I tempi sono proprio cambiati: oggigiorno, essere un cittadino americano, almeno in Italia, costituisce un problema. E anche se si diventa papa, il passaporto a stelle e strisce rimane un macigno per la propria popolarità. Lo dimostra il sondaggio sulla figura del nuovo pontefice, Leone XIV, firmato da Only Numbers, pubblicato questa mattina da La Stampa e commentato da Alessandra Ghisleri.
Prevost, in generale, convince solo un italiano su due. Ma tra i più giovani vince senza dubbio lo scetticismo.
Go home, yankee! Se potesse, la maggioranza dei giovani italiani non avrebbe difficoltà a gridarlo. Magari con la speranza di mettere le lancette della storia indietro e di far ripetere il Conclave confidando in un altro esito. Prevost non piace agli under 25 di casa nostra. Per nessun motivo teologico o comportamentale. Ma per il solo fatto che è un americano: questo, nel nostro Paese, sembra incredibile a dirsi, piace sempre meno.
Se avessero potuto farlo i giovani, in Cappella Sistina, avrebbero indicato con molta probabilità un altro pontefice terzomondista, un altro Bergoglio per intenderci: altro che Mr. Prevost!
ha commentato la sondaggista Alessandra Ghisleri. Con questo, confermando che il fenomeno dell'impopolarità degli Stati Uniti, molto probabilmente, accompagna un atteggiamento più generalmente anti-Occidentale che evidentemente nel nostro Paese matura già da anni.
Quindi, la storia sotto-sopra, si potrebbe dire: l'America non è più vista come la patria dei sogni che possono avverarsi, non rappresenta più il Paese guida del mondo libero, ma è considerata alla stessa stregua, se non peggio, dei regimi antidemocratici come quello russo e cinese. Un vero smacco, un bel problema.
Sta di fatto che quasi il 60% dei ragazzi di età compresa tra i 18 e i 24 anni si dimostra "diffidente sulla possibilità che la nazionalità americana potrà agevolare i rapporti internazionali con Donald Trump", come ha scritto Ghisleri. Ma non solo: c'è da rilevare soprattutto questo:
ha fatto presente la sondaggista, fino a una quota del 56,1% del campione sondato.
Ma perché? Sempre secondo Alessandra Ghisleri,
In altre parole, ciò che si rileva dal sondaggio è che "il timore potrebbe essere quello che la spiritualità possa dimostrarsi subordinata alla geopolitica e che la Chiesa possa perdere la sua capacità di essere una voce autonoma, libera, profetica e globale"
Tutte cose che, evidentemente, per i giovani, in primis proprio l'America non è più in condizioni di incarnare.
Papa Prevost, quindi, al di là delle celebrazioni di ieri, inizia in salita il suo Pontificato. Certo, solo il 28,9% del campione intervistato crede che il Papa born in the Usa possa essere utile nei rapporti internazionali del tycoon.
Ma comunque Prevost è uno yankee e, in quanto tale, deve conquistare la fiducia dei giovani italiani. Tanto più che, sempre secondo Ghisleri, nemmeno le sue parole sulla pace hanno convinto del tutto: per la sondaggista sono sembrate, più che altro, parole di circostanza.
Quel che resta sicuro è che anche ieri, a piazza San Pietro, ha suscitato più simpatia un gruppo di ragazzi con la bandiera della Palestina (molti hanno chiesto un selfie tenendo in mano il vessillo) rispetto a un altro con la bandiera degli Stati Uniti. Quest'ultimo voleva festeggiare il primo Papa nato in America del Nord, ma evidentemente già si è reso conto di tutte le difficoltà che questa caratteristica gli comporta.