07 Aug, 2025 - 15:57

Chi era Fatimi Hayat, la donna uccisa a Foggia: aveva denunciato l'ex, fermato a Roma dopo la fuga

Chi era Fatimi Hayat, la donna uccisa a Foggia: aveva denunciato l'ex, fermato a Roma dopo la fuga

Si chiamava Fatimi Hayat e aveva 46 anni la donna di origini marocchine che nella notte tra mercoledì 6 e giovedì 7 agosto 2025 è stata uccisa a coltellate in Vico Cibele, nel centro storico di Foggia. Ad essere accusato dell'omicidio è l'ex compagno: dopo averle sferrato le cotellate mortali, l'uomo, regolare in Italia ma senza fissa dimora, era fuggito, rendendosi irreperibile. Dopo 12 ore di ricerche, è stato rintracciato e fermato a Roma. 

Chi era Fatimi Hayat, la donna uccisa a coltellate a Foggia

Fatimi aveva 46 anni. Originaria del Marocco, viveva da tempo nella città pugliese, dove lavorava come cuoca in un ristorante. Chi la conosceva parla di lei come di una donna riservata e gentile. Che ultimamente, però, viveva nel terrore. 

Qualche tempo fa aveva infatti denunciato l'ex compagno, un suo connazionale, per stalking. Nei suoi confronti era scattara la tutela da Codice rosso, ma l'uomo continuava a perseguitarla nonostante fosse soggetto a un divieto di avvicinamento.

Per motivi tecnici, non indossava il braccialetto elettronico. "Me lo diceva, mi vuole uccidere. Aveva paura", ha raccontato un vicino di casa della vittima. La scorsa notte, dopo averla avvicinata mentre rincasava, Tarak - questo il nome del suo aggressore - l'ha accoltellata fino a lasciarla inerme in strada.

Un servizio realizzato sul caso pubblicato su Youtube dall'emittente locale Tele Sveva il 7 agosto 2025. Nel frattempo, l'uomo indiziato dell'omicidio è stato fermato. 

Fermato l'ex compagno, un uomo senza fissa dimora

Fatimi ha fatto in tempo a chiedere aiuto. Appena ha visto il suo ex, ha digitato sul cellulare il numero unico per le emergenze 112 e chiesto l'intervento di una pattuglia. Subito dopo, l'uomo le si è scagliato contro. La donna ha iniziato a urlare, attirando l'attenzione dei residenti.

All'arrivo dei primi soccorritori del 118 e dei poliziotti, per lei, però, non c'era già più nulla da fare. E il suo aguzzino non era più sul posto: se ne era andato. Dopo 12 ore di incessanti ricerche, è stato rintracciato a Roma e fermato: sembra che indossasse ancora i vestiti sporchi di sangue. 

Una relazione di pochi mesi, poi lo stalking e il femminicidio

Alla base del delitto, secondo le prime ricostruzioni, ci sarebbe una relazione di pochi mesi trasformatasi in ossessione per l'uomo, che, una volta lasciato, avrebbe iniziato a seguire e a minacciare Fatimi. Da aprile scorso, la 46enne si era rivolta al centro antiviolenza "Telefono donna" gestito dall'associazione "Impegno donna" per chiedere aiuto, denunciando molestie, pedinamenti e minacce da parte dell'ex.

Le operatrici l'avevano incoraggiata a sporgere denuncia, cosa che aveva fatto, rifiutando però di lasciare la sua città e di rifugiarsi in una struttura protetta o da parenti. A giugno, il centro aveva segnalato alle forze dell'ordine un elevato rischio di femminicidio legato alla sua situazione. Fatimi aveva poi chiesto nuovamente aiuto il 23 luglio, riferendo che l'uomo continuava a seguirla.

Per Tarak a quel punto era stato emesso un provvedimento di custodia cautelare in carcere che però non era stato eseguito perché egli si era reso irreperibile. Le indagini dovranno chiarire se ci siano state delle mancanze e se il delitto potesse essere in qualche modo evitato. Solo tramite l'autopsia, invece, sarà possibile capire quanti colpi siano stati inferti alla vittima e quali siano stati quelli mortali.

La comunità locale resta sotto shock. Si tratta di "una sconfitta per ognuna e ognuno di noi, anche perché la vittima aveva chiesto tutela e protezione per avere garantita la sua incolumità", le parole della sindaca di Foggia, Maria Aida Episcopo. Siamo davanti a "un caso che non può essere derubricato né tanto meno strumentalizzato, ma impone doverose riflessioni". 

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