Quante possibilità esistono per andare in pensione con 35 anni di contributi nel 2025? Il sistema previdenziale si sta evolvendo, e con esso anche le modalità per determinare chi potrà ritirarsi dal lavoro dopo aver maturato 35 anni di versamenti contributivi. Siamo in un periodo di transizione, dove molti lavoratori, dopo aver accumulato oltre 30 anni di contributi, sperano di poter finalmente andare in pensione.
Tuttavia, se da un lato l'età pensionabile aumenterà di 3 mesi, dall’altro tutte le misure previdenziali dovranno adattarsi a questi nuovi requisiti. La ragione principale di questo cambiamento è l’innalzamento dell'età per la pensione di vecchiaia, che oggi è fissata a 67 anni, ma che influenzerà anche altre forme di pensionamento anticipato, come l'Opzione donna, la pensione per lavori usuranti e gravosi, e l'Ape sociale. Ma come funziona, concretamente, l'uscita anticipata con 35 anni di contributi?
Le domande riguardanti la possibilità di andare in pensione con 35 anni di contributi sono sempre più frequenti. I lavoratori sperano di poter accedere a una pensione anticipata più flessibile, ma come funziona realmente?
“È possibile andare in pensione nel 2025 con soli 35 anni di contributi?”. La risposta è sì, ma solo in casi molto specifici. Esistono infatti delle misure che riguardano solo specifiche categorie di lavoratori. Le principali soluzioni di pensionamento anticipato disponibili sono:
Inoltre, chi ha una certificazione di invalidità pari o superiore all'80% può accedere alla pensione di vecchiaia anticipata: a 56 anni per le donne e a 61 anni per gli uomini, a condizione di aver versato almeno 20 anni di contributi.
Partendo dall’Opzione donna, questa misura riguarda principalmente le lavoratrici che rientrano in specifiche categorie, come le invalide, le caregiver, o le lavoratrici licenziate da aziende in crisi.
Per accedere alla pensione anticipata tramite questa opzione, il requisito contributivo è di 35 anni di versamenti. Tuttavia, oltre a soddisfare il requisito contributivo, la lavoratrice deve appartenere a una delle categorie maggiormente tutelate dalla legge e deve aver compiuto:
È importante sottolineare che l’INPS consente l'accesso a Opzione donna alle lavoratrici che abbiano maturato i requisiti entro il 31 dicembre 2024.
I lavoratori usuranti possono accedere alla pensione anticipata con 35 anni di contributi, a condizione che rientrino nelle mansioni previste dal Decreto Legislativo 67/2011 e dalla Legge 232/2016.
Per poter beneficiare di questo canale privilegiato, è necessario aver compiuto 61 anni e 7 mesi e aver svolto l’attività lavorativa negli ultimi 7 anni su un totale di 10 anni, o per almeno metà della carriera lavorativa complessiva. Per maggiori dettagli, si rimanda alla pagina dedicata INPS.
L’Ape sociale non è una vera e propria pensione, ma piuttosto un'indennità che anticipa la pensione di vecchiaia o altri trattamenti pensionistici ordinari. Per accedere all'Ape sociale, il lavoratore deve avere almeno 30 anni di contributi (36 anni di versamenti per lavori gravosi; 32 anni di contributi per alcune categorie specifiche). L’età minima per ammettere il beneficiario è 63 anni e 5 mesi. Le categorie ammesse sono quattro:
La misura Opzione donna è pensata per sostenere le lavoratrici nel passaggio dal lavoro alla pensione, specialmente per le categorie più vulnerabili, come le invalide, le caregiver e le licenziate.
I lavoratori impiegati in mansioni particolarmente faticose, come lavori notturni o a turni, possono beneficiare di agevolazioni per l’accesso anticipato alla pensione.
Infine, l’Ape sociale è un’indennità erogata dall’INPS, interamente a carico dello Stato, destinata a lavoratori che rientrano in specifiche categorie meritevoli di tutela.