Ogni volta che un nuovo Papa viene eletto, gli occhi del mondo sono puntati esattamente sul comignolo della Cappella Sistina in attesa del fumo bianco.
Se invece l’elezione non è andata a buon fine, ecco salire il fumo nero. Ma come viene prodotto esattamente questo fumo?
La risposta unisce tradizione e tecnologia: in passato si bruciavano semplicemente le schede con paglia o altri materiali per influenzare il colore, ma oggi si usano speciali cartucce chimiche.
Ecco i dettagli di questo rituale.
Il fumo che si leva dal comignolo della Cappella Sistina è il segnale più atteso durante un conclave.
Se il fumo è bianco significa "Habemus Papam", se è nero indica che l'elezione non è ancora avvenuta. Ma cosa c'è dietro questi colori?
Contrariamente a quanto si possa pensare, non si tratta solo di bruciare le schede. Esiste una precisa "formula" chimica, quasi custodita come un segreto industriale, per garantire che il segnale sia inequivocabile.
Una novità introdotta nei Conclavi più recenti è la presenza di due stufe all'interno della Cappella Sistina. La prima è quella tradizionale, in ghisa, alta circa un metro e con un diametro di 45 centimetri, usata fin dal 1939.
Questa stufa ha uno sportello inferiore per l'accensione e uno superiore dove vengono inserite le schede elettorali e gli eventuali appunti dei Cardinali dopo ogni scrutinio non riuscito.
Accanto a questa, è stata installata una stufa ausiliaria dotata di un meccanismo elettronico. Il suo scopo è produrre un fumo molto più denso e visibile, per eliminare le incertezze che si sono verificate alcune volte in passato. È proprio in questa seconda stufa che vengono utilizzate le miscele chimiche specifiche.
Secondo quanto comunicato dal Vaticano, la composizione è la seguente:
Per il fumo bianco: si utilizza una miscela di clorato di potassio, lattosio (che agisce come combustibile) e colofonia (una resina naturale). Questa combinazione produce un fumo denso e chiaro.
Per il fumo nero: la miscela è composta da perclorato di potassio, antracene (un idrocarburo derivato dal catrame) e zolfo. Questi componenti generano un fumo scuro e facilmente distinguibile dal chiaro.
Il portavoce vaticano, Padre Federico Lombardi, spiegò in occasione del Conclave del 2013 che, al momento necessario (cioè dopo uno scrutinio valido per il fumo bianco, o non valido per il nero), nella stufa ausiliaria si attiva un congegno elettronico.
Questo innesca una cartuccia speciale che contiene diverse cariche (cinque, secondo quanto riportato allora), le quali bruciano in sequenza per circa sette minuti, garantendo una "fumata" prolungata e ben visibile.
Entrambe le stufe sono collegate a un'unica canna fumaria interna, alta circa 15 metri, che sale lungo la parete della Cappella Sistina e sbuca sul tetto. La parte esterna del comignolo, quella visibile da Piazza San Pietro, è alta circa due metri.
Per ottimizzare il tiraggio e assicurare che il fumo salga correttamente, la canna fumaria viene preriscaldata con resistenze elettriche ed è anche dotata di un ventilatore ausiliario.
In passato, i metodi erano più rudimentali: si dice che per il fumo nero si aggiungesse paglia secca o nerofumo alle schede bruciate, mentre per il fumo bianco si utilizzasse paglia umida, che produceva un vapore più chiaro, anche se spesso con risultati poco certi.
Un'altra curiosità legata al Conclave riguarda l'abito che indosserà il neoeletto Papa subito dopo la sua accettazione. La storica sartoria romana Gammarelli, che veste Papi e Cardinali fin dal 1798 (con l'unica eccezione di Pio XII, che si affidò al sarto di famiglia), prepara in anticipo tutto il necessario.
Prima dell'inizio del Conclave, Gammarelli consegna in Vaticano tre abiti talari papali completi, identici ma di taglie diverse: una piccola (S), una media (M) e una grande (L). Questo per garantire che, indipendentemente dalla corporatura del nuovo Pontefice – "che sia molto alto o molto basso, molto corpulento o molto magro", come spiegava la sarta Teresa Palombini – ci sia subito un abito adatto.
Ogni "corredo" comprende:
Questi abiti vengono custoditi nella cosiddetta "Sala delle lacrime", una piccola stanza adiacente alla Cappella Sistina, dove il neoeletto Papa si ritira brevemente per indossare per la prima volta i paramenti papali prima di affacciarsi alla Loggia delle Benedizioni di San Pietro e salutare la folla.