I lavoratori che, tra il 2025 e il 2026, intendono accedere alla pensione si troveranno di fronte a una vera e propria partita a scacchi tra le diverse vie d'uscita dal mondo del lavoro. Il passaggio dalla vita lavorativa a quella pensionistica si configura, infatti, come un universo complesso e in costante evoluzione. Per fare chiarezza su aspetti cruciali come l'importo medio pensionistico e i vari canali di accesso, l'INPS ha fornito importanti dettagli attraverso i dati del suo Osservatorio sui flussi di pensionamento. Ma come si può accedere alla pensione, a quale misura dell'assegno INPS si ha diritto e quali cambiamenti sono attesi dal prossimo anno?
La Legge Fornero, introdotta nel sistema pensionistico nel 2011, ha fissato nuovi requisiti che, abbinati al sistema di calcolo della riforma Dini, hanno reso più stringente l'accesso alla pensione. Senza nuovi interventi correttivi, la tendenza è chiara: si andrà in pensione sempre più tardi e con assegni più ridotti.
Per il 2026, non sono previste modifiche rilevanti ai requisiti né al calcolo degli assegni; tuttavia, le misure in scadenza a dicembre 2025 dovrebbero essere rinnovate. Dal 2027, invece, si avvierà il processo di allungamento dell'età pensionabile, dovuto all'applicazione delle disposizioni sull'aspettativa di vita. Questo adeguamento, il primo dal 2019, posticiperà l'età per la pensione di vecchiaia e la pensione anticipata ordinaria.
L'inasprimento dei requisiti riguarderà l'intero sistema:
Non solo l'età, ma anche l'importo dell'assegno sarà influenzato dal 2027. I coefficienti di trasformazione, che convertono il montante contributivo in pensione mensile, diminuiranno a causa dell'aumento dell'aspettativa di vita. Questo significa assegni più leggeri a parità di contributi, una tendenza strutturale e ciclica che rende le condizioni per accedere alla pensione sempre meno vantaggiose.
L'Osservatorio INPS ha mostrato un importo medio mensile delle pensioni di 1.215 euro nel primo semestre 2025, sostanzialmente stabile rispetto ai 1.223 euro del 2024. Questa stabilità si inserisce in un contesto di coefficienti in calo e di allungamento dell’età di accesso al trattamento pensionistico, dove le tutele di un'uscita flessibile anticipata vengono meno. Non solo: si precisa che queste condizioni portano a un logoramento del potere d'acquisto per il 2026.
Considerati gli attuali riferimenti normativi, il diritto alla pensione può essere maturato attraverso le vie ordinarie di pensionamento, a cui si allinea la maggior parte dei lavoratori. Questi rappresentano i due pilastri fondamentali del sistema previdenziale, non essendo legati a scadenze temporali immediate come altre misure:
Accanto ai pilastri principali, esistono misure strutturali ma con requisiti mirati a categorie specifiche. Tra queste, la Quota 41 per lavoratori precoci offre un'opportunità importante:
L'accesso a forme anticipate di pensionamento è attualmente applicabile per requisiti maturati fino al 31 dicembre 2025. Tuttavia, è molto probabile che anche per il 2026 gli interessati all'uscita anticipata possano beneficiare di simili condizioni, tramite il rinnovo delle misure attuali.
Per l'anno prossimo, il limitato rinnovo delle seguenti misure senza interventi mirati sui requisiti include:
Permette il ritiro a 62 anni di età e 41 anni di contributi, a condizione che tali requisiti siano stati maturati entro il 31 dicembre 2025. L'assegno, calcolato interamente con il metodo contributivo, è soggetto a un tetto massimo fino al raggiungimento dell'età ordinaria. Chi possiede i requisiti ma non intende sfruttare la misura può richiedere il "bonus Giorgetti" e proseguire il cammino lavorativo con un aumento del netto in busta paga.
Non più accessibile a tutte le donne, ma riservata alle lavoratrici che hanno maturato il diritto alla pensione anticipata con 61 anni di età e 35 anni di versamenti contributivi perfezionati entro il 31 dicembre 2024. Questa opzione flessibile è destinata a specifiche condizioni (lavoratrici caregiver, invalide, o licenziate, con requisiti variabili di età a seconda della categoria).
L'anticipo pensionistico garantito dallo Stato italiano è un'indennità che accompagna alla pensione di vecchiaia. È riservata a specifiche categorie di lavoratori (disoccupati, caregiver, invalidi civili almeno al 74%, lavoratori con mansioni gravose). L'erogazione del trattamento può essere richiesta da 63 anni di età e con un'anzianità contributiva variabile (dai 30 ai 36 anni).
Ecco alcune delle domande più comuni relative al sistema pensionistico: