Papa Leone I, detto anche Leone Magno, fu il 45º vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica. Nacque in Toscana, probabilmente a Volterra, attorno al 390 e morì a Roma il 10 novembre 461.
Il suo pontificato, iniziato il 29 settembre 440, si estese per oltre vent'anni, un periodo particolarmente turbolento per la Chiesa e per l’Impero romano d’Occidente, segnato da profonde crisi politiche, invasioni barbariche e controversie dottrinali.
Leone I è venerato come santo sia dalla Chiesa cattolica che da quella ortodossa. È stato uno dei papi più influenti dell’antichità e viene ricordato come “Magno” (il Grande) per il suo ruolo decisivo nella storia della Chiesa e per la sua opera di difesa della fede e dell’unità ecclesiale.
Uno degli aspetti più significativi del pontificato di Leone Magno fu la sua strenua difesa dell’ortodossia cristiana, soprattutto nel contesto delle grandi controversie teologiche del V secolo. Il suo contributo più celebre si ebbe durante il Concilio di Calcedonia del 451, dove inviò il celebre “Tomo a Flaviano”, un testo dottrinale che chiariva la duplice natura, umana e divina, di Cristo.
Questo documento fu accolto dai Padri conciliari con l’acclamazione: “Pietro ha parlato per bocca di Leone”, sancendo così la posizione della Chiesa romana e respingendo le eresie del monofisismo e del nestorianesimo.
Leone intervenne anche contro altre eresie del tempo, come il pelagianesimo e il manicheismo, emanando lettere e disposizioni per salvaguardare la purezza della dottrina e l’unità della Chiesa.
Leone I rafforzò in modo decisivo il primato del vescovo di Roma su tutte le altre sedi cristiane. Sostenne che il papa, in quanto successore di Pietro, detenesse un’autorità particolare su tutta la Chiesa, ottenendo anche il riconoscimento imperiale di questa posizione da parte di Valentiniano III nel 445. Questo principio avrebbe avuto profonde conseguenze sulla struttura e sulla gerarchia della Chiesa nei secoli successivi.
Il pontificato di Leone Magno si svolse in un’epoca di grande instabilità politica. Leone si distinse per il suo impegno diplomatico e per il coraggio con cui affrontò le minacce esterne.
L’episodio più celebre fu l’incontro con Attila, re degli Unni, nel 452: Leone si recò personalmente a trattare con il condottiero barbaro e riuscì a convincerlo a non attaccare Roma, salvando così la città dalla distruzione.
Tre anni dopo, nel 455, intervenne nuovamente per limitare i danni durante il saccheggio di Roma da parte dei Vandali di Genserico. Grazie alla sua intercessione, la popolazione fu risparmiata da massacri e le principali basiliche romane furono preservate.
Leone Magno fu anche un pastore attento ai bisogni del popolo romano, impegnandosi nella carità e nella difesa dei poveri e dei deboli.
Promosse la costruzione e il restauro di numerose chiese e basiliche, tra cui la basilica di San Pietro in Vaticano e quella di San Paolo fuori le mura. Lasciò una vasta raccolta di sermoni (quasi 100) e circa 150 lettere, che costituiscono un’importante testimonianza della vita ecclesiastica e della sua visione teologica e pastorale.
Papa Leone I viene ricordato come uno dei più grandi papi della storia, sia per la sua azione teologica che per il suo ruolo di guida morale e politica in un periodo di crisi. È uno dei pochi pontefici a cui è stato attribuito il titolo di “Dottore della Chiesa” e viene celebrato il 10 novembre. La sua figura rimane un punto di riferimento per la dottrina cattolica e per la storia della Chiesa universale.