Un rapporto riservato, commissionato dal governo francese e recentemente declassificato, sta scuotendo la Francia e l’Europa: secondo i servizi di intelligence, la Fratellanza musulmana avrebbe messo in atto una strategia sistematica per infiltrarsi nelle istituzioni e nella società francese, con l’obiettivo finale di imporre progressivamente la sharia, la legge islamica, nel cuore della Repubblica.
Il documento, 73 pagine di analisi e testimonianze raccolte in mesi di indagini da parte di prefetti, ambasciatori e servizi di sicurezza, è stato presentato al Consiglio di Difesa nazionale presieduto da Emmanuel Macron. Il rapporto, che doveva restare segreto ma di cui sono circolate ampie anticipazioni, denuncia la presenza di una “rete tentacolare” riconducibile ai Fratelli musulmani, attiva in almeno venti dipartimenti francesi. Questa rete sarebbe riuscita a infiltrare scuole, università, associazioni sportive, aziende e persino alcune amministrazioni locali, sfruttando le debolezze della democrazia per avanzare il proprio progetto politico.
Secondo il ministro dell’Interno Bruno Retailleau, “il loro obiettivo finale è quello di far inginocchiare l’intera società francese alla legge della sharia”. Il rapporto parla di “rischio frériste” e di una minaccia che mina la coesione nazionale in modo progressivo e silenzioso.
La strategia dei Fratelli musulmani, secondo il dossier, si fonda su dissimulazione, gradualismo e inserimento sistemico. L’organizzazione non agisce apertamente, ma preferisce un approccio “sotterraneo”, creando una fitta rete di moschee, scuole, associazioni caritatevoli e culturali, e sfruttando i social media per diffondere la propria visione. In particolare, sono stati identificati 139 luoghi di culto affiliati a “Musulmani di Francia”, considerata la vetrina ufficiale della Fratellanza nel Paese.
Il rapporto sottolinea anche l’accesso a fondi esteri provenienti da Turchia, Qatar e Kuwait, utilizzati per finanziare attività di propaganda e “separatismo religioso”. L’influenza si esercita anche attraverso pressioni su politici locali, con l’obiettivo di ottenere modifiche legislative favorevoli all’islamizzazione della società.
Il dossier descrive un vero e proprio “progetto globale” dei Fratelli musulmani: la re-islamizzazione delle comunità musulmane, la promozione del velo islamico fin dall’infanzia, la comunitarizzazione della vita sociale e scolastica e la creazione di enclave dove vigono regole proprie, in contrasto con i principi laici e repubblicani. Gli autori del rapporto avvertono che la Fratellanza, oggi meno influente nel mondo arabo, ha spostato il proprio baricentro sull’Europa, dove trova terreno fertile per la sua strategia di lungo periodo.
Il presidente Macron ha chiesto al governo di intervenire “entro giugno” con nuove misure, sottolineando l’urgenza di una risposta ferma ma anche la necessità di non confondere la lotta contro l’islamismo politico con un attacco a tutti i musulmani, in un Paese che ospita la più grande comunità islamica d’Europa. Il rapporto invita a una “presa di coscienza” collettiva e suggerisce di aggiornare la dottrina pubblica sull’islamismo politico, proponendo anche un monitoraggio parlamentare costante.
Tuttavia, la Federazione dei Musulmani francesi ha respinto ogni accusa di legami con progetti politici stranieri, mettendo in guardia contro “pericolose confusioni” tra Islam e radicalismo.