Scopri qual è stato il conclave più lungo della storia e perché la Chiesa si ritrovò in una situazione delicata.
La situazione si protrasse talmente a lungo che le autorità locali arrivarono a chiudere i cardinali a chiave, riducendo loro viveri e privilegi, pur di sbloccare lo stallo.
Fu proprio da questo evento che nacque la parola “conclave”, dal latino cum clave (chiusi a chiave). Una pagina affascinante e poco conosciuta della storia della Chiesa.
Immaginate un'elezione papale che dura non giorni, non settimane, ma quasi tre anni. Sembra incredibile oggi, abituati a fumate bianche che arrivano in tempi relativamente brevi, eppure accadde davvero.
Il conclave più lungo della storia ci porta a Viterbo, tra il 1268 e il 1271. Fu quella l'elezione pontificia più lunga mai registrata – ben 1.006 giorni – un evento caotico che diede origine, quasi per disperazione, alla pratica del "conclave" come la conosciamo.
Tutto iniziò con la morte di Papa Clemente IV nel novembre del 1268. Come da prassi, i cardinali elettori dovevano riunirsi per scegliere il suo successore.
Ma la forte instabilità politica che regnava a Roma e le forti pressioni esterne sul collegio cardinalizio consigliarono di spostare la sede dell'elezione fuori dall'Urbe.
La scelta cadde su Viterbo, una città a circa 80 km a nord di Roma, considerata più sicura e relativamente facile da raggiungere. Nessuno avrebbe potuto immaginare che quella idea si sarebbe trasformata in una prigionia estenuante.
I diciassette cardinali che si riunirono nel Palazzo dei Papi di Viterbo non riuscivano proprio ad accordarsi.
C'era una fazione filo-francese (Guelfa), sostenitrice degli Angioini, composta da 7 o 8 cardinali, e una fazione filo-tedesca (Ghibellina), che contava circa 10 membri (due dei quali morirono durante la lunga sede vacante).
Ma le divisioni non si fermavano qui: legami familiari, rivalità personali e altre alleanze, rendevano il gruppo profondamente grammentato.
Raggiungere la maggioranza qualificata dei due terzi necessaria sembrava un'impresa impossibile. I mesi passavano e il trono di Pietro restava ancora vuoto.
Mentre i cardinali dibattevano all'infinito all'interno del palazzo, l'impazienza della città di Viterbo cresceva a dismisura.
Fu allora che le autorità cittadine presero una decisione drastica per proteggere i cardinali dalla rabbia dei cittadini. Il 1° giugno 1270, ordinarono di chiudere le porte del Palazzo dei Papi, sigillando i cardinali all'interno.
Nacque così, quasi per caso e per necessità, il primo "conclave" della storia, termine che deriva dal latino cum clave, ovvero "chiuso a chiave". I cardinali si ritrovarono letteralmente sequestrati, prigionieri nel luogo dove avrebbero dovuto eleggere il successore di Pietro.
Ma le misure restrittive non finirono lì. Per accelerare ulteriormente il processo decisionale e piegare la resistenza dei porporati, si passò a misure ancora più severe: il cibo venne drasticamente razionato, ridotto a solo pane e acqua. Le finestre del palazzo furono progressivamente murate per limitare ogni contatto con l'esterno.
E quando anche questo non bastò, la leggenda narra che i viterbesi arrivarono a scoperchiare parte del tetto del palazzo, esponendo i cardinali alle intemperie, al caldo estivo e al freddo invernale. Tutto questo per costringerli a trovare finalmente un accordo.
Di fronte a queste pressioni estreme, dopo quasi tre anni di stallo, i cardinali cedettero. Incapaci di convergere su un nome, delegarono la scelta a una commissione ristretta di sei elettori.
Questa commissione impiegò solo due ore per raggiungere un accordo su un candidato di compromesso. Il 1° settembre 1271, fu eletto Papa Teobaldo Visconti, un arcidiacono italiano che al momento dell'elezione si trovava addirittura in Terra Santa per una crociata. Assunse il nome di Gregorio X.
Memore del calvario vissuto a Viterbo, una delle prime preoccupazioni di Papa Gregorio X fu quella di evitare che una simile paralisi potesse ripetersi in futuro.
Nel 1274, durante il Secondo Concilio di Lione, emanò la costituzione apostolica Ubi periculum ("Dove c'è pericolo"). Questo documento stabilì regole precise e rigide per le future elezioni papali e rese un'istituzione il conclave.
Divenne obbligatoria la clausura obbligatoria dei cardinali, tempi definiti per le votazioni e restrizioni crescenti (anche sul cibo) in caso di mancato accordo, proprio per garantire una scelta in tempi abbastanza ragionevoli.