03 May, 2025 - 11:35

Stipendi dipendenti pubblici giugno 2025: quanto si guadagna in più col taglio del cuneo fiscale

Stipendi dipendenti pubblici giugno 2025: quanto si guadagna in più col taglio del cuneo fiscale

A partire da giugno 2025, i dipendenti pubblici vedranno un aumento in busta paga grazie al taglio del cuneo fiscale previsto dal Decreto Lavoro. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha predisposto i pagamenti, che includono anche eventuali arretrati. Il provvedimento interessa una vasta platea di lavoratori della Pubblica Amministrazione e porta con sé novità rilevanti sugli stipendi. Vediamo insieme come funziona il taglio per i dipendenti pubblici, a chi spetta e quali impatti potrebbe avere, anche alla luce dei dati del recente rapporto Ocse.

MEF: taglio del cuneo fiscale in arrivo per i dipendenti pubblici. Ecco quanto aumentano gli stipendi da giugno

La conferma è arrivata anche da OrizzonteScuola.it: da giugno 2025 aumentano gli stipendi per i dipendenti della scuola e del pubblico impiego, grazie al taglio del cuneo fiscale. Il via libera operativo è stato dato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF), che ha attivato le misure previste dal Decreto Lavoro per i redditi fino a 40.000 euro.

L’aumento in busta paga, comprensivo degli arretrati maturati dal 1° gennaio 2025, sarà visibile a partire dalla mensilità di giugno. Si tratta di un intervento strutturato per favorire in particolare i redditi medio-bassi, attraverso un meccanismo che applica percentuali più alte ai redditi più bassi e introduce detrazioni fisse per quelli superiori ai 20.000 euro.

È importante sottolineare che non tutti i dipendenti riceveranno lo stesso importo: l’aumento varia in base al livello di reddito e alla struttura delle nuove detrazioni, motivo per cui anche gli arretrati saranno differenti da caso a caso.

Cosa cambia nella busta paga dei dipendenti pubblici da giugno 2025?

Come anticipato, da giugno 2025 gli stipendi dei dipendenti pubblici saranno adeguati in base al nuovo taglio del cuneo fiscale. Anche se si è parlato di possibili variazioni negli importi, non si tratta di elementi imprevedibili, ma dell’applicazione di regole precise: il beneficio spetta ai redditi fino a 40.000 euro lordi annui.

Non ci sono incertezze neppure per quanto riguarda gli arretrati, che verranno calcolati come differenza sull’importo dovuto a partire da gennaio 2025. In alcuni casi, l’importo riconosciuto alla voce “arretrati” potrebbe superare anche i 400 euro, a seconda della situazione individuale del dipendente.

Cos’è il taglio del cuneo fiscale e come funziona?

Nel 2025 è cambiato il meccanismo di alleggerimento fiscale per i lavoratori. La strategia per ridurre la pressione fiscale sul lavoro è ora basata su un sistema di benefici fiscali, come indennità e detrazioni, calibrati in base al reddito annuo. L’applicazione di queste misure comporta un aumento della retribuzione netta, secondo le seguenti modalità:

  • per i lavoratori con redditi fino a 20.000 euro annui: è prevista una riduzione percentuale dei contributi previdenziali a carico del lavoratore, con effetto diretto sull'importo netto in busta paga;
  • per i lavoratori con redditi tra 20.000 e 40.000 euro annui: viene riconosciuta una detrazione fiscale fissa, che può essere erogata direttamente in busta paga oppure recuperata in sede di dichiarazione dei redditi.

Qual è l’impatto del taglio del cuneo fiscale sui diversi livelli di reddito?

Con l’entrata in vigore del taglio del cuneo fiscale, i dipendenti pubblici riceveranno in media un aumento in busta paga compreso tra 80 e 120 euro mensili. Sommando anche gli arretrati maturati dal 1° gennaio 2025, l’incremento complessivo potrebbe raggiungere una media di circa 400 euro per lavoratore, a condizione che il reddito annuo lordo non superi i 40.000 euro.

L’importo effettivo varia in base alla fascia di reddito e si articola come segue:

  • redditi fino a 8.500 euro annui: riduzione dei contributi con un’aliquota agevolata del 7,1%;
  • redditi tra 8.500 e 15.000 euro: applicazione di un’indennità pari al 5,3%;
  • redditi tra 15.001 e 20.000 euro: indennità ridotta al 4,8%;
  • redditi tra 20.001 e 32.000 euro: riconoscimento di una detrazione fiscale fissa di 1.000 euro;
  • redditi tra 32.001 e 40.000 euro: il beneficio fiscale viene progressivamente ridotto fino alla sua completa eliminazione.

Cosa dice l’OCSE sul cuneo fiscale in Italia?

Secondo il rapporto "Taxing Wages 2025" dell’OCSE, riportato da money.it, nel 2024 il cuneo fiscale per i lavoratori italiani single senza figli ha raggiunto il 47,1% del costo del lavoro, con un aumento di 1,61 punti percentuali rispetto all’anno precedente. Si tratta di uno dei valori più alti tra i Paesi OCSE, che colloca l’Italia al quarto posto per ampiezza del cuneo fiscale, dietro solo a Belgio, Germania e Francia.

Domande frequenti sul taglio del cuneo fiscale per gli stipendi dei dipendenti pubblici

  1. Il taglio del cuneo fiscale entrerà in vigore a giugno 2025 per i dipendenti pubblici? Sì, gli stipendi dei dipendenti pubblici saranno aumentati a partire da giugno 2025 grazie al taglio del cuneo fiscale.
  2. Il taglio del cuneo fiscale riguarda solo i redditi sotto i 40.000 euro annui? Sì, il beneficio del taglio spetta solo ai redditi annuali lordi fino a 40.000 euro.
  3. Tutti i dipendenti pubblici riceveranno lo stesso importo di aumento? No, l’importo varia in base al reddito e alle detrazioni applicate.
  4. Gli arretrati saranno inclusi nel pagamento di giugno 2025? Sì, gli arretrati accumulati a partire dal 1° gennaio 2025 saranno riconosciuti insieme all’aumento in busta paga.
  5. L’Italia ha uno dei cunei fiscali più alti tra i Paesi Ocse? Sì, secondo il rapporto Ocse, l’Italia si colloca al quarto posto per ampiezza del cuneo fiscale.

 

 

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Antonella Tortora
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