La tramvia di Firenze circola tra le vie della città ormai dal 2010. Nel 2024 sono stati registrati oltre 39 milioni di passeggeri, con la prospettiva che essi supereranno i 45 milioni nel 2025. Secondo le stime iniziali, il sistema tramviario avrebbe dovuto contribuire a ridurre il traffico privato, stimando circa 35.000 auto in meno al giorno.
Ma non sempre tutto va come dovrebbe: infatti, la realtà quotidiana dei fiorentini racconta una storia differente. Se è vero che per chi non possiede un mezzo proprio o vive in zone ben collegate alla tramvia questo sistema rappresenta un vantaggio, è altrettanto vero che questo sistema ha creato non pochi disagi per chi continua a spostarsi in automobile: molte zone della città restano fortemente congestionate, soprattutto nelle ore di punta e nelle vie interessate dagli infiniti cantieri della tramvia che hanno causato anche molti restringimenti di carreggiata, creando il classico “imbuto”. In molte zone (da Beccaria a Bellariva), i cantieri hanno causato strade strette, traffico decisamente rallentato, riduzione del numero già esiguo di parcheggi e tempi di percorrenza raddoppiati.
Un esempio concreto è stata la chiusura dello storico ristorante sul Lungarno Cristoforo Colombo, il famoso Chalet Bellariva, attivo da ben 60 anni in quella zona. Il gestore, Gabriele Guidi, ha spiegato che i cantieri hanno invaso totalmente la carreggiata e il marciapiede rendendo letteralmente impossibile raggiungere il locale. Come ha spiegato Gabriele “tra il cancello d’ingresso e le palizzate alte tre metri c’è solo un metro e mezzo”: i clienti, dunque, non riuscivano neanche più a vedere l’insegna del ristorante e i fornitori non potevano più accedere con i camion davanti al locale.
Tutto ciò ha inevitabilmente ridotto drasticamente il fatturato, tanto che il gestore dello storico Chalet Bellariva ha dovuto sventolare bandiera bianca chiudendo definitivamente il locale. Questi impatti economici si aggiungono alla percezione di alterazione del paesaggio urbano, con discussioni sull’integrazione estetica della tramvia nelle aree storiche, e alla crescente preoccupazione tra cittadini e commercianti attratti non solo dalla mobilità, ma anche dalla tutela dell’identità urbana.
La tramvia di Firenze rappresenta senza dubbio una risorsa utile per la mobilità sostenibile, soprattutto per chi vive lungo le tratte servite comodamente da tale servizio o non dispone di un mezzo privato. Tuttavia, i benefici promessi si scontrano con una realtà ben più complessa: cantieri invasivi, traffico ancora più congestionato e impatti economici significativi per alcune attività commerciali, come dimostra la triste fine dello storico ristorante Chalet Bellariva.
In definitiva, sebbene la tramvia abbia portato vantaggi in termini di trasporto pubblico, la sua utilità concreta rimane oggetto di dibattito, soprattutto alla luce dei disagi vissuti quotidianamente da molti cittadini e della necessità di un migliore equilibrio tra progresso infrastrutturale e qualità della vita urbana.
A cura di Virginia Mattei