Il prossimo referendum, le possibili crepe interne al governo sul terzo mandato, il futuro della guerra in Medio Oriente e le correnti del Partito Democratico: sono tanti i temi che la segretaria del PD, Elly Schlein, ha affrontato nel corso della puntata di oggi, 20 maggio 2025, a Porta a Porta, su Rai Uno. La segretaria dem ha discusso nel programma di Bruno Vespa di vari argomenti legati al futuro politico dell’Italia.
La battaglia centrale dei prossimi mesi sarà il referendum su cittadinanza e lavoro, previsto per l’8 e 9 giugno. Un appuntamento elettorale al quale il governo Meloni ha invitato a non partecipare, come emerso dalle dichiarazioni degli ultimi giorni. Proprio questa linea astensionista è stata duramente criticata dalla segretaria dem, che ha affermato che sarebbe una vergogna se Meloni non si recasse alle urne.
Schlein ha inoltre annunciato che presenterà, assieme ad Alleanza Verdi Sinistra e Movimento Cinque Stelle, una mozione contro Netanyahu, per chiedere al governo di impegnarsi per un cessate il fuoco tra le parti in conflitto e per il rilascio degli ostaggi. Si è parlato anche delle correnti interne al Partito Democratico, che la segretaria ha definito una naturale conseguenza dell’essere un grande partito nazionale.
Per l’8 e 9 giugno 2025, Schlein ha dichiarato che non ci sono scuse: sarà fondamentale recarsi alle urne per votare cinque “sì” e modificare la legge sulla cittadinanza, rendendola più moderna e attuale. Ha evidenziato anche l’importanza dei quattro quesiti legati al lavoro e all’abrogazione del Jobs Act, tema che ha diviso il centrosinistra.
La leader dem ha fortemente criticato l’atteggiamento del governo, che invita all’astensione, definendolo grave e pericoloso per la democrazia:
Non è mancata una critica al lavoro del governo sulla questione Gaza. L’esecutivo è accusato di non aver assunto una chiara posizione di condanna nei confronti del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Durante il premier time, Meloni ha dichiarato che alcune azioni israeliane sono da condannare, ma non ha preso le distanze dal leader israeliano.
Schlein, insieme a M5S e Alleanza Verdi Sinistra, è intenzionata a presentare una mozione per impegnare il governo su tre fronti: cessate il fuoco immediato, liberazione degli ostaggi e sanzioni contro il governo Netanyahu. Ha dichiarato:
Ha concluso con un’affermazione provocatoria: su Gaza, la presidente Meloni rischia di essere superata persino dal presidente statunitense Donald Trump.
Non mancano le divisioni nel centrosinistra. Oltre alla distanza ideologica tra i partiti del cosiddetto “campo largo”, Schlein ha dovuto affrontare anche il tema delle diverse correnti interne al PD. Come già avvenuto sul voto contro il riarmo a marzo, anche sul referendum di giugno la corrente guidata da Bonaccini sembra avere posizioni più vicine a quelle di Renzi e Calenda.
Per Schlein, però, le correnti non rappresentano un problema, bensì la naturale conseguenza di essere un grande partito: