A partire da giugno 2025, i dipendenti pubblici vedranno un aumento in busta paga grazie al taglio del cuneo fiscale previsto dal Decreto Lavoro. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha predisposto i pagamenti, che includono anche eventuali arretrati. Il provvedimento interessa una vasta platea di lavoratori della Pubblica Amministrazione e porta con sé novità rilevanti sugli stipendi. Vediamo insieme come funziona il taglio per i dipendenti pubblici, a chi spetta e quali impatti potrebbe avere, anche alla luce dei dati del recente rapporto Ocse.
La conferma è arrivata anche da OrizzonteScuola.it: da giugno 2025 aumentano gli stipendi per i dipendenti della scuola e del pubblico impiego, grazie al taglio del cuneo fiscale. Il via libera operativo è stato dato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), che ha attivato le misure previste dal Decreto Lavoro per i redditi fino a 40.000 euro.
L’aumento in busta paga, comprensivo degli arretrati maturati dal 1° gennaio 2025, sarà visibile a partire dalla mensilità di giugno. Si tratta di un intervento strutturato per favorire in particolare i redditi medio-bassi, attraverso un meccanismo che applica percentuali più alte ai redditi più bassi e introduce detrazioni fisse per quelli superiori ai 20.000 euro.
È importante sottolineare che non tutti i dipendenti riceveranno lo stesso importo: l’aumento varia in base al livello di reddito e alla struttura delle nuove detrazioni, motivo per cui anche gli arretrati saranno differenti da caso a caso.
Come anticipato, da giugno 2025 gli stipendi dei dipendenti pubblici saranno adeguati in base al nuovo taglio del cuneo fiscale. Anche se si è parlato di possibili variazioni negli importi, non si tratta di elementi imprevedibili, ma dell’applicazione di regole precise: il beneficio spetta ai redditi fino a 40.000 euro lordi annui.
Non ci sono incertezze neppure per quanto riguarda gli arretrati, che verranno calcolati come differenza sull’importo dovuto a partire da gennaio 2025. In alcuni casi, l’importo riconosciuto alla voce “arretrati” potrebbe superare anche i 400 euro, a seconda della situazione individuale del dipendente.
Nel 2025 è cambiato il meccanismo di alleggerimento fiscale per i lavoratori. La strategia per ridurre la pressione fiscale sul lavoro è ora basata su un sistema di benefici fiscali, come indennità e detrazioni, calibrati in base al reddito annuo. L’applicazione di queste misure comporta un aumento della retribuzione netta, secondo le seguenti modalità:
Con l’entrata in vigore del taglio del cuneo fiscale, i dipendenti pubblici riceveranno in media un aumento in busta paga compreso tra 80 e 120 euro mensili. Sommando anche gli arretrati maturati dal 1° gennaio 2025, l’incremento complessivo potrebbe raggiungere una media di circa 400 euro per lavoratore, a condizione che il reddito annuo lordo non superi i 40.000 euro.
L’importo effettivo varia in base alla fascia di reddito e si articola come segue:
Secondo il rapporto "Taxing Wages 2025" dell’OCSE, riportato da money.it, nel 2024 il cuneo fiscale per i lavoratori italiani single senza figli ha raggiunto il 47,1% del costo del lavoro, con un aumento di 1,61 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Si tratta di uno dei valori più alti tra i Paesi OCSE, che colloca l’Italia al quarto posto per ampiezza del cuneo fiscale, dietro solo a Belgio, Germania e Francia.