29 Apr, 2025 - 09:47

Cardinale Becciu, cosa pensava di lui Papa Francesco e che rapporto avevano?

Cardinale Becciu, cosa pensava di lui Papa Francesco e che rapporto avevano?

La storia del cardinale Angelo Becciu e del suo rapporto con Papa Francesco è uno dei capitoli più complessi e controversi della recente storia vaticana. Dalla fiducia incondizionata degli inizi, passando per la collaborazione stretta negli anni più delicati del pontificato, fino alla clamorosa rottura segnata dalle inchieste giudiziarie e dall’esclusione dal Conclave: il legame tra i due uomini ha attraversato fasi di grande vicinanza e profonde tensioni, riflettendo anche le trasformazioni e le sfide interne alla Chiesa cattolica.

Il rapporto tra Becciu e Papa Francesco: dalla fiducia assoluta alla crisi

Quando Jorge Mario Bergoglio viene eletto Papa nel 2013, Angelo Becciu è già un alto funzionario della Segreteria di Stato. Bergoglio lo considera uno dei suoi collaboratori più affidabili, tanto da affidargli ruoli chiave nella gestione della Curia. Becciu diventa il braccio operativo del nuovo Papa nella riorganizzazione degli uffici vaticani, distinguendosi per uno stile diretto e poco incline alle formalità curiali, in sintonia con la visione di Francesco di una Chiesa più trasparente e meno burocratica.

Il rapporto tra i due è inizialmente segnato da una profonda sintonia personale e professionale. Becciu si fa interprete delle direttive di Francesco nei momenti più delicati: dalla gestione degli scandali finanziari interni (come Vatileaks II) al commissariamento dell’Ordine di Malta, fino alle tensioni con il governo italiano sulle questioni etiche e sociali. La stretta collaborazione e la fiducia mostrata dal Pontefice attirano a Becciu anche invidie e ostilità all’interno della Curia, ma il Papa lo difende e lo sostiene pubblicamente.

Le ombre delle inchieste e la rottura

La svolta arriva nel 2020, quando Becciu viene coinvolto in un’inchiesta giudiziaria vaticana per peculato e truffa, legata alla gestione dei fondi della Segreteria di Stato e ad alcune operazioni immobiliari a Londra. In seguito all’apertura del processo, Papa Francesco chiede a Becciu di rinunciare a tutti i diritti connessi al cardinalato, pur lasciandogli il titolo. È un gesto senza precedenti che segna una frattura profonda: Becciu si dimette e si ritira dalla scena pubblica.

Nonostante la rottura, il Papa mantiene un atteggiamento ambivalente. Da un lato, Francesco si augura pubblicamente l’innocenza di Becciu e, in alcune occasioni, mostra gesti di vicinanza personale - come la visita a casa del cardinale durante il Giovedì Santo del 2021, quando celebra la messa con lui in privato, sorprendendolo ed emozionandolo. Dall’altro, però, il Pontefice non si esprime mai chiaramente sulle accuse e mantiene una posizione di prudenza, lasciando che la giustizia faccia il suo corso.

Nel carteggio tra i due, depositato durante il processo, Becciu chiede più volte a Francesco di scagionarlo pubblicamente e di confermare che era stato lui ad autorizzare alcune delle operazioni contestate. Il Papa, tuttavia, ribadisce la sua posizione negativa, rifiutando di firmare dichiarazioni che avrebbero potuto favorire la difesa del cardinale. Questo scambio epistolare testimonia il progressivo logorarsi della fiducia reciproca.

L’esclusione dal Conclave e la fine di un’epoca

La vicenda si conclude con un ulteriore colpo di scena: la scoperta, nei giorni successivi alla morte di Papa Francesco, di due lettere firmate dal Pontefice che escluderebbero Becciu dalla partecipazione al Conclave, nonostante non sia mai stato emesso un decreto formale di esclusione. Le lettere, una delle quali risalente a marzo 2025, sono state mostrate a Becciu dal cardinale segretario di Stato Pietro Parolin. Di fronte alla volontà esplicita del Papa, Becciu ha scelto di rinunciare spontaneamente a entrare in Conclave, dichiarando di farlo “per il bene della Chiesa”.

Questo epilogo segna la rottura definitiva di un rapporto che aveva segnato un’epoca. La decisione di Francesco di escludere Becciu dal Conclave rappresenta un precedente senza eguali nella storia moderna della Chiesa: mai un cardinale, pur mantenendo la berretta, era stato privato della funzione cardinalizia per effetto di una condanna civile e di una volontà papale espressa in forma privata.

Un rapporto segnato da luci e ombre

Il rapporto tra Papa Francesco e il cardinale Becciu è stato dunque segnato da una profonda ambivalenza. Da un lato, la fiducia e la stima reciproca che hanno permesso a Becciu di diventare uno degli uomini più potenti della Curia nella prima fase del pontificato. Dall’altro, la rigidità e la fermezza con cui il Papa ha gestito la crisi, scegliendo di non difendere pubblicamente il suo ex collaboratore e, infine, di escluderlo dal Conclave.

Nonostante tutto, fino agli ultimi giorni della sua vita, Francesco ha mantenuto una certa familiarità con Becciu, invitandolo a eventi pubblici e lasciando aperta la porta a un possibile reintegro, almeno simbolico, nella vita della Chiesa. Tuttavia, la decisione finale di escluderlo dal Conclave testimonia la volontà del Papa di segnare una linea netta tra la necessità di trasparenza e legalità e la fedeltà personale.

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