Cosa fare contro l'antisemitismo? La senatrice a vita Liliana Segre, da un po' di tempo, non ha dubbi: bisogna denunciare alle autorità giudiziarie chi se ne macchia. Così la sopravvissuta ai campi di sterminio nazisti, a 94 anni, ha deciso di non farla passare liscia nemmeno alla scrittrice Cecilia Parodi.
Quest'ultima, l'anno scorso, ha pubblicato un video su Instagram in cui l'accusava per le posizioni che aveva assunto sulla guerra a Gaza (Segre si è schierata contro il governo Netanyahu, ma sostiene che non si può parlare di "genocidio"). Ma non solo: Parodi imprecava contro gli ebrei.
Per questo la senatrice ha deciso di passare alle vie di fatto: l'ha denunciata. E la notizia di oggi è che il pm di Milano Leonardo Lesti ha chiesto il processo per la Parodi, imputata ufficialmente per "istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale" e diffamazione aggravata dall'odio razziale.
I fatti che ora andranno al centro dell'attenzione del giudice dell'udienza preliminare risalgono allo scorso anno e sono partiti da una denuncia della senatrice a vita Liliana Segre. Quest'ultima è arrivata in seguito a un video della scrittrice Cecilia Parodi pubblicato su Instagram.
Cosa mostrava questo post? Parodi, a proposito della guerra a Gaza, diceva:
ma anche altre frasi considerate antisemite dalla sopravvissuta alla Shoah. Così, si saprà il prossimo 26 giugno se daranno luogo a un processo vero e proprio. In quell'occasione, Segre potrà costituirsi parte civile e sarà assistita dall'avvocato Vincenzo Saponara.
Il video pubblicato su Instagram dalla scrittrice, stando a quanto ricostruito, è stato corredato anche da alcuni commenti che avrebbero superato i confini della continenza: secondo l'accusa, Parodi aveva prima usato espressioni antisemite contro la senatrice e, in generale, contro gli ebrei. Poi, dopo un commento di un follower, aveva pronunciato una serie di affermazioni come
Ma già il video aveva un contenuto assai sopra le righe: venivano usate altre espressioni ingiuriose. Da qui l'imputazione di istigazione a delinquere per l'autrice.
Sta di fatto che non è la prima volta che Liliana Segre finisce nel mirino degli hater, il più delle volte meno famosi di Cecilia Parodi.
ll pm Nicola Rossato, ad esempio, disporrà a breve la citazione diretta a giudizio per altri sette odiatori che hanno diffamato on line Segre sempre con l'aggravante dell'odio razziale. In questo caso, il gip Alberto Carboni ha disposto per loro l'imputazione coatta in un maxi procedimento. Ma il giudice ha ordinato alla Procura di indagarne anche altri nove e queste posizioni si aggiungeranno alla parte di inchiesta già chiusa a carico di dodici persone, tra cui No vax e Pro Pal. E che passerà sempre per citazione diretta a processo.
Ma ancora non basta: la Procura dovrà identificare pure le persone che si nascondono dietro ad altri 86 account. Il motivo è stato specificato così:
Purtroppo, però, episodi che rischiano di sfociare nell'antisemitismo sono sempre più spesso all'ordine del giorno. Qualche giorno fa, a Napoli, in un locale del centro storico, una coppia di turisti israeliani ha dovuto difendersi dall'accusa di avere come premier Benjamin Netanyahu, fautore di un "genocidio" a Gaza.
Quanto accaduto ha spaccato l'opinione pubblica e la stessa amministrazione del capoluogo campano. Tant'è che dopo aver dato la solidarietà ai turisti israeliani, ha dovuto ascoltare le ragioni anche dei proprietari della locanda e della comunità palestinese, come se fosse giusto e corretto pensare che qualsiasi ebreo sia immediatamente assimilabile al governo che ha deciso la reazione militare dopo il pogrom del 7 ottobre 2023.
Il tutto, mentre in città si nota un adesivo: