Quando si parla di Papa, l'immagine che viene alla mente è quella di un uomo di Chiesa che, pur appartenendo a una lunga tradizione di vescovi e cardinali, proviene dalla vita religiosa più che da quella "mondana".
La domanda, però, sorge spontanea: un gesuita può diventare Papa? Molti si sono posti questa domanda in occasione dell’elezione di Papa Francesco, il primo Pontefice della storia ad appartenere all'Ordine dei Gesuiti. Ma quali sono i vincoli e le possibilità secondo il regolamento della Chiesa? Esploriamo insieme la questione.
La risposta breve alla domanda è: sì, un gesuita può diventare Papa. Non esiste infatti alcuna legge canonica che impedisca a un membro di un ordine religioso, come i Gesuiti, di essere eletto Papa.
La Chiesa cattolica non pone restrizioni sulla provenienza del candidato al soglio di Pietro, purché il futuro Papa sia un cardinale in vita (o venga nominato cardinale prima dell'elezione) e che sia un uomo (dato che la Chiesa non accetta Papa donne). Sebbene non sia usuale che un gesuita arrivi fino alla candidatura papale, ciò non è vietato.
Papa Francesco, eletto nel 2013, ha abbattuto diverse tradizioni, tra cui quella che vedeva la carica di pontefice occupata principalmente da membri delle grandi famiglie vaticane o da vescovi provenienti da diocesi con una lunga tradizione.
Francesco, infatti, è stato eletto direttamente dal Collegio Cardinalizio senza essere mai stato un cardinale di alto rango (fino alla sua elezione), ma come membro della Compagnia di Gesù, una delle comunità religiose più influenti e numerose della Chiesa.
Ma perché l’Ordine dei Gesuiti non aveva mai dato un Papa prima di Francesco? Questo accade perché la missione originale dei Gesuiti, fondata nel 1534 da Sant'Ignazio di Loyola, non era incentrata sull’ascesa ai vertici della gerarchia ecclesiastica, ma sulla predicazione e l'istruzione.
Storicamente, infatti, i gesuiti erano visti più come "missionari e intellettuali" che come aspiranti al papato. La loro formazione, che combina una rigorosa disciplina intellettuale e spirituale, non mirava a forgiarli come leader politici o religiosi in senso tradizionale.
Ciò nonostante, con Papa Francesco, il ruolo della Compagnia di Gesù nella Chiesa si è evoluto e dimostrato che, seppur sotto un profilo tradizionale, la spiritualità e la visione universale dei Gesuiti possono essere risorse molto potenti per un pontificato. Francesco, infatti, ha sfruttato la sua esperienza e la sua formazione gesuita per affrontare le sfide del mondo moderno, anche in campo sociale, culturale e politico.
L'elezione di un Papa segue un procedimento ben definito, regolato dalle leggi canoniche e tradizioni della Chiesa. Il Collegio Cardinalizio, formato da cardinali sotto i 80 anni, è il corpo elettorale che elegge il Papa durante il Conclave.
Secondo il Codice di Diritto Canonico, chiunque sia un battezzato maschio, sia cardinale e in vita, può essere scelto Papa, sebbene la tradizione abbia sempre visto un legame stretto con il clero diocesano.
Nel caso di Papa Francesco, la sua elezione ha dimostrato che non sono necessari requisiti particolari riguardo all’ordine religioso di appartenenza, sebbene, come accennato prima, il suo essere gesuita abbia sollevato perplessità in molti, dato che i gesuiti hanno una regola che li vincola a un voto di obbedienza che li rende, storicamente, meno propensi a cercare posizioni di potere. Ma la sua elezione ha anche messo in evidenza il valore delle sue qualità di leader, teologo e pastore piuttosto che una provenienza "politica" o "sociale".
In definitiva, la risposta alla domanda “Un gesuita può diventare Papa?” è sì, e la figura di Papa Francesco lo ha confermato ampiamente. La Chiesa cattolica, con la sua tradizione millenaria, continua ad evolversi, e la provenienza da un ordine religioso come i Gesuiti non è un ostacolo per ricoprire la carica di pontefice, anzi, potrebbe risultare una risorsa unica per un papato che ha sempre più a cuore il dialogo con il mondo moderno e la sua complessità.