Quando un nuovo Papa viene eletto, una delle prime decisioni che prende è scegliere un nuovo nome. Non si tratta di un semplice vezzo, ma di una tradizione radicata nei secoli, carica di significati spirituali e simbolici.
Il nome scelto può richiamare un predecessore ammirato, un santo ispiratore o un ideale che il nuovo pontefice vuole incarnare durante il suo pontificato.
È un gesto che racconta molto delle intenzioni e della visione con cui guiderà la Chiesa. Ma da dove nasce questa usanza? Scopriamo i dettagli di questa tradizione.
Subito dopo l'elezione di un nuovo Papa nella Cappella Sistina, una volta contate le schede e raggiunta la maggioranza richiesta, al cardinale prescelto viene posta una domanda carica di significato storico e simbolico: "Accetti la tua elezione canonica a Sommo Pontefice?". Se la risposta è affermativa, segue immediatamente l'altra domanda cruciale: "Quo nomine vis vocari?" – "Con quale nome vuoi essere chiamato?".
È un momento fondamentale che segna l'inizio ufficiale di un pontificato, ma questa tradizione, per quanto radicata oggi, ha avuto una storia lunga e non sempre lineare.
Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, per gran parte della storia della Chiesa, i Papi non cambiavano nome.
Fino al VI secolo circa, era prassi comune che il nuovo Vescovo di Roma mantenesse semplicemente il proprio nome di battesimo. La tradizione di scegliere un nuovo nome iniziò in modo informale e sporadico, forse a partire da Papa Giovanni II nel 533 (il cui nome di battesimo era Mercurio, un nome pagano poco consono), ma rimase una pratica incostante per molti secoli.
Ci furono Papi che cambiarono nome e altri che non lo fecero. Fu solo a partire dal XVI secolo, e più precisamente con Papa Marcello II (che mantenne il suo nome, Marcello Cervini) e il suo successore Paolo IV (Gian Pietro Carafa) nel 1555, che la consuetudine di adottare un nuovo nome papale divenne più stabile e quasi universale.
No, non lo è. Ancora oggi non esistono norme canoniche ufficiali o regole scritte che obblighino il nuovo Papa a scegliere un nome diverso dal proprio.
È una decisione interamente personale, una libertà del neo Papa. Il nuovo pontefice potrebbe, in teoria, decidere di mantenere il proprio nome di battesimo, anche se questa eventualità appare ormai altamente improbabile vista la tradizione che si è consolidata nei secoli.
La scelta del nome, quindi, è un atto profondamente personale. Si tratta di un nome che il Papa sceglie per sé, non qualcosa che gli viene imposto.
Negli ultimi secoli, e in particolare nel XX e XXI secolo, questa scelta è stata spesso guidata dal desiderio di onorare un predecessore, e questo aiuta i fedeli a capire quale sarà il programma del papato.
Un esempio lampante è Papa Giovanni Paolo I (Albino Luciani), che scelse un nome doppio inedito per rendere omaggio ai suoi due immediati predecessori, Paolo VI e Giovanni XXIII, figure chiave del Concilio Vaticano II.
A sua volta, Papa Giovanni Paolo II (Karol Wojtyła), eletto dopo il brevissimo pontificato di Luciani, scelse lo stesso nome per onorare il suo predecessore e proseguirne idealmente il cammino.
Anche Papa Benedetto XVI (Joseph Ratzinger) spiegò chiaramente le ragioni della sua scelta. Il nome rendeva omaggio sia a Papa Benedetto XV, definito "coraggioso profeta di pace" durante la Prima Guerra Mondiale, sia a San Benedetto da Norcia.
Come disse Ratzinger stesso, il nome simboleggiava il desiderio di porre il suo ministero al servizio della pace e della riconciliazione, e invitare tutti a mantenere salda la centralità di Cristo.
Il nome che sceglie il nuovo Papa, quindi, diventa una sorta di manifesto del pontificato che si sta inaugurando.
Una rottura con questa tendenza recente è avvenuta con l'elezione di Papa Francesco (Jorge Mario Bergoglio). Per la prima volta da oltre mille anni (dal X secolo con Papa Landone), un Papa ha scelto un nome completamente nuovo, mai usato prima da nessun altro Pontefice.
Francesco ha raccontato che l'ispirazione gli venne subito dopo l'elezione, quando il cardinale brasiliano Cláudio Hummes lo abbracciò dicendogli: "Non dimenticare i poveri".
Questo richiamo ai poveri lo fece pensare immediatamente a San Francesco d'Assisi, "l'uomo della povertà, l'uomo della pace, l'uomo che ama e custodisce il creato". La scelta del nome Francesco divenne così l'emblema del suo desiderio di dedicare "una Chiesa povera e per i poveri".
Esiste poi un nome che, per una sorta di tacita convenzione e profondo rispetto, non viene mai scelto: Pietro. Questo avviene per riverenza verso San Pietro, l'apostolo scelto da Gesù come fondamento della Chiesa e considerato il primo Papa.
Sebbene non vi sia una regola scritta che lo vieti, nessun Papa ha mai osato assumere il nome del Principe degli Apostoli. Esistono anche antiche leggende, come la "profezia di Malachia", che associano un futuro "Pietro II" alla fine dei tempi, ma la ragione principale resta il rispetto per la figura fondante di Pietro.