03 Jul, 2025 - 10:55

Chi era Alexander Langer? Come morì, la tragedia trent'anni fa preannunciata con tre biglietti

Chi era Alexander Langer? Come morì, la tragedia trent'anni fa preannunciata con tre biglietti

Oggi, 3 luglio 2025, ricorre il trentennale della morte di Alexander Langer, il politico e attivista pacifista e ambientalista nato a Vipiteno, in Trentino Alto Adige, nel 1946 e morto suicida a Firenze il 3 luglio del 1995.

Langer si tolse la vita impiccandosi a un albero dopo aver lasciato tre biglietti.

Il primo fu scritto in tedesco ed era rivolto ai suoi amici:

virgolette
I pesi mi sono diventati davvero insostenibili, non ce la faccio più. Vi prego di perdonarmi tutti anche per questa dipartita. Un grazie a coloro che mi hanno aiutato ad andare avanti. Non rimane da parte mia alcuna amarezza nei confronti di coloro che hanno aggravato i miei problemi. Venite a me, voi che siete stanchi ed oberati. Anche nell'accettare questo invito mi manca la forza. Così me ne vado più disperato che mai. Non siate tristi, continuate in ciò che era giusto

Gli altri due erano più privati: entrambi menzionavano la moglie, Valeria Malcontenti:

"Perdonatemi tutti e vogliate bene a Valeria"

si leggeva nel primo biglietto. Nel secondo, invece, c'era scritto questo:

virgolette
Valeria, amata più di quanto tu non voglia credere, non ce la faccio più. Perdonami e cerca una nuova spinta di vita. Ti abbraccio proprio forte

In ogni caso, oggi che il mondo pacifista si riunisce attorno a figure che sembrano più che altro mosse dal proprio cinismo e per meri calcoli elettorali, forse è ancora più importante ed emblematico ricordare Langer come un vero pacifista, un uomo politico che non volle mai essere un demagogo e non perse mai di vista la realtà.

La biografia di Alexander Langer, la lezione di pacifismo e la tragedia finale

Gli ultimi anni della sua vita, Alexander Langer li dedicò alla causa pacifista. A metà degli anni Novanta, infatti, l'ex Jugoslavia fu sconvolta da una drammatica guerra. E per porre fine al conflitto, dopo ripetuti tentativi di accordo in Bosnia e in Kossovo, Langer prima invitò la comunità internazionale ad inviare in quella nazione i caschi blu dell'Onu.

Poi si rese conto che solo un intervento militare poteva riportare una certa calma nell'area preservando la sicurezza della popolazione civile.

Già prima del massacro di Srebrenica, nonostante fosse un convinto pacifista e un nonviolento, chiese l'intervento internazionale armato definendo i caschi blu "ostaggi dileggiati".

I soldati, allora, dovevano servire a fermare l´aggressione, proteggere le vittime, punire i colpevoli, e impedire che "la conquista etnica con la forza delle armi tornasse a essere legge in Europa".

Chissà a quanti della sinistra di oggi che chiudono gli occhi davanti alle atrocità dell'invasione di Putin in Ucraina fischiano le orecchie.

Tanto più che, nelle vesti di europarlamentare, nel 1994, si fece promotore di un Corpo civile di Pace Europeo che doveva avere il compito di gestire, trasformare e prevenire i conflitti senza l'uso della violenza o delle armi.

Come nacque l'impegno politico e pacifista di Langer

Sta di fatto che l'impegno politico di Langer nacque fin da quando era giovanissimo in quanto la sua famiglia altoatesina aveva molto a cuore una convivenza pacifica tra la comunità germanofona e quella italiana di quella regione.

A diciotto anni fondò una rivista insieme a dei coetanei di cultura tedesca, italiana e ladina proprio per dimostrare che una convivenza era possibile e necessaria. 

Uno dei pilastri del suo pacifismo derivò proprio da quell'esperienza territoriale: anni prima, del resto, aveva forgiato anche un altro grande altoatesino, Alcide De Gasperi:

virgolette
Quando mi trovo di fronte ad un conflitto di natura etnica, mi metto per prima cosa a vedere se esiste qualche gruppo che riesca a riunire al proprio interno persone dell'uno e dell'altro schieramento

Langer, gli studi universitari a Firenze e la prima militanza

Alexander Langer si laureò a Firenze in giurisprudenza. Per un periodo, essendo un fervente cattolico, pensò anche di prendere i voti. Poi, soprattutto dopo aver conosciuto don Lorenzo Milani, don Ernesto Balducci e Adriano Sofri, cominciò a dedicarsi anima e corpo alla politica.

La sua prima militanza fu in Lotta Continua, uno dei gruppi più importanti della sinistra extraparlamentare di quegli anni. Ma il suo modo di intendere la politica, il confronto, il dialogo, ben presto, lo rese autonomo. 

Nel 1978 diventò consigliere provinciale a Bolzano con una lista tutta sua: "Nuova sinistra". 

All'inizio degli anni Ottanta, invece, abbracciò la causa ambientalista contribuendo a fondare i Verdi, partito con il quale fu eletto al parlamento europeo nel 1989 e nel 1994. 

Il suo impegno ecologista lo portò a ideare anche "La fiera delle utopie possibili" di Città di Castello. E soprattutto a coniare uno slogan che, molti anni più tardi, avrebbe ispirato anche Papa Francesco nella sua enciclica "Laudato sì". 

Il motto derivava da quello olimpico "citius, altius, fortius", ossia: "più veloce, più alto, più forte". Lo convertì così:

virgolette
Lentius, profundius, suavius: più lento, più profondo, più dolce

La tragica fine di Alexander Langer

Prima di decidere di togliersi la vita, Langer partecipò a Cannes a una manifestazione che chiedeva all'Europa di assumersi le sue responsabilità e di intervenire in Bosnia. Il suo ultimo articolo, significativamente, fu intitolato "L'Europa muore o rinasce a Sarajevo". 

Parole che lette oggi sono davvero profetiche perché oltre che a Kiev, l'ingerenza russa proprio in questi giorni si sta facendo sentire anche in Serbia, nel cuore dell'ex Jugoslavia. 

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