Con l’aumento delle richieste di pensionamento anticipato, molti si interrogano sulla possibilità di uscire dal mondo del lavoro a 60 anni di età con 38 anni di contributi. Sebbene l’opzione sembri interessante, accedere alla pensione anticipata non è mai semplice. I requisiti e le condizioni previste dalla normativa richiedono un’attenta valutazione.
Una volta, il pensionamento anticipato era più facile da ottenere. Oggi, invece, i criteri sono stati inaspriti, in parte per effetto della riforma introdotta dalla legge Fornero, che mira a garantire la sostenibilità del sistema previdenziale nel lungo periodo. Nonostante ciò, nel 2025, alcuni lavoratori potrebbero ancora beneficiare della possibilità di andare in pensione a 60 anni con 38 anni di contributi. Vediamo insieme chi sono i beneficiari e quali sono i requisiti per accedere a questa opportunità.
La possibilità di accedere alla pensione flessibile anticipata non è prevista a 60 anni di età, né tantomeno basta aver versato 38 anni di contributi. La normativa attuale consente l'accesso alla pensione anticipata solo a partire dai 62 anni, con almeno 41 anni di contribuzione, di cui 35 anni di versamenti effettivi, escludendo i periodi di malattia e maternità. Pertanto, la Quota 103 non può essere utilizzata come misura di pensionamento anticipato a 60 anni.
Nemmeno la pensione anticipata Opzione Donna offre una soluzione per chi desidera uscire dal lavoro a 60 anni con 38 anni di contributi. L'INPS, nella circolare numero 53 del 05 marzo 2025, ha chiarito che misura è riservata a lavoratrici che appartengano a una delle seguenti categorie: caregiver, licenziate o invalide.
L'accesso è previsto a partire dai 61 anni con 35 anni di contributi versati, a condizione che questi siano maturati entro il 31 dicembre 2024. Inoltre, le lavoratrici madri possono beneficiare di un’agevolazione, riducendo l’età di pensionamento di uno o al massimo due anni, passando da 60 a 59 anni. In sintesi, né la Quota 103 né l'Opzione Donna consentono di lasciare il lavoro a 60 anni con 38 anni di contributi.
Alcuni lavoratori possono richiedere la pensione anticipata a partire dai 64 anni di età, a condizione di non avere contributi versati prima del 31 dicembre 1995.
Tuttavia, è necessario soddisfare anche un altro requisito: aver accumulato almeno 20 anni di contribuzione effettiva. Come riportato da pensionioggi.it, la normativa prevede che l’importo della rendita mensile debba essere almeno tre volte il trattamento minimo vitale, pari a circa 1.616,07 euro al mese.
A partire dal 1° gennaio 2030, questa soglia verrà innalzata a 3,2 volte il trattamento minimo, ossia circa 1.723,81 euro.
Per le lavoratrici, le regole sono leggermente più favorevoli, con importi soglia più bassi. In particolare:
In ogni caso, fino al compimento dei 67 anni, l’assegno non può superare il tetto massimo di 3.017 euro lordi al mese.
È importante sottolineare che i lavoratori che soddisfano i requisiti per l’accesso alla pensione anticipata contributiva prima del 2024 non sono soggetti a queste nuove regole.
A partire dal 1° gennaio 2025, sarà possibile utilizzare anche la previdenza complementare per perfezionare i requisiti della pensione anticipata contributiva. In questo caso, il lavoratore potrà ottenere la pensione con 25 anni di versamenti contributivi effettivi, soglia che salirà a 30 anni dal 1° gennaio 2030.
Nonostante queste opportunità, la pensione anticipata contributiva non permette un’uscita flessibile a 60 anni con 38 anni di contributi. Nel prossimo paragrafo, esamineremo le altre misure previste nel quadro previdenziale italiano.
Le aziende con almeno 15 dipendenti possono offrire ai lavoratori la possibilità di anticipare il pensionamento di vecchiaia fino a 4-7 anni tramite l’isopensione.
La misura richiede un accordo tra l'azienda, l'INPS e i sindacati. Grazie a questa opportunità, i lavoratori possono ritirarsi anche a 60 anni, considerato che l'accesso alla pensione di vecchiaia è previsto a 67 anni.
I lavoratori con invalidità certificata dalla commissione medica ASL-INPS possono richiedere l’anticipo della pensione di vecchiaia se la riduzione della capacità lavorativa supera il 67%. In tal caso, è possibile accedere all’Assegno Ordinario di Invalidità o alla pensione di inabilità, consentendo il pensionamento anticipato già a 60 anni, a condizione di aver versato almeno cinque anni di contributi.
Nonostante l'interesse crescente per il pensionamento anticipato, i requisiti per uscire dal mondo del lavoro a 60 anni con 38 anni di contributi sono complessi e difficili da soddisfare. L’attuale normativa impone limiti di età e di contribuzione, come nel caso della Quota 103, dell’Opzione Donna e della pensione anticipata contributiva, che rendono complicato raggiungere l'uscita anticipata desiderata. Tuttavia, esistono altre opzioni per alcune categorie di lavoratori, come gli invalidi, che potrebbero accedere al pensionamento anticipato già a 60 anni.