07 May, 2025 - 18:10

Quell'eroe che Empoli mai ha dimenticato

Quell'eroe che Empoli mai ha dimenticato

"Dopo ottant'anni dalla morte e oltre due anni e mezzo tra avvocati, tribunali e una speranza che ormai sembrava sfumata, otteniamo finalmente un barlume di giustizia". Carla Castellani, nipote di Carlo, bomber dell'Empoli e del Livorno, deportato e ucciso nei campi di concentramento dal regime nazifascista, commenta al Tirreno la sentenza di primo grado del Tribunale di Firenze che riconosce ai familiari il risarcimento per la deportazione a Mauthausen, l'uccisione e la distruzione del corpo nel crematorio di Gusen.

"Al di là dell'eventuale somma economica – continua la nipote – otteniamo finalmente una grande vittoria morale perché la sentenza, anche se di primo grado, riconosce quella barbarie e le difficoltà che hanno vissuto i familiari. Una vittoria ottenuta dopo due anni e mezzo di attese e speranze che sembravano ormai vane".

Dopo 80 anni risarciti i familiari del calciatore che morì nel campo di concentramento

Carlo Castellani era commerciante in legname ed era molto conosciuto perché era stato attaccante dell'Empoli (record di gol battuto solo nel 2011 Francesco Tavano) e del Livorno in Serie A. Quando venne deportato a Mauthausen aveva 35 anni.

Proprio quella notte tra il 7 e l'8 marzo del '44 alla porta di casa Castellani si presenta la polizia fascista. Cerca David, è malato, Carlo apre e si offre di andare in caserma al posto del padre. E' l'ultimo sguardo verso la sua casa.

Empoli non lo ha mai dimenticato e gli ha intitolato lo stadio che si chiama "Carlo Castellani-Computer Gross Arena".

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Stefano Bisi
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