Il clima politico italiano si infiamma a pochi giorni dal referendum dell’8 e 9 giugno. Al centro delle polemiche, le dichiarazioni del presidente del Senato, Ignazio La Russa, che ha apertamente invitato gli elettori a disertare le urne. Un gesto che ha scatenato la reazione indignata delle opposizioni, che accusano il governo di boicottare consapevolmente il voto popolare.
Durante un evento a Firenze, organizzato da Fratelli d’Italia, La Russa ha affermato di essere "sicuro di fare propaganda perché la gente se ne stia a casa". Una presa di posizione netta e controversa, soprattutto considerando il ruolo istituzionale ricoperto.
La reazione da parte della seconda carica dello Stato ha destato non poco scalpore nel centrosinistra. I leader dei partiti che hanno organizzato, promosso o solo sostenuto il referendum si sono detti sconvolti dalle parole del presidente del Senato che ora hanno sollevato un vero e proprio polverone.
Solo pochi giorni prima, lo stesso La Russa aveva dichiarato l’intenzione di votare, ma ha poi rivendicato il "diritto a non votare", alimentando una riflessione sul valore dell’astensione nei referendum abrogativi.
Il meccanismo referendario italiano prevede che la validità della consultazione sia legata al raggiungimento del quorum: deve recarsi alle urne almeno il 50% più uno degli aventi diritto. In questo contesto, l’appello all’astensione diventa una strategia politica legittima per chi è contrario ai quesiti proposti, ma fortemente discutibile sul piano etico e democratico.
Il primo a sollevare il polverone era stato, nei giorni scorsi, il vicepremier Antonio Tajani, che aveva invitato gli italiani a non partecipare al voto. Anche Meloni ha dato indicazioni in Fratelli d'Italia per l'astensione.
Le opposizioni, da Giuseppe Conte a Elly Schlein, hanno duramente criticato questo atteggiamento, parlando apertamente di “boicottaggio della democrazia”. Riccardo Magi di Più Europa ha attaccato frontalmente La Russa, definendo “indegno” che la seconda carica dello Stato faccia campagna per l’astensione e affermando che ciò finirà per incentivare la partecipazione al voto.
Il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, ha ricordato l’importanza dei quesiti referendari, che riguardano temi cruciali come i diritti sul lavoro, la lotta al precariato e i licenziamenti illegittimi:
Il presidente pentastellato ha scritto un post sui canali social nei quali invita i cittadini a "non fare come La Russa".
L’8 e 9 giugno 2025 possiamo cambiare davvero le cose. Il presidente del Senato La Russa e tutto il Governo hanno scelto di fare campagna per il non voto al referendum. Vogliono che la gente rimanga a casa, che non eserciti il proprio diritto di voto, che dilaghi l’astensionismo.… pic.twitter.com/MnZElYauQ4
— Giuseppe Conte (@GiuseppeConteIT) May 10, 2025
Elly Schlein, segretaria del Partito Democratico, ha definito “gravissimo” l’atteggiamento della destra, soprattutto per il ruolo ricoperto da La Russa:
Anche Arturo Scotto, del Pd, ha sottolineato l’anomalia dell’intervento di La Russa, definendolo "eversivo", mentre Angelo Bonelli di Europa Verde ha lanciato un appello alla mobilitazione:
Il caso ha dunque trasformato una tornata referendaria, già delicata nei contenuti, in un vero e proprio terreno di scontro politico e istituzionale. Se da un lato la maggioranza sembra voler minare il raggiungimento del quorum, dall’altro le opposizioni rilanciano con forza la partecipazione popolare, puntando a trasformare il voto in un atto di resistenza democratica.
La segretaria del Pd ha ribadito da Terni che il Partito Democratico sta continuando a lavorare per i cittadini e nei territori. La leader dei dem ha detto che si continuerà a promuovere l'unità e contro i partiti dei singoli. Infine la segretaria ribadisce che votare è un diritto e un dovere civico, ricordando con quanta fatica si è arrivati alla possibilità di recarsi alle urne:
La leader del Pd era nella città umbra per l'inaugurazione di una sede del suo partito.