19 May, 2025 - 15:22

La maggioranza si spacca sul terzo mandato: ecco cosa è successo

La maggioranza si spacca sul terzo mandato: ecco cosa è successo

È ancora il terzo mandato a minare la stabilità del governo Meloni e i suoi equilibri interni. La tanto discussa soluzione per il voto regionale e locale è tornata a far parlare di sé dopo che il Consiglio dei ministri ha impugnato una legge approvata dal Consiglio provinciale del Trentino-Alto Adige lo scorso 9 aprile. A presentare il ddl è stato il capogruppo locale della Lega, Mirko Bisesti. L'obiettivo della norma è consentire al presidente della Provincia di poter essere eletto per la terza volta, modificando così la legge del 2003. L'approvazione di questa legge consente al presidente della Provincia autonoma di potersi ricandidare per una terza volta nel 2028. 

Il Consiglio dei ministri ha impugnato di fronte alla Consulta la legge della Provincia autonoma di Trento che ha innalzato da due a tre il limite dei mandati consecutivi possibili per il presidente dell'ente. A opporsi alla scelta del Cdm è stata la Lega di Salvini. Il Carroccio infatti è sempre stato sostenitore del terzo mandato e ha insistito affinché in Veneto Luca Zaia potesse ricandidarsi per una terza volta.

Fratelli d'Italia e Forza Italia, tuttavia, hanno sempre espresso un parere contrario alla modifica delle norme che stabiliscono un limite di mandati pari a due. La questione del terzo mandato era già stata affrontata negli scorsi mesi per le elezioni regionali, quando il Consiglio regionale campano ha approvato una norma per consentire la terza candidatura del presidente della Regione Vincenzo De Luca. A riguardo, la Corte Costituzionale si è già espressa ad aprile, reputando la norma regionale anticostituzionale.

Cosa è successo sul terzo mandato

Nuovo scontro nella maggioranza relativo al terzo mandato. Questa volta ad alzare polverone tra Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega è una legge approvata dal consiglio provinciale del Trentino-Alto Adige e portata avanti da un esponente della Lega locale. La norma prevedeva la possibilità di candidarsi per la terza volta alla presidenza della provincia autonoma e sarebbe stata un assist perfetto per il governatore Fugatti per una terza candidatura nel 2028.

La legge è passata con 19 sì e 16 voti contrari lo scorso 9 aprile. Già a livello locale si è verificata una spaccatura tra Fratelli d'Italia e Lega, con due esponenti del partito di Giorgia Meloni che si sono espressi contro, mentre altri due hanno votato a favore contro le indicazioni del partito. Una spaccatura che ora rischia di passare da locale a nazionale poiché le linee di Fratelli d'Italia e Lega sul terzo mandato sono molto distanti.

La legge provinciale e la Corte costituzionale

La decisione del Consiglio provinciale di Trento è stata presa nel medesimo giorno in cui la Consulta ha ritenuto incostituzionale la legge regionale della Campania che avrebbe permesso all'attuale presidente della Regione Vincenzo De Luca di candidarsi per un terzo mandato consecutivo. La norma approvata dal Consiglio regionale campano avrebbe avuto effetti anche sulla Regione Veneto, dove l'attuale governatore Zaia si apprestava a candidarsi per un terzo mandato.

Anche in quel caso, è stato il governo a impugnare di fronte alla Corte Costituzionale la legge della Campania, che era stata approvata lo scorso novembre con l’intento di permettere la terza candidatura di De Luca quest'anno, nonostante la legge ne preveda al massimo due consecutivi. Adesso la Consulta dovrà pronunciarsi anche sul caso del Trentino-Alto Adige, che è a statuto speciale e, a differenza di quelle a statuto ordinario, gode di diverse forme di autonomia.

L'accusa del centrosinistra: "Governo spaccato"

Non è la prima volta che la Lega solleva polemiche all'interno del governo Meloni. Il Carroccio questa volta ha ribadito che la recente impugnatura da parte del Consiglio dei ministri è di natura politica e che ingerenze di questo tipo non sono necessarie. La Lega accusa chi ha deciso di impugnare la legge, asserendo il fatto che non è stato preso in considerazione che è una norma prodotta da una Regione a statuto speciale, come ribadito dalle esponenti del Carroccio Vanessa Cattoi e Elena Testor:

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L’autonomia del Trentino è un valore non negoziabile e fondamentale. Questo sia chiaro anche ai colleghi di maggioranza.

Il leader del Carroccio, Matteo Salvini, oggi nel corso di una conferenza stampa al ministero dei Trasporti, ha detto riguardo al caso Trentino:

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Nessun problema. Questioni locali

Nel frattempo, il centrosinistra si chiede se effettivamente esista ancora un "governo Meloni" dopo le beghe odierne. Il deputato di +Europa Benedetto Della Vedova ha scritto un post polemico su X invitando la presidente del Consiglio a recarsi in Parlamento per fare chiarezza; anche la senatrice di Italia Viva Raffaella Paita non è da meno:

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Dopo la clamorosa spaccatura in Consiglio dei ministri sul terzo mandato nella provincia autonoma di Trento, è lecito chiedersi se esista ancora un governo Meloni.

Riassunto in tre punti

  • Il governo Meloni è diviso sul tema del terzo mandato, con la Lega favorevole e Fratelli d'Italia e Forza Italia contrari, evidenziando tensioni interne soprattutto dopo la legge del Trentino-Alto Adige sul terzo mandato impugnata dal Consiglio dei ministri.
  • La Corte Costituzionale ha già dichiarato incostituzionale una norma simile in Campania e ora dovrà pronunciarsi anche sul caso del Trentino-Alto Adige, regione a statuto speciale con autonomia differenziata.
  • Il centrosinistra sfrutta la spaccatura per mettere in dubbio la coesione del governo Meloni, mentre la Lega accusa la maggioranza di ingerenze politiche e difende l'autonomia del Trentino.

 

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Francesco Fatone
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