È ancora il terzo mandato a minare la stabilità del governo Meloni e i suoi equilibri interni. La tanto discussa soluzione per il voto regionale e locale è tornata a far parlare di sé dopo che il Consiglio dei ministri ha impugnato una legge approvata dal Consiglio provinciale del Trentino-Alto Adige lo scorso 9 aprile. A presentare il ddl è stato il capogruppo locale della Lega, Mirko Bisesti. L'obiettivo della norma è consentire al presidente della Provincia di poter essere eletto per la terza volta, modificando così la legge del 2003. L'approvazione di questa legge consente al presidente della Provincia autonoma di potersi ricandidare per una terza volta nel 2028.
Il Consiglio dei ministri ha impugnato di fronte alla Consulta la legge della Provincia autonoma di Trento che ha innalzato da due a tre il limite dei mandati consecutivi possibili per il presidente dell'ente. A opporsi alla scelta del Cdm è stata la Lega di Salvini. Il Carroccio infatti è sempre stato sostenitore del terzo mandato e ha insistito affinché in Veneto Luca Zaia potesse ricandidarsi per una terza volta.
Fratelli d'Italia e Forza Italia, tuttavia, hanno sempre espresso un parere contrario alla modifica delle norme che stabiliscono un limite di mandati pari a due. La questione del terzo mandato era già stata affrontata negli scorsi mesi per le elezioni regionali, quando il Consiglio regionale campano ha approvato una norma per consentire la terza candidatura del presidente della Regione Vincenzo De Luca. A riguardo, la Corte Costituzionale si è già espressa ad aprile, reputando la norma regionale anticostituzionale.
Nuovo scontro nella maggioranza relativo al terzo mandato. Questa volta ad alzare polverone tra Forza Italia, Fratelli d'Italia e Lega è una legge approvata dal consiglio provinciale del Trentino-Alto Adige e portata avanti da un esponente della Lega locale. La norma prevedeva la possibilità di candidarsi per la terza volta alla presidenza della provincia autonoma e sarebbe stata un assist perfetto per il governatore Fugatti per una terza candidatura nel 2028.
La legge è passata con 19 sì e 16 voti contrari lo scorso 9 aprile. Già a livello locale si è verificata una spaccatura tra Fratelli d'Italia e Lega, con due esponenti del partito di Giorgia Meloni che si sono espressi contro, mentre altri due hanno votato a favore contro le indicazioni del partito. Una spaccatura che ora rischia di passare da locale a nazionale poiché le linee di Fratelli d'Italia e Lega sul terzo mandato sono molto distanti.
La decisione del Consiglio provinciale di Trento è stata presa nel medesimo giorno in cui la Consulta ha ritenuto incostituzionale la legge regionale della Campania che avrebbe permesso all'attuale presidente della Regione Vincenzo De Luca di candidarsi per un terzo mandato consecutivo. La norma approvata dal Consiglio regionale campano avrebbe avuto effetti anche sulla Regione Veneto, dove l'attuale governatore Zaia si apprestava a candidarsi per un terzo mandato.
Anche in quel caso, è stato il governo a impugnare di fronte alla Corte Costituzionale la legge della Campania, che era stata approvata lo scorso novembre con l’intento di permettere la terza candidatura di De Luca quest'anno, nonostante la legge ne preveda al massimo due consecutivi. Adesso la Consulta dovrà pronunciarsi anche sul caso del Trentino-Alto Adige, che è a statuto speciale e, a differenza di quelle a statuto ordinario, gode di diverse forme di autonomia.
Non è la prima volta che la Lega solleva polemiche all'interno del governo Meloni. Il Carroccio questa volta ha ribadito che la recente impugnatura da parte del Consiglio dei ministri è di natura politica e che ingerenze di questo tipo non sono necessarie. La Lega accusa chi ha deciso di impugnare la legge, asserendo il fatto che non è stato preso in considerazione che è una norma prodotta da una Regione a statuto speciale, come ribadito dalle esponenti del Carroccio Vanessa Cattoi e Elena Testor:
Il leader del Carroccio, Matteo Salvini, oggi nel corso di una conferenza stampa al ministero dei Trasporti, ha detto riguardo al caso Trentino:
Nel frattempo, il centrosinistra si chiede se effettivamente esista ancora un "governo Meloni" dopo le beghe odierne. Il deputato di +Europa Benedetto Della Vedova ha scritto un post polemico su X invitando la presidente del Consiglio a recarsi in Parlamento per fare chiarezza; anche la senatrice di Italia Viva Raffaella Paita non è da meno:
Mi sembra di capire che sul terzo mandato per Trentino e Friuli, un tema politicamente tutt’altro che irrilevante, la maggioranza di Meloni sia andata in pezzi direttamente in Consiglio dei Ministri.
— BenedettoDellaVedova???????????????? (@bendellavedova) May 19, 2025
Presidente, fa finta di nulla o viene subito in Parlamento?