Nemmeno il tempo di godersi le vittorie alle regionali in Campania e in Puglia (fantastico Osho, a tal proposito: in una sua foto-vignetta fa dire a Elly Schlein mentre brinda con gli altri leader del Campo largo: "E quella di New York ve la siete già dimenticata?") che nel centrosinistra italiano si accende il dibattito su fare o non fare le elezioni primarie per decidere il candidato premier da schierare per le elezioni politiche del 2027.
L'attuale segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein, ha aperto a questa possibilità sottolineando che la coalizione progressista si sta già preparando ad essere competitiva contro il centrodestra.
La partita - ha tenuto a sottolineare la Nazarena - si profila molto aperta: il Campo largo punta a consolidare la coalizione e quindi a definire una leadership che unisca i vari partiti e movimenti che fanno parte della coalizione.
Sta di fatto che le primarie nel centrosinistra potrebbero vedere la partecipazione di diversi candidati di spicco sia all'interno del Partito Democratico sia tra le altre forze alleate.
Al momento, Elly Schlein si presenta come la favorita numero uno. Ma contro di lei ci sarebbe Giuseppe Conte, il leader del Movimento 5 Stelle che secondo alcuni sondaggi potrebbe rappresentare una minaccia molto seria alla sua leadership, con una bella fetta del Pd che addirittura preferirebbe lui alla stessa Schlein.
Ma non solo: in caso di primarie, si potrebbero inserire figure emergenti come l'ex direttore delle Agenzie delle Entrate Ernesto Maria Ruffini, il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi, il neo Governatore della Puglia Antonio Decaro o rappresentanti di altri partiti alleati nel Campo largo.
Qualche esempio? Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli, i leader di Avs (secondo alcuni, scherzando, potrebbero anche presentarsi entrambi alla competizione interna al centrosinistra).
Ma perché Elly Schlein ha manifestato una disponibilità concreta a correre nelle primarie qualora venissero effettivamente organizzate?
Per quale motivo le vede come uno strumento di legittimazione e di rafforzamento della leadership nel centrosinistra?
Dopo i recenti successi elettorali in regioni chiave come Campania e Puglia, la segretaria del Pd si sente sicura del fatto suo.
Ha già avuto modo di sottolineare come la coalizione sia matura e pronta a governare, e ritiene che un confronto aperto e democratico attraverso le primarie possa rafforzare la sua unità.
Schlein, inoltre, ha rimarcato l'importanza di un approccio trasparente e partecipativo, e ha affermato che le primarie potrebbero essere la strada migliore per scegliere chi guiderà la coalizione verso la sfida elettorale del 2027, soprattutto in un momento in cui il centrodestra appare ancora forte ma non invincibile.
Last but not least, la sua apertura alle primarie è da intendere anche come una mossa strategica per consolidare il suo consenso interno al Pd, senza dover passare per forza attraverso le forche caudine di un congresso.
Tutti questi elementi che maturano al Nazareno fanno intuire che le primarie nel centrosinistra non sono solo una possibilità teorica, ma un meccanismo probabile e funzionale al processo di selezione del candidato premier. Elly Schlein è pronta a giocare anche a questo gioco pur di sfidare in prima persona Giorgia Meloni alle politiche del 2027.
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