Sei mesi per cambiare tutto in Italia. Una sfida ardua quella del centrosinistra, che dovrà cercare di ribaltare sondaggi e pronostici sulla durata del governo Meloni entro il 2026. La prossima sfida è quella dei referendum abrogativi dell'8 e del 9 giugno, senza però dimenticare le importanti elezioni locali che si terranno in diversi comuni d'Italia, tra cui Genova. Appuntamenti fondamentali per dimostrare che il campo largo può dare filo da torcere al centrodestra.
Sui referendum, tuttavia, il centrosinistra sembra spaccato: mentre il Partito Democratico, Alleanza Verdi Sinistra e il Movimento Cinque Stelle sembrano intenzionati a votare cinque sì, il resto delle forze politiche legate al campo largo però non sembra intenzionato a dare il proprio consenso ai quesiti abrogativi relativi al Jobs Act: tra tutti c'è il leader di Italia Viva, Matteo Renzi. Maggiore unità per quanto riguarda le elezioni comunali, che si giocheranno su alleanze tra partiti e movimenti locali.
Grande attesa sulle prossime elezioni regionali. Si voterà in sei Regioni tra l'autunno e l'inverno del 2025: l'unica certezza è che il Veneto, regione storicamente orientata a destra, andrà alle urne entro il 23 novembre. Ancora nessuna novità per quanto riguarda Campania, Valle d'Aosta, Puglia, Marche e Toscana.
Poco tempo per mettere in difficoltà Meloni e il suo governo. Il centrosinistra dovrà saper raccogliere le tre fondamentali occasioni che si presenteranno da giugno 2025 fino alla fine dell'anno. La prima sono le elezioni comunali in Italia, almeno nelle principali città: tra tutte ci sono Genova, Ravenna, Taranto e Matera.
Grande attesa in particolare per Genova. Nel capoluogo di regione ligure il centrosinistra vuole ottenere una rivincita dopo la sconfitta alle elezioni regionali dello scorso anno, che ha premiato il centrodestra che ha candidato il sindaco genovese Marco Bucci. La prima tornata sarà il 25 e 26 maggio, mentre il possibile ballottaggio sarà l'8 e il 9 giugno. In concomitanza con un altro importante appuntamento.
II referendum abrogativi dell'8 e del 9 giugno saranno fondamentali per il centrosinistra. Si tratta di un voto sia per i quesiti sia contro il governo Meloni. Dal momento della raccolta firme, iniziata la scorsa estate, i cinque referendum si sono preannunciati come "polarizzatori" del fronte antimeloniano: una vittoria potrebbe mettere in discussione l'esecutivo nazionale, o per lo meno porrebbe un'importante premessa.
Il centrosinistra, tuttavia, è spaccato. Se da una parte i dem, i Cinque Stelle e i Verdi chiedono di votare cinque sì ai quesiti, dall'altra parte il fronte più centrista e liberale sembra titubante sui referendum riguardanti il Jobs Act. In particolare, Italia Viva ha dichiarato che voterà un solo sì; si associa anche Azione. La riforma del lavoro, secondo Renzi e Calenda, non dovrebbe essere modificata perché si rischierebbe un passo indietro sui diritti sociali. Una parte del Partito Democratico si è schierata con il centro, mettendo in difficoltà la segretaria dem Elly Schlein.
Ultimo grande appuntamento del 2025 sono le elezioni regionali. Si voterà quest'anno in Veneto, Campania, Valle d'Aosta, Marche, Toscana e Puglia. Il centrosinistra è favorito nelle regioni meridionali e in Toscana; molto più ardua la sfida nelle Marche e in Veneto, nonostante i dissidi del centrodestra in questa regione.
Il campo largo è riuscito a trovare un'intesa nelle regioni tra le varie forze politiche, anche se nelle Marche Azione potrebbe correre con il centrodestra. Le elezioni non si terranno prima dell'autunno 2025. Sarà fondamentale per il centrosinistra riuscire almeno a vincere in quattro di queste regioni per poter mettere in difficoltà il governo Meloni.