05 May, 2025 - 10:47

Carandini: "Si devono fare i conti con la modernità"

Carandini: "Si devono fare i conti con la modernità"

"Non amo gli imperi e sono contento della caduta precoce di quello romano di Occidente. Amo invece le libere nazioni se unite in qualche modo fra di loro, combinando varietà con unità, eppure detesto il nazionalismo; amo le tradizioni ma sono avverso al tradizionalismo" scrive l'illustre archeologo Andrea Carandini nella prefazione al volume del ministro della Cultura, Alessandro Giuli, "Antico presente, Viaggio nel sacro vivente" edito da Baldini Castoldi, che raccoglie articoli pubblicati sul quotidiano "Il Foglio" tra il 2004 e il 2016.

Carandini ammette di aver commesso "errori giovanili" e di essere "ormai deluso dal progressismo a lungo seguito (mai si è saputo verso dove) - per il quale il nuovo è comunque preferibile al vecchio - e mi ritengo infine un liberale riformista. Senza la caduta degli imperi che ha caratterizzato solamente l'Europa avremmo oggi unicamente autocrazie".

I consigli dell'archeologo al ministro della Cultura Giuli

Infine dà un consiglio al ministro Giuli: "Abbandoni il culto della sacralità stile Evola e torni allo studio della sacralità stile Brelich. I conti con la modernità devono essere fatti!". Per Carandini "oggi non è tutto rose e fiori e c'è tanta infelicità nelle preziosissime e fragilissime liberaldemocrazie, che forse stanno per perdere il sostegno del potere egemonico - finora non un impero - garantito dalla fine della seconda guerra mondiale".

E dopo la prefazione iniziamo la lettura del libro del ministro Giuli, un viaggio attraverso miti e leggende di Roma, Maremma, Tuscia e Abruzzo che si allunga verso la Magna Grecia fino ad arrivare a paesi lontani ma vicini e legati a noi per storia e cultura.

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Stefano Bisi
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