Il Sabato Santo è una delle giornate più cariche di attesa e di silenzio dell’anno liturgico cristiano. In questo giorno, la Chiesa si raccoglie in preghiera, vegliando accanto al sepolcro di Cristo e attendendo la sua risurrezione. Ma qual è la celebrazione che caratterizza questa notte così speciale? E perché, proprio in questa occasione, il suono delle campane rompe il silenzio che aveva avvolto le chiese nei giorni precedenti? Scopriamo insieme come si chiama la messa del Sabato Santo, come si svolge e qual è il profondo significato del suono delle campane nella notte di Pasqua.
La celebrazione che si tiene nella notte tra il Sabato Santo e la domenica di Pasqua si chiama Veglia Pasquale. Si tratta della più solenne e ricca di simboli tra tutte le liturgie cristiane, ed è considerata la “madre di tutte le veglie”, poiché celebra il cuore della fede cristiana: la risurrezione di Gesù Cristo.
La Veglia Pasquale si svolge dopo il tramonto del Sabato Santo e deve concludersi prima dell’alba della domenica di Pasqua, a sottolineare la dimensione di passaggio dalle tenebre alla luce, dalla morte alla vita.
Per comprendere il significato del suono delle campane durante la Veglia Pasquale, è importante ricordare che, nella tradizione cattolica, le campane tacciono a partire dalla Messa in Coena Domini del Giovedì Santo. Dopo il canto del “Gloria”, i batacchi delle campane vengono legati (o, in passato, fisicamente bloccati) per evitare che suonino, nemmeno accidentalmente. Questo silenzio prosegue per tutto il Venerdì Santo e il Sabato Santo, giorni in cui la Chiesa fa memoria della passione, morte e sepoltura di Gesù.
Il silenzio delle campane è un segno di lutto e raccoglimento: la comunità cristiana si unisce al dolore della morte di Cristo, sospendendo ogni segno di festa o di gioia. In molte parrocchie, durante questo periodo, il richiamo ai riti si faceva con strumenti alternativi, come le “bàtole” o le “raganelle”, che producevano suoni secchi e cupi, in contrasto con il suono festoso delle campane.
Il momento in cui le campane tornano a suonare è carico di significato. Durante la Veglia Pasquale, dopo la proclamazione delle letture dell’Antico Testamento, si canta solennemente il “Gloria” e, proprio in questo istante, tutte le campane del campanile vengono suonate “a distesa”, ovvero con un suono pieno e festoso. Questo gesto segna la fine del silenzio e annuncia con gioia la risurrezione di Cristo.
Il suono delle campane nella notte di Pasqua ha un valore simbolico profondo:
Non a caso, la Pasqua è considerata la “festa delle campane” per eccellenza: il loro suono accompagna non solo la Veglia Pasquale, ma anche la domenica di Pasqua e il Lunedì dell’Angelo, giorni in cui tutte le campane del concerto vengono suonate a festa.
In alcune regioni italiane, il suono delle campane nella notte di Pasqua è particolarmente sentito e viene accompagnato da altri strumenti rumorosi, come campanelli, conchiglie o perfino pentole, per sottolineare la rottura con il silenzio e la gioia della risurrezione. In passato, il momento del “Gloria” era vissuto come un vero e proprio risveglio della comunità: bambini e adulti si radunavano per ascoltare il suono delle campane, che spesso si prolungava per diversi minuti.