Ottenere e mantenere il riconoscimento della disabilità non è così facile come sembra. Una delle principali difficoltà riguarda proprio le procedure di accertamento della condizione: lunghe e, in molti casi, difficili.
Tuttavia, con l’introduzione della legge n. 227/2021, alcuni di questi problemi sono almeno parzialmente risolti.
Sono già attive modalità semplificate per il riconoscimento della disabilità senza visita medica, riservate a determinate patologie e attualmente in fase di sperimentazione in alcune province.
L’obiettivo è estendere progressivamente questa procedura in tutta Italia, riducendo tempi e disagi. La riforma completa entrerà in vigore da gennaio 2027.
In questo articolo, spieghiamo quando è possibile riconoscere la disabilità senza visita, come cambia il certificato e tutte le informazioni utili.
Al momento, la possibilità di ottenere il riconoscimento della disabilità senza sottoporsi a visita medica è riservata esclusivamente a chi è affetto da:
Questa modalità, introdotta in via sperimentale dal 12 luglio 2025, è attiva in nove province italiane: Brescia, Catanzaro, Firenze, Forlì-Cesena, Frosinone, Perugia, Salerno, Sassari e Trieste.
Per ottenere il riconoscimento della disabilità, il primo passo fondamentale è la compilazione del certificato medico introduttivo, documento essenziale redatto dal medico di famiglia su richiesta del paziente. Il documento attesta le condizioni che giustificano la domanda di riconoscimento della disabilità.
Una delle principali novità riguarda la modalità di compilazione: il medico di base è ora obbligato a compilare il certificato esclusivamente in formato digitale e a trasmetterlo direttamente all’Inps, semplificando così la procedura e velocizzando i tempi di comunicazione con l’ente previdenziale.
In particolare, per le patologie come disturbi dello spettro autistico, diabete di tipo 2 e sclerosi multipla, il medico deve inserire un codice ICD9-CM specifico e allegare tutta la documentazione clinica e specialistica necessaria per certificare la diagnosi e il relativo impatto sulla vita quotidiana del paziente.
Dopo questa fase, il medico può decidere se richiedere la visita medica di accertamento tradizionale oppure procedere con l’accertamento “agli atti”, ovvero basato esclusivamente sulla documentazione fornita, evitando così ulteriori visite.
Il riconoscimento della disabilità può avvenire anche senza la necessità di una visita medica, grazie all’accertamento “agli atti”. In questo caso, la valutazione si basa esclusivamente sulla documentazione clinica fornita dal paziente.
È fondamentale che i documenti siano completi e dettagliati, in modo da consentire alla commissione di esprimere un giudizio senza ulteriori verifiche.
Parte integrante di questa procedura è la compilazione del questionario Whodas 2.0, sviluppato dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS). Questo strumento serve a misurare l’impatto della disabilità sulle attività quotidiane, analizzando sei aree chiave: comprensione e comunicazione, mobilità, cura di sé, relazioni interpersonali, attività giornaliere e partecipazione sociale.
Questa modalità semplificata elimina la necessità di spostamenti e visite mediche, alleggerendo la burocrazia e facilitando l’accesso al riconoscimento soprattutto per chi ha difficoltà motorie o problemi di mobilità. Inoltre, permette di ottenere una valutazione più precisa degli effetti della disabilità sulla vita quotidiana del paziente.
Per accedere all’accertamento “agli atti” è indispensabile che il certificato medico introduttivo sia stato inviato a partire dal 12 luglio 2025. Sono validi anche i certificati inviati dopo questa data, ma compilati in precedenza e rimasti in bozza, così come quelli integrativi, purché la visita medica non sia ancora stata fissata, come chiarito dal messaggio Inps n. 1980/2025.