"Furioza", uscito nel 2022, ci ha regalato un'immersione brutale nel mondo degli hooligan e della criminalità organizzata. Ora, il suo sequel, "Furioza 2", torna a esplorare quel mondo spietato, ma lo fa con un'audace e significativa torsione narrativa: sposta i riflettori dall'eroe tormentato del primo film, Dawid, per concentrarsi interamente sulla discesa agli inferi del suo antieroe, Golden.
Il risultato è un'opera ancora più cupa e complessa, un viaggio desolante attraverso i labirinti del senso di colpa, dell'ambizione sfrenata e di una redenzione cercata solo alle soglie della morte.
Il film si apre riavvolgendo il nastro sugli eventi cruciali del suo predecessore, ma questa volta la telecamera segue lo sguardo di Golden, il sicario e membro fidato della gang. Attraverso un flashback, lo vediamo giovane, fedele e animato da un profondo legame fraterno con Dawid e il loro leader, Kaszub. Questa scena iniziale è fondamentale, poiché stabilisce l'altezza da cui il personaggio è destinato a cadere.
Anni dopo, Golden ha ottenuto ciò che desiderava: ricchezza, potere e il rispetto dei suoi pari. Ma è proprio al culmine del suo successo che si consuma l'atto fondativo del sequel: il tradimento. Spinto dalle promesse di un narcotrafficante di nome Dima, Golden partecipa all'omicidio di Kaszub, l'uomo che considerava un mentore e un fratello.
Da questo momento, "Furioza 2" abbandona i binari del semplice film d'azione per trasformarsi in un potente dramma psicologico. L'omicidio non è un punto di arrivo, ma l'inizio di una lenta e inesorabile corrosione dell'anima. Golden è perseguitato dal fantasma di Kaszub, le sue allucinazioni diventano un contrappunto costante alla sua ascesa criminale.
Il film eccelle nel rappresentare questo tormento interiore e ci mostra come la paura di essere scoperto e il rimorso lo consumino dall'interno, trasformando ogni sua azione in un tentativo disperato di fuggire da se stesso.
Per deviare i sospetti, Golden e Dima architettano un piano diabolico: incastrare Mrowka, il capo della banda rivale degli Antmen, utilizzando un'arma che è il suo marchio di fabbrica.
Questa mossa scatena una guerra sanguinosa tra le due fazioni, una spirale di violenza che Golden stesso è costretto a guidare, combattendo contro nemici esterni mentre il suo vero nemico risiede nella sua coscienza.
La narrazione si sposta in Irlanda, dove la caccia a Mrowka porta a un crescendo di violenza su scala internazionale, ma è solo un pretesto per mostrare quanto Golden sia disposto a spingersi oltre per seppellire il suo segreto.
Il vero colpo di scena psicologico avviene quando il senso di colpa, ormai insostenibile, si trasforma in qualcosa di diverso. In un ribaltamento sorprendente, Golden stringe un'alleanza proprio con Mrowka, l'uomo che ha incastrato.
È un punto di non ritorno: stanco di essere una vittima del suo stesso crimine, decide di abbracciare pienamente il suo ruolo di carnefice. Questa transizione è simboleggiata magistralmente da un dipinto che Golden conserva nel suo lussuoso appartamento: il "Narciso" di Caravaggio.
Come la figura mitologica, Golden smette di guardare gli altri e inizia a contemplare solo il proprio riflesso, la propria immagine di potere. L'ambizione e l'avidità diventano le sue uniche guide.
Questa nuova fase lo porta a tradire chiunque si trovi sul suo cammino, compreso il suo nuovo alleato Mrowka, in un affare di droga con una fazione legata all'ex IRA. Golden non ha più legami, non ha più un codice d'onore. È diventato un'isola, un uomo consumato dal suo stesso ego. Ma, come ogni tragedia insegna, l'hybris precede sempre la caduta.
La rete, inevitabilmente, si stringe. Quando la polizia ottiene le prove video dell'omicidio di Kaszub, il destino di Golden è segnato. Tuttavia, anche di fronte all'arresto, gli viene offerta un'ultima via di fuga: collaborare. Ma è qui che il personaggio compie la sua scelta finale e più significativa. In un ultimo, disperato barlume di lucidità, rifiuta di fuggire.
Sa che la sua vecchia gang, venuta a conoscenza della verità, lo sta cercando. E invece di nascondersi, decide di affrontare il suo destino.
Il finale di "Furioza 2" è tanto brutale quanto poetico. Golden viene raggiunto e picchiato a morte dai suoi ex fratelli, coloro per i quali un tempo avrebbe dato la vita. Non c'è eroismo, solo la cruda conseguenza delle sue azioni.
Prima di morire, però, compie un ultimo gesto: dona tutti i suoi beni, simbolo della sua corruzione, alla vedova e alla figlia di Kaszub. È un tentativo tardivo e insufficiente di espiazione, ma è tutto ciò che gli rimane.
Nei suoi ultimi istanti, la sua mente fugge verso un'immagine di pace: un tuffo liberatorio nelle acque cristalline dell'oceano. Questa visione finale rappresenta la sua morte fisica, ma anche la catarsi di un'anima che, dopo aver perso tutto, trova finalmente la fine del suo tormento.
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