Una lettera aperta e polemica nei confronti del sindaco di Gallarate, in provincia di Varese. Così Alessandro Gassmann ha chiesto che il teatro intitolato al padre Vittorio cambiasse nome. Qual è il motivo dietro questa polemica nei confronti del primo cittadino leghista Andrea Cassani? Lo scorso sabato, 17 maggio 2025, il teatro Gassmann ha ospitato il Remigration Summit – un evento legato all'estrema destra che vorrebbe l'espulsione degli immigrati da ogni Paese europeo senza nessuna distinzione.
Secondo i quattrocento partecipanti al Summit dello scorso sabato, la cultura europea sarebbe in pericolo proprio a causa della presenza di stranieri sul territorio. Idee molto distanti da quelle di casa Gassmann e alle quali l'attore non vuole vedere in alcun modo associato il nome di suo padre.
Una richiesta pesante in un momento nel quale Gallarate è nell'occhio del ciclone per la vicenda dello scorso sabato. Il sindaco Andrea Cassani tuttavia non si è perso d'animo e ha risposto che, secondo lui, Vittorio Gassmann non avrebbe mai chiesto la rimozione del suo nome e avrebbe rispettato tutte le idee – anche quelle diverse dalle sue. Il primo cittadino ha poi citato il ministro Matteo Piantedosi che negli scorsi giorni ha detto che ogni contributo è fondamentale in democrazia.
Poche ma pesanti parole, quelle di Alessandro Gassmann. L'attore ha chiesto al sindaco di Gallarate, Andrea Cassani, di rimuovere il nome di suo padre Vittorio dal teatro che qualche giorno fa ha ospitato il Remigration Summit. L'evento, legato all'estrema destra europea, si sarebbe dovuto tenere in un primo momento a Milano ma successivamente è stato spostato nel comune varesotto a seguito di insistenti polemiche sulla natura politica dei partecipanti.
Nel corso del summit, tenutosi lo scorso sabato, si è parlato di rimpatriare immigrati ed espellere dal Paese anche chi ne è figlio o nipote in quanto culturalmente incompatibili con i modelli e i principi di vita europei. Di tutta risposta, a Milano sono scese in piazza 30mila persone per protestare contro l'evento e l'estrema destra.
Sui suoi profili social, l'attore ha condiviso il contenuto della lettera al sindaco Cassani dove dice di essere venuto a conoscenza dell'evento che si è tenuto all'interno del teatro che porta il nome di suo padre. L'attore parla dei partecipanti definendoli "neonazisti" e "neofascisti" e spiega che se l'intenzione è quella di continuare a ospitare in futuro persone con idee razziste o illiberali tanto vale togliere il nome di suo padre dal teatro.
Gassmann infine spiega che suo padre ha avuto in famiglia persone deportate e uccise dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale. Vittorio Gassmann infatti aveva origini ebraiche da parte della madre, Luisa Ambron. Ecco il contenuto della breve, ma netta, lettera diffusa dall'attore:
Il sindaco di Gallarate, il leghista Andrea Cassani, ha subito risposto all'attore. Il primo cittadino ha detto che Vittorio Gassmann era uomo di cultura eclettico che non ebbe mai paura di esternare la propria appartenenza politica e, come tutte le persone di valore, che hanno fatto la storia del nostro Paese, non avrebbe adoperato "la censura aprioristica" sulle idee altrui ma avrebbe usato "la forza di idee più convincenti".
Il sindaco ha poi ribadito che l'evento era organizzato da un'associazione culturale di ragazzi di destra che ha pagato la sala. Secondo Cassani questo non costituirebbe un affronto alla figura di Gassmann:
Il sindaco conclude dicendo che quanto accaduto fornisce lo spunto per rivedere le regole per affittare le sale pubbliche, tra cui quelle del teatro 'Vittorio Gassmann'. Cassani ha citato poi il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi che ha dichiarato, da un evento di "Noi Moderati" a Napoli lo scorso sabato, che in democrazia c'è bisogno dei contributi di tutti.