Undici Paesi sostengono la proposta del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara sugli smartphone nelle scuole. Il titolare del dicastero era oggi, 12 maggio 2025, a Bruxelles per il Consiglio Ue Istruzione: nel corso del confronto con i corrispettivi dei vari Stati membri, il ministro ha proposto di eliminare i cellulari nelle scuole almeno fino ai 14 anni. Si tratta di un tema abbondantemente trattato in Italia con leggi e tentativi di riforma del mondo della scuola: l'obiettivo è quello di mantenere alta l'attenzione nelle classi ed evitare un uso inconsapevole nelle scuole elementari e nelle medie.
La proposta di Valditara è approdata adesso nelle istituzioni europee e diversi Stati l'hanno sottoscritta mentre altri hanno intenzione di applicarla nelle loro scuole. A rafforzare quanto avanzato dal ministro dell'Istruzione ci sono i dati: secondo Valditara, infatti, i cellulari hanno un impatto psico-emotivo non trascurabile sullo sviluppo dei giovani ed è per questo che il loro utilizzo va limitato. Di contro, i detrattori della proposta invitano a riflettere su una possibile alternativa: educare all'uso responsabile del cellulare.
Il ministro è consapevole di questo aspetto e ha sottolineato, nel corso del punto stampa a Bruxelles, quanto sia importante l'educazione alle nuove tecnologie e all'intelligenza artificiale che nei prossimi anni si faranno sempre più spazio nella vita quotidiana.
No ai cellulari nelle scuole elementari e medie. Questa è, in estrema sintesi, la proposta del ministro dell'Istruzione Giuseppe Valditara che vorrebbe impedire l'utilizzo in classe degli smartphone almeno fino ai 14 anni: un'impresa ambiziosa dettata però dalla necessità di riportare ordine nelle scuole e di riuscire a limitare i danni della tecnologia e dei social sugli studenti più giovani. Una proposta che ha riscosso già successo in Italia e che ora potrebbe coinvolgere diversi Paesi europei.
Al Consiglio Istruzione Ue, almeno undici Stati membri hanno accolto con grande interesse l'idea del ministro dell'Istruzione italiano. A sostegno della proposta è intervenuta Élisabeth Borne, ministra dell'Educazione francese, che ha ribadito come il suo Paese abbia già preso provvedimenti circa sette anni fa. Favorevole anche la Svezia che annuncia novità nei prossimi mesi, come anticipato dalla ministra Lotta Edholm.
Non ci sono solo Svezia e Francia dalla parte di Valditara. Anche Ungheria e Cipro hanno appoggiato la proposta, ribadendo quanto siano pericolosi i cellulari se utilizzati senza criterio e in giovane età. Lituania e Grecia sarebbero favorevoli a un approccio europeo a questa situazione e si sono dette favorevoli.
Austria e Slovacchia hanno cofirmato la proposta e la ministra dell'Istruzione polacca ha sottolineato quanto sia necessario affrontare alcuni fenomeni legati all'utilizzo incosciente della tecnologia. Infine, la commissaria europea per i Diritti sociali e le competenze, Roxana Minzatu, si è impegnata a portare avanti l’iniziativa.
Ecco quali Paesi si sono detti favorevoli alla proposta di Valditara: Austria, Francia, Ungheria, Italia, Slovacchia e Svezia hanno sottoscritto la proposta mentre Lituania, Cipro, Grecia e Belgio hanno annunciato che lo faranno.
I dati, almeno secondo Valditara, sarebbero drammatici e i problemi che comportano i cellulari - almeno in giovane età - non sono trascurabili. Pedopornografia, cyberbullismo e calo drastico dell'attenzione sono solo alcune delle conseguenze. E a livello europeo che ripercussioni ci sono?
Nel 2020, i ragazzi europei tra i 9 e i 16 anni trascorrevano in media 2 ore e 47 minuti al giorno online, con un picco di 3 ore e 39 minuti in Norvegia. Questo tempo è raddoppiato rispetto al 2010 in Paesi come Francia, Italia e Spagna. Molti dei Paesi più importanti dell'Ue hanno imposto divieti tra il 2018 e il 2025, la Francia è stata tra i primi. In Italia, lo scorso anno sono state introdotte misure per limitare l'uso del cellulare in classe.