19 May, 2025 - 19:06

Perchè Alessandro Gassmann chiede di cambiare nome al teatro di Gallarate intitolato al padre?

Perchè Alessandro Gassmann chiede di cambiare nome al teatro di Gallarate intitolato al padre?

Una lettera aperta e polemica nei confronti del sindaco di Gallarate, in provincia di Varese. Così Alessandro Gassmann ha chiesto che il teatro intitolato al padre Vittorio cambiasse nome. Qual è il motivo dietro questa polemica nei confronti del primo cittadino leghista Andrea Cassani? Lo scorso sabato, 17 maggio 2025, il teatro Gassmann ha ospitato il Remigration Summit – un evento legato all'estrema destra che vorrebbe l'espulsione degli immigrati da ogni Paese europeo senza nessuna distinzione.

Secondo i quattrocento partecipanti al Summit dello scorso sabato, la cultura europea sarebbe in pericolo proprio a causa della presenza di stranieri sul territorio. Idee molto distanti da quelle di casa Gassmann e alle quali l'attore non vuole vedere in alcun modo associato il nome di suo padre.

Una richiesta pesante in un momento nel quale Gallarate è nell'occhio del ciclone per la vicenda dello scorso sabato. Il sindaco Andrea Cassani tuttavia non si è perso d'animo e ha risposto che, secondo lui, Vittorio Gassmann non avrebbe mai chiesto la rimozione del suo nome e avrebbe rispettato tutte le idee – anche quelle diverse dalle sue. Il primo cittadino ha poi citato il ministro Matteo Piantedosi che negli scorsi giorni ha detto che ogni contributo è fondamentale in democrazia.

La richiesta di Gassmann

Poche ma pesanti parole, quelle di Alessandro Gassmann. L'attore ha chiesto al sindaco di Gallarate, Andrea Cassani, di rimuovere il nome di suo padre Vittorio dal teatro che qualche giorno fa ha ospitato il Remigration Summit. L'evento, legato all'estrema destra europea, si sarebbe dovuto tenere in un primo momento a Milano ma successivamente è stato spostato nel comune varesotto a seguito di insistenti polemiche sulla natura politica dei partecipanti.

Nel corso del summit, tenutosi lo scorso sabato, si è parlato di rimpatriare immigrati ed espellere dal Paese anche chi ne è figlio o nipote in quanto culturalmente incompatibili con i modelli e i principi di vita europei. Di tutta risposta, a Milano sono scese in piazza 30mila persone per protestare contro l'evento e l'estrema destra.

Cosa c'è scritto nella lettera

Sui suoi profili social, l'attore ha condiviso il contenuto della lettera al sindaco Cassani dove dice di essere venuto a conoscenza dell'evento che si è tenuto all'interno del teatro che porta il nome di suo padre. L'attore parla dei partecipanti definendoli "neonazisti" e "neofascisti" e spiega che se l'intenzione è quella di continuare a ospitare in futuro persone con idee razziste o illiberali tanto vale togliere il nome di suo padre dal teatro.

Gassmann infine spiega che suo padre ha avuto in famiglia persone deportate e uccise dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Vittorio Gassmann infatti aveva origini ebraiche da parte della madre, Luisa Ambron. Ecco il contenuto della breve, ma netta, lettera diffusa dall'attore:

virgolette
Messaggio per il sindaco di Gallarate. Caro sindaco, leggo che nel teatro intitolato a mio padre nella vostra cittadina, ieri è avvenuta la riunione internazionale dei partiti di estrema destra europei (neofascisti e nazisti). Se nelle sue intenzioni – precisa Gassmann – vi è quella di continuare a ospitare in un luogo di cultura manifestazioni con slogan razzisti e illiberali, le chiedo di togliere il nome di mio padre al suddetto teatro. Mio padre ebbe parenti deportati e uccisi dai nazifascisti. Grazie

La risposta del sindaco Cassani

Il sindaco di Gallarate, il leghista Andrea Cassani, ha subito risposto all'attore. Il primo cittadino ha detto che Vittorio Gassmann era uomo di cultura eclettico che non ebbe mai paura di esternare la propria appartenenza politica e, come tutte le persone di valore, che hanno fatto la storia del nostro Paese, non avrebbe adoperato "la censura aprioristica" sulle idee altrui ma avrebbe usato "la forza di idee più convincenti".

Il sindaco ha poi ribadito che l'evento era organizzato da un'associazione culturale di ragazzi di destra che ha pagato la sala. Secondo Cassani questo non costituirebbe un affronto alla figura di Gassmann:

virgolette
Gallarate è da sempre una città democratica con una grande attenzione per la cultura. Possiamo vantarci di avere quattro teatri, due musei e siamo tra le poche città non capoluogo ad avere un conservatorio musicale. Investiamo tanto, da molti anni, sulla cultura e uno dei luoghi della cultura più belli della città porta il nome di suo padre. Questo è un omaggio di Gallarate a un grande uomo e un grande artista.

Il sindaco conclude dicendo che quanto accaduto fornisce lo spunto per rivedere le regole per affittare le sale pubbliche, tra cui quelle del teatro 'Vittorio Gassmann'. Cassani ha citato poi il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi che ha dichiarato, da un evento di "Noi Moderati" a Napoli lo scorso sabato, che in democrazia c'è bisogno dei contributi di tutti.

Riassunto in tre punti

  • Alessandro Gassmann ha chiesto di rimuovere il nome del padre dal teatro comunale di Gallarate dopo che questo ha ospitato il Remigration Summit, evento dell’estrema destra.
  • Nella sua lettera, Gassmann denuncia l’incompatibilità tra le idee razziste del summit e la memoria del padre, e rievoca le origini ebraiche della famiglia.
  • Il sindaco Cassani ha difeso la scelta, parlando di libertà democratica e annunciando un possibile riesame delle regole per l’uso degli spazi pubblici.
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Francesco Fatone
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