07 May, 2025 - 12:52

De Cristofaro (AVS): “L’invito all’astensione non funzionerà. Gli italiani andranno a votare”

Esclusiva di
Tag24.it
De Cristofaro (AVS): “L’invito all’astensione non funzionerà. Gli italiani andranno a votare”

A un mese dai referendum, il centrodestra ha ufficialmente invitato i propri elettori a disertare le urne dell’8 e 9 giugno. L’indicazione all’astensione, seppur attesa, è arrivata negli ultimi giorni da tutti i partiti di maggioranza. Immediata la reazione della Cgil — promotrice dei quesiti sul lavoro — e di +Europa, cui hanno fatto eco gli altri partiti di opposizione, che in coro hanno duramente contestato l’invito del Governo affinché i loro elettori non partecipino a una consultazione democratica.

Il raggiungimento del quorum, ovvero la partecipazione della metà più uno degli aventi diritto al voto, è infatti fondamentale affinché i cinque referendum abrogativi siano approvati. Proprio per questo, secondo i promotori della consultazione, il Governo ha ostacolato l’obiettivo dell’alta affluenza a più riprese: prima con la scelta di non accorpare il voto referendario al primo turno delle amministrative, fissato per il 25 e 26 maggio, e poi con l’invito esplicito all’astensione, aggravato dalla scarsa attenzione mediatica riservata al tema.

Perché il centrodestra punta all’astensione

Che i temi oggetto della consultazione dell’8 e 9 giugno non fossero in linea con l’agenda di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega era, del resto, cosa nota. Quattro dei cinque quesiti sono stati infatti promossi dalla Cgil di Maurizio Landini, decisamente distante dalle posizioni del centrodestra. Anche il quesito presentato da +Europa per il dimezzamento dei tempi per l'ottenimento alla cittadinanza italiana rappresenta un'istanza distante dalle sensibilità del Governo, fatta eccezione per la breve parentesi della scorsa estate, quando Forza Italia è sembrata voler sostenere il tema dello Ius Scholae.

A pesare sulla scelta dell’astensione, anche la valutazione per la quale un’eventuale vittoria dei referendum rafforzerebbe il cosiddetto "campo largo", rendendo palpabile la presenza di uno schieramento alternativo a quello attualmente al Governo. Non a caso, rivendicando il diritto all’astensione, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha parlato di “una scelta politica”.

Le reazioni dell’opposizione

La scelta dell’astensione, secondo le opposizioni, rivela il timore del Governo di uscire sconfitto dalla consultazione referendaria. A sottolinearlo, ai microfoni di Tag24, è Giuseppe De Cristofaro, senatore di Alleanza Verdi Sinistra, schierata al referendum con cinque sì:

“L’invito all’astensione è l’ultimo strumento messo in campo dalla maggioranza per ostacolare la partecipazione ai referendum: un’intenzione già evidente nella scelta di associare il voto al secondo turno delle amministrative, e non al primo. 

Il fatto che Meloni e il Governo abbiano paura del voto dei cittadini la dice lunga: il centrodestra pensa di poter governare l’Italia chiedendo agli italiani di disertare le urne. Si tratta di un atteggiamento grave e di una strategia che, tuttavia, non credo funzionerà: sono convinto che tanti italiani capiscano perfettamente l’importanza di questo voto”.   

De Cristofaro: “Referendum occasione per voltare pagina”

Secondo De Cristofaro, infatti, l’astensionismo “non sempre corrisponde al disinteresse”, ma spesso rappresenta una vera e propria scelta politica da parte di elettori che, per protesta, decidono di non recarsi alle urne. I referendum di giugno, al contrario, riportano al centro del dibattito il tema del lavoro, configurandosi - secondo il senatore - come un’opportunità concreta di cambiamento per i lavoratori e per la costruzione di un’alternativa politica condivisa:

“Questi referendum rappresentano un’occasione per chiudere una stagione politica segnata da scelte profondamente liberiste, che hanno precarizzato il lavoro e compromesso la sicurezza dei lavoratori. Ogni giorno, in Italia, muoiono tre lavoratori: è tempo di voltare pagina.

Per questo Alleanza Verdi Sinistra è convintamente schierata per i cinque sì. Nelle prossime settimane daremo il massimo per portare le persone al voto e superare il quorum. Sappiamo che è una sfida complicata, ma siamo certi che tanti cittadini vorranno esprimersi su questi temi fondamentali. Il Governo, alla fine, potrebbe avere una sorpresa.”

Il senatore Avs: “Referendum occasione per svolta politica”

Interrogato infine sulla valenza politica dei referendum dell’8 e 9 giugno, anche in relazione alla possibilità di costruire uno schieramento alternativo al centrodestra, il senatore De Cristofaro è netto:

“Certamente sì. Il fatto che i principali partiti di opposizione sostengano i referendum è un segnale chiaro. Io penso che i tempi siano maturi per immaginare un’alternativa a questo Governo, partendo proprio dalle questioni sociali, come il lavoro e la lotta alle diseguaglianze.”

L'articolo in quattro punti

  1. Astensione strategica del centrodestra:
    Tutti i partiti di maggioranza hanno invitato gli elettori a non partecipare al voto dell’8 e 9 giugno. La decisione, definita “politica” da Tajani, è stata duramente criticata dalle opposizioni.
  2. Accuse di sabotaggio al Governo:
    Secondo i promotori dei referendum, l’esecutivo ha ostacolato la partecipazione popolare evitando di accorpare le consultazioni alle amministrative e lasciando i quesiti ai margini del dibattito pubblico.
  3. Il commento di De Cristofaro (AVS):
    Il senatore critica apertamente l’astensione come tentativo di sottrarre ai cittadini il diritto di esprimersi su temi centrali, come il lavoro e la sicurezza, definendo i referendum un’opportunità di svolta.
  4. Referendum come leva per un’alternativa politica:
    De Cristofaro legge nella consultazione anche un valore simbolico e politico: l’inizio di un possibile fronte alternativo al Governo Meloni, basato su giustizia sociale e lotta alle diseguaglianze.
AUTORE
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Federica Palladini
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