Adriano Alia è oggi uno dei fotografi più richiesti nella scena della moda e dello spettacolo italiano, ma la sua storia personale è un esempio di riscatto e rinascita dopo un passato segnato da errori e difficoltà. Il suo percorso, che lo ha portato dal carcere di Bollate ai riflettori delle passerelle e agli shooting con celebrità come Bianca Balti, è una testimonianza di come sia possibile ricostruirsi una vita e una carriera partendo da zero.
Adriano Alia, nome d’arte scelto in omaggio al piccolo paese siciliano della madre, è nato a Milano nel 1994. È cresciuto nel quartiere Città Studi, in una famiglia borghese: il padre è giornalista e la madre stilista. Nonostante un contesto familiare solido e stimolante, Adriano si è definito la “pecora nera” della famiglia, attratto fin da giovane dalla vita notturna, dal writing e, purtroppo, dai soldi facili legati allo spaccio di droga.
Sulla vita privata di Adriano Alia, in particolare su moglie e figli, non risultano informazioni pubbliche nei principali profili e interviste recenti. Al momento, il fotografo sembra concentrato sulla sua carriera e sulla sua rinascita personale, mantenendo il massimo riserbo sulla sfera sentimentale e familiare.
La svolta negativa nella vita di Adriano arriva il 3 luglio 2019, quando viene arrestato per spaccio di marijuana: nel negozio che gestiva con il fratello vengono trovati cinque chili di droga. La condanna è pesante: quattro anni e dieci mesi, scontati interamente tra i penitenziari di San Vittore, Opera e infine Bollate. Proprio in carcere, durante un periodo segnato anche dalla pandemia e dall’isolamento, Alia inizia a riflettere profondamente sui suoi errori e sul senso della sua vita.
È a Bollate che avviene la svolta: grazie a un progetto promosso dal Padiglione d’Arte Contemporanea di Milano, dalla onlus Ri-scatti, dal Comune di Milano e da altri partner, partecipa a un corso di fotografia per detenuti. Qui prende in mano la sua prima macchina fotografica digitale e scopre una passione autentica e profonda per l’arte dello scatto.
Il percorso fotografico di Adriano Alia inizia tra le mura del carcere, dove impara a catturare la realtà e le emozioni dei compagni di detenzione. Le sue prime immagini raccontano la quotidianità della prigione, i volti e i momenti di umanità in un contesto difficile. La sua capacità di ritrarre anche chi non vuole farsi fotografare, sempre con rispetto e sensibilità, emerge già durante il corso. Il suo talento viene notato e alcune sue foto diventano il manifesto di una mostra milanese dedicata al progetto.
Dopo la scarcerazione, il 18 agosto 2023, Alia si trova di fronte a una nuova sfida: ricominciare da capo. Grazie al sostegno della famiglia e degli amici, acquista la sua prima macchina fotografica analogica – scelta per la lentezza e la riflessione che impone rispetto alla fotografia digitale – e si lancia nel mondo della fotografia professionale.
Il vero salto di qualità arriva quando inizia a frequentare il negozio di tatuaggi di amici a Milano, dove incontra artisti, musicisti e addetti ai lavori dello spettacolo. Le sue foto iniziano a circolare tra i protagonisti della scena musicale urban, come Anna Pepe, Tony Effe e i Club Dogo. Il suo stile, autentico e diretto, incuriosisce e conquista: bastano pochi mesi perché il suo profilo Instagram diventi il suo portfolio e il telefono inizi a squillare per richieste di shooting.
L’incontro decisivo avviene a Sanremo, dove fotografa casualmente Bianca Balti. La top model, colpita dal suo sguardo e dalla sua storia, lo contatta per alcuni servizi durante la Milano Fashion Week e poi a Parigi per le sfilate di Valentino. Le sue foto, rilanciate sui social dalla stessa Balti, diventano virali e lo consacrano tra i fotografi emergenti più richiesti del fashion system italiano.
Oggi Adriano Alia è la dimostrazione vivente che una seconda possibilità è possibile. La sua storia è fatta di errori, cadute e sofferenza, ma anche di coraggio, talento e determinazione. Dal carcere di Bollate alle copertine delle riviste di moda, il suo percorso umano e professionale rappresenta un messaggio di speranza per chiunque abbia vissuto momenti difficili e desideri riscattarsi attraverso la passione e il lavoro.
Alia continua a lavorare tra fotografia analogica e digitale, mantenendo uno stile personale e una sensibilità maturata nelle esperienze più dure della sua vita. Il suo sguardo, oggi, è quello di chi ha conosciuto il buio ma ha scelto la luce della creatività e della rinascita.