché hanno un seguito; il loro seguito si ingrossa perché vanno anche in tv. Un cane che si morde la coda. Ma che spesso pone come modelli persone improvvisate o semplicemente ciniche, disposte a tutto per il proprio interesse.
Zero meritocrazia, zero ragionamenti, zero idee, todo spettacolo. Magari basato su qualche fake news.
E nemmeno funziona più l'obiezione secondo la quale in democrazia e in tv bisogna far parlare tutti. Perché, soprattutto davanti alle telecamere, se non si vogliono avvelenare i pozzi, si dovrebbe aprire bocca dopo essersi preparati e dopo aver maturato un pensiero, non per dire "mi devo acculturare", come emblematicamente ripete in questi giorni Rita De Crescenzo.
Un vecchio segretario della Democrazia Cristiana "tipico della Magna Grecia", come lo definì Gianni Agnelli, quando voleva prendere le distanze da qualcuno, soleva ridimensionarlo così:
Era la peggior cosa che gli potesse uscire dalla bocca.
Ma ora, invece, puoi avere anche pensiero zero, purché qualche migliaio di follower pronti a trasformarsi in telespettatori o la battuta (si fa per dire) pronta, qualsiasi cosa tu dica.
I talk italiani ogni giorno vanno a caccia non della competenza, non di chi è in grado di arricchire il dibattito pubblico con notizie verificate, spunti nuovi, testimonianze autentiche. Ma di chi una volta rientrava nella categoria dei fenomeni da baraccone. E con loro picconano, in maniera più o meno consapevole, la nostra democrazia, inquinano il sistema politico basato sull'opinione pubblica.
In una recente intervista, emblematicamente, Fabio Fazio ha svelato che qualche dirigente Rai, ai tempi del Covid, si lamentava con lui perché non invitava mai "la controparte". E lui, giustamente, ribatteva:
Ecco: nei talkshow politici italiani il virus della democrazia ha sempre un posto in prima fila.