04 May, 2025 - 07:05

Papa Francesco: il Pontefice che incanta laici e credenti, tra rivoluzioni e tempeste

Papa Francesco: il Pontefice che incanta laici e credenti, tra rivoluzioni e tempeste

Il 13 marzo 2025 Papa Francesco ha festeggiato i 12 anni di pontificato. Poco meno di un mese dopo, il giorno di Pasquetta, Sua Santità ha raggiunto la Casa del Padre lasciando un enorme vuoto spirituale e non nei cuori di milioni di fedeli cattolici.

C'è però una particolarità che ha caratterizzato gran parte delle opere e delle parole di Bergoglio: la capacità di colpire e affascinare anche i laici e i non credenti. Lungi dall'essere un imbonitore, Papa Francesco ha ampliato il respiro della Chiesa oltre le mura leonine per renderla istituzione che guarda a un futuro millenario.

In questo tempo di tempesta, Francesco è sembrato un profeta scomodo. La sua Chiesa, fragile ma tenace, è chiamata ora a navigare fra le onde di un mondo in crisi, senza la tentazione di amministrare l'esistente. Come un fiume che rallenta ma non cambia direzione, il suo messaggio continua a scorrere verso un futuro che solo la speranza può costruire. 

Papa Francesco, un pontefice amato da (quasi) tutti

Era il 2013 quando il vescovo di Buenos Aires saliva al trono di Pietro, portando con sé il vento della Teologia della Liberazione e la scelta del nome di Francesco, omaggio al santo dei poveri. Da allora, la sua missione è stata chiara: una Chiesa per gli ultimi, vicino ai migranti, attenta all'ecologia e aperta al dialogo.

Il suo pontificato però è stato anche un campo di battaglia, segnato da scandali, resistenze interne e un calo drastico di fedeli in un mondo segnato da profonde ingiustizie e sanguinosi conflitti. Un quadro che ovviamente cambia a seconda del contesto: se nel Sud-Est asiatico la religione cattolica è più viva che mai, in uno stato come il Brasile le confessioni pentecostali hanno guadagnato terreno a scapito delle chiese cattoliche.

Dai migranti alle guerre, tante controversie per le parole di Bergoglio

Francesco è stato una figura divisiva. Amato dai laici per la semplicità e il valore del suo messaggio etico, è criticato al contempo dai tradizionalisti cattolici, che fino alla morte di Benedetto XVI ne hanno contestato la legittimità. Il Papa della misericordia, Francesco, che ha definito la Chiesa un "ospedale da campo" e l'Eucarestia una "medicina per i peccatori", ha spiazzato con frasi del tipo "chi sono io per giudicare un gay?" - lamentando però che in Vaticano "c'è troppa frociaggine".

Ha aperto alle benedizioni per le coppie omosessuali (ma non totalmente), ha permesso la comunione ai divorziati (resistendo alle lamentele dei prelati statunitensi), ha introdotto nei codici vaticani reati come la pedopornografia e la tortura, ha abolito l'ergastolo in Vaticano. Ma ha anche paragonato l'aborto a una mafia e i medici che lo praticano a dei sicari, suscitando ovvie ma virulenti polemiche.

Il rapporto con i laici è stato un altro paradosso. Francesco sembra più amato dai non credenti che dai cattolici tradizionalisti. La sua etica cristiana, incentrata su pace, fragilità e ambiente parla a chi - pur non aderendo alla teologia cattolica - ne apprezza il messaggio sociale.

"Laudato si'" è diventato un manifesto ecologista, mentre il suo pacifismo e l'attenzione ai migranti hanno trovato eco fra gli agnostici. Ma ciò ha irritato sia i cattolici metafisici, per i quali il cristianesimo è dogma e mistica, sia i laicisti, timorosi di un'influenza vaticana sul pensiero secolare.

Un pontificato fra rotture e speranze

Il modello pauperista di Francesco ha indebolito le casse della Chiesa, con tagli che hanno ridotto le donazioni dei fedeli più tradizionalisti. L'accordo con la Cina sulle nomine dei vescovi, l'abbraccio al Patriarca di Mosca Kirill e il documento di fratellanza con l'Islam a Doha sono stati passi audaci, ma criticati come cedimenti o mosse azzardate.

Oggi, in una società secolarizzata, Francesco aveva spesso chiesto ai laici di "organizzare la speranza" e aveva invitato, in vista del Giubileo 2025, di costruire "ponti" tra le città del mondo, a formare i giovani alla politica e alla speranza. Il suo universalismo però spesso si è scontrato con una destra tradizionalista e nazionalista, che difende valori comunitari, e una sinistra che promuove ambiente e welfare.

Un segno che la spaccatura fra società (e nelle società) è in Occidente più viva che mai e non sono mancate anche le prese di distanza rispetto agi Stati Uniti. Il vicepresidente statunitense J.D. Vance aveva citato l'"ordo amoris" di Sant'Agostino per difendere la stretta sulle politiche migratorie intraprese da Trump, mentre Papa Francesco aveva risposto indirettamente affermando - ai vescovi statunitensi - che l'amore cristiano "è aperto a tutti, senza eccezioni".

I tre punti salienti dell'articolo

  • Un pontificato rivoluzionario - Papa Francesco ha guidato la Chiesa per 12 anni con un messaggio fortemente sociale e universale: ha parlato di pace, ecologia, povertà e migranti, spesso più vicino ai laici che ai cattolici tradizionalisti.

  • Un Papa divisivo - Amato da molti per la sua umanità e semplicità, è stato però criticato sia da destra che da sinistra: accusato di non aver fatto abbastanza riforme dai conservatori, troppo “interventista” per i laicisti.

  • Un’eredità complessa ma viva - Ha lasciato una Chiesa fragile ma ancora in cammino, più povera economicamente ma più aperta sul piano etico. Il suo appello finale è stato: “organizzare la speranza”.

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Pasquale Narciso
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