Andare in pensione a 63 anni è davvero possibile per chi è nato nel 1962? La nuova stagione previdenziale è iniziata già da tempo, ma le opportunità per l’uscita anticipata restano limitate. Con il previsto aumento dell’età pensionabile a 67 anni e 3 mesi, adeguato all’aspettativa di vita, anche i requisiti per le altre forme di pensionamento si faranno più stringenti. Uscire con la pensione di vecchiaia (67 anni con almeno 20 anni di contributi) o con l’anticipata ordinaria (41 anni e 10 mesi per le donne, 42 anni e 10 mesi per gli uomini) sarà sempre più difficile.
Le finestre di uscita potrebbero ridursi ulteriormente e i lavoratori rischiano di pagare il prezzo più alto, impiegando più tempo per raggiungere sia l’età che i contributi richiesti. Tuttavia, secondo i dati INPS, i nati nel 1962 possono già valutare alcune opzioni per la pensione anticipata, purché rispettino i requisiti previsti da specifiche misure attive fino al 31 dicembre 2025. Vediamo quali sono.
Negli ultimi mesi si sono registrati alcuni movimenti sul fronte previdenziale, anche se non nella direzione attesa da molti lavoratori, che da tempo chiedono un sistema di uscita più flessibile ed equo.
Mentre il dibattito sulle misure sostenibili per lo Stato è ancora aperto, una cosa è certa: per i nati nel 1962 le possibilità di pensionamento anticipato sono poche, ma non del tutto assenti.
Una prima opzione è rappresentata da Quota 103, che prevede l'accesso alla pensione con 62 anni di età e 41 anni di contributi, di cui almeno 35 effettivi, escludendo quindi periodi come maternità, disoccupazione e malattia. Per chi ha già superato il requisito anagrafico, Quota 103 può essere un'opportunità concreta, a condizione di aver maturato il montante contributivo richiesto.
Se invece non si raggiungono i 41 anni di contributi, ma si rientra in determinate categorie tutelate, è possibile accedere a misure di accompagnamento alla pensione a carico dello Stato.
Inoltre, i lavoratori impegnati in attività faticose, usuranti o su turni notturni possono presentare domanda per la pensione anticipata con 35 anni di contributi e 61 anni e 7 mesi di età, come previsto dal Decreto Legislativo n. 67/2011.
Un’ulteriore possibilità riguarda i cosiddetti lavoratori precoci, ovvero coloro che hanno maturato almeno 12 mesi di contributi prima dei 19 anni. In questo caso si può accedere alla Quota 41 precoci, riservata a chi ha accumulato 41 anni di contributi e appartiene a categorie specifiche considerate meritevoli di tutela.
Secondo quanto riportato dall’INPS, la pensione anticipata flessibile, introdotta con la Legge di Bilancio 2024 e prorogata dalla Legge di Bilancio 2025, rappresenta una valida opportunità per i lavoratori che intendono andare in pensione a 62 anni, a condizione di aver maturato almeno 41 anni di contributi, di cui 35 effettivi, escludendo quindi i periodi coperti da disoccupazione, malattia o altre prestazioni figurative.
Il principale limite di questa misura riguarda il calcolo dell’importo dell’assegno pensionistico, che viene effettuato secondo le regole del sistema contributivo. Questo può determinare un importo mensile ridotto, che non può superare quattro volte il trattamento minimo INPS.
Tuttavia, si tratta di una penalizzazione temporanea, che decade una volta raggiunti i requisiti per la pensione di vecchiaia o per un altro trattamento previdenziale più favorevole.
Una delle principali opzioni per il pensionamento anticipato a 63 anni è rappresentata dall’Ape Sociale, una misura di accompagnamento alla pensione garantita dallo Stato ed erogata dall’INPS.
L’indennità, valida fino al compimento dei 67 anni, prevede un importo massimo mensile di 1.500 euro, non soggetto a rivalutazione, e senza tredicesima, maggiorazioni o reversibilità.
Tra i principali vantaggi dell’Ape Sociale vi è la possibilità di ritirarsi dal lavoro a 63 anni e 5 mesi, a condizione di aver maturato un montante contributivo tra 30 e 36 anni, a seconda della categoria di appartenenza (disoccupati, caregiver, lavoratori gravosi o usuranti).
Tuttavia, la misura non consente lo svolgimento di attività lavorative, fatta eccezione per lavori autonomi occasionali con un reddito annuo lordo non superiore a 5.000 euro.
Una volta raggiunti i requisiti per la pensione di vecchiaia o un altro trattamento ordinario, l’Ape Sociale decade, lasciando spazio a una prestazione più stabile e completa.
Per conoscere con precisione la data di accesso alla pensione, è possibile richiedere l’estratto conto contributivo, consultando il proprio fascicolo previdenziale sul portale INPS oppure rivolgendosi a un CAF o patronato.
In questo documento si trovano i versamenti effettivi effettuati durante la carriera lavorativa ed è possibile utilizzare i servizi di simulazione per stimare quando si matureranno i requisiti anagrafici e contributivi necessari per accedere alla pensione.