Pioniere del giornalismo online e del mondo dell'informazione, Nichi Grauso è morto oggi a Cagliari: aveva 76 anni. Da tempo malato, Grauso da tempo viveva una vita ritirata e di lui non si avevano quasi più notizie. La sua avventura nel mondo dell'informazione è iniziata con la fondazione di Radiolina nel 1975 e successivamente dell'emittente Videolina. Una decina di anni dopo acquisterà L’Unione Sarda, il principale giornale della regione isolana.
Proprio sotto Grauso, L’Unione Sarda diventerà il primo giornale italiano ad approdare su Internet nel lontano 1994. Sotto l’editore cagliaritano, il giornale cambiò impronta e visse una fase di intensa evoluzione. Successivamente Grauso si spostò in Polonia e proseguì la sua opera editoriale. Secondo quanto emerso da un articolo su L’Unione Sarda, all’editore è stato diagnosticato a febbraio 2024 un carcinoma a piccole cellule che sarebbe stato inoperabile.
Al cordoglio per la morte dell’editore cagliaritano si è unita anche la presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, che ha voluto ricordare Grauso come un innovatore capace di cambiare l’immagine della Sardegna nel mondo. La governatrice ha definito l’imprenditore come un "visionario" in riferimento al grande lavoro svolto presso L’Unione Sarda. "Fu lui a portare Internet in Italia", ha detto Todde spiegando che ha creato in Sardegna una società capace di consentire l'accesso a Internet agli italiani.
Figlio di un commerciante napoletano, Grauso si laureò in giurisprudenza a Cagliari nel 1975. Quell’anno segnò l’inizio della sua carriera da pioniere dell’informazione con la fondazione di "Radiolina", la prima radio privata in Sardegna.
L’emittente nacque con mezzi di fortuna in un appartamento del quartiere Quartu Sant’Elena, ma fu subito protagonista di una delle prime sfide al monopolio della Rai che di lì a poco avrebbero animato gli anni successivi. Dopo essere stata momentaneamente chiusa, una storica sentenza ne sancì poi la legittimità, aprendo la strada alle radio libere in Italia.
Nel settembre del 1975, Grauso fondò anche Videolina, la prima televisione privata sarda. Le prime trasmissioni erano in bianco e nero e poi a colori, la tv privata contribuì - così come la radio - a rompere il monopolio pubblico televisivo. Su Videolina erano trasmessi cartoni animati, film, telegiornali e programmi di cultura locale.
Oltre a essere un editore, Grauso sarà ricordato come un visionario capace di cambiare il volto della Sardegna. A fine anni ’70, Videolina si ampliò acquistando altre televisioni locali e installando ripetitori in tutta l’isola. Negli anni ’80, puntò ancora sull’informazione, lanciando un innovativo telegiornale continuo ogni mezz’ora.
Ma è nel 1985 che Grauso si approcciò alla sfida che lo ha consacrato nella storia del giornalismo. L’editore acquistò L’Unione Sarda, rivoluzionando il giornale con investimenti tecnologici: computer, un nuovo centro stampa e la modernizzazione del layout. Sotto la sua guida, il quotidiano divenne il primo in Europa a essere consultabile online, nel 1994.
Alla fine degli anni ’80 Grauso puntò sull’editoria nazionale con l’acquisizione di azioni di Rinascita e del Manifesto, e presto riuscì a lanciarsi all’estero. Nel 1991 acquistò addirittura il quotidiano polacco Zycie Warszawy, modernizzandolo in modo radicale. Nel 1993 poi fondò Polonia 1, una syndication televisiva che puntava a diventare la prima rete nazionale privata del Paese. Le sfide nell’Est Europa però non andarono come sperato.
Sempre negli anni ’90, fu anche precursore di Internet con la creazione di Video On Line, uno dei primi provider italiani diffuso capillarmente, poi venduto a Telecom Italia nel 1996. La creazione di "Video On Line" è uno dei principali motivi per cui è ricordato come un visionario da molti. Nel 1997 Grauso lasciò l’editoria e fondò il Nuovo Movimento, con cui si candidò a sindaco di Cagliari (ottenendo il 14,47%) e partecipò alle regionali del 1999, conquistando due seggi. L’esperienza politica si concluse nel 2001, quando si dimise.
Da anni scomparso dalle scene nazionali e locali, si è scoperto nel 2024 che a Grauso era stato diagnosticato un carcinoma inoperabile a piccole cellule. L’editore si è spento questa mattina, 18 maggio 2025, a Cagliari a poco più di un anno dalla scoperta della malattia.