20 Oct, 2025 - 12:35

"Mia", con Edoardo Leo su Netflix, perché è imperdibile e quando esce

"Mia", con Edoardo Leo su Netflix, perché è imperdibile e quando esce

"Mia" è un film che ci costringe a guardare in faccia una realtà scomoda, un'oscurità che si annida nella normalità del quotidiano.

Diretto da Ivano De Matteo e uscito nel 2023, questo film è una di queste opere: un pugno nello stomaco, un dramma familiare che esplora con un realismo quasi documentaristico la discesa agli inferi di un'adolescente e la disperata impotenza di un padre.

Guidato da un'interpretazione magistrale di Edoardo Leo, il film è certamente uno dei lavori più potenti e necessari del cinema italiano recente, un racconto angosciante ma fondamentale sull'amore tossico e sulle sue devastanti conseguenze.

"Mia", in arrivo il 29 ottobre su Netflix, è imperdibile. Ecco di cosa parla

Prima di tutto guarda il trailer, grazie a MoveIsNow:

La storia inizia con un quadro di apparente serenità. Sergio (Edoardo Leo) e Valeria (Milena Mancini) sono i genitori amorevoli di Mia (interpretata dalla sorprendente esordiente Greta Gasbarri), una quindicenne piena di vita, solare e spensierata. 

La loro è una famiglia unita, un porto sicuro in cui Mia sta crescendo felice. Questo equilibrio, però, è destinato a frantumarsi con l'arrivo di Marco (Riccardo Mandolini), un ragazzo di vent'anni che entra nella vita di Mia come il classico primo amore: affascinante, carismatico, totalizzante.

Quello che inizia come un idillio adolescenziale si trasforma, con una progressione lenta e subdola, in una prigione psicologica.

Marco, dietro la sua maschera seducente, si rivela un manipolatore possessivo e violento. Isola Mia dai suoi amici, critica il suo modo di vestire, controlla il suo telefono e la sua vita, e giorno dopo giorno consuma la sua autostima.

La ragazza solare e piena di sogni svanisce e lascia il posto a un'adolescente cupa, insicura e completamente soggiogata dalla volontà del suo carnefice.

Sergio, il padre impotente e addolorato

Ma il nucleo del film è l'impotenza e il dolore di Sergio. Il padre assiste a questa metamorfosi terrificante, vede la luce negli occhi di sua figlia spegnersi, ma ogni suo tentativo di intervenire si scontra con il muro eretto dalla manipolazione di Marco e dalla negazione di Mia stessa.

La sua lotta per salvare la figlia da questo incubo a occhi aperti lo porterà a confrontarsi con i limiti della legge, della morale e della propria rabbia, in un crescendo di tensione che non concede tregua.

Imperdibile per un'interpretazione magistrale e una regia senza filtri

Il successo emotivo di "Mia" poggia in gran parte sulle spalle di Edoardo Leo, che offre qui una delle prove più complesse e intense della sua carriera.

Il suo Sergio non è un eroe senza macchia, ma un uomo comune spinto al limite, un padre il cui amore viscerale si trasforma in un'ossessione che rischia di diventare altrettanto distruttiva. Leo riesce a trasmettere con una potenza straordinaria tutta la gamma di emozioni che attraversano il suo personaggio: la tenerezza, la frustrazione, il dolore sordo e, infine, una rabbia cieca che lo porterà a compiere un gesto estremo.

È un'interpretazione che lascia il segno, lodata unanimemente dalla critica per la sua capacità di rendere credibile e profondamente umano un dramma così devastante.

A guidarlo è la mano sicura e intransigente di Ivano De Matteo, un regista che ha fatto dell'indagine sulle dinamiche familiari e sulle crepe della società contemporanea il suo marchio di fabbrica.

Come nei suoi lavori precedenti, De Matteo adotta uno stile asciutto, diretto e privo di filtri, che amplifica il senso di angoscia e di realismo della vicenda.

La sua macchina da presa pedina i personaggi, ne cattura i silenzi e le tensioni, e rende lo spettatore partecipe di un dramma che potrebbe consumarsi in qualsiasi famiglia, in qualsiasi quartiere.

Mia esce il 29 ottobre su Netflix Italia. 

Non perdertelo. Mia è un monito potente sui pericoli della manipolazione affettiva nell'era digitale e un ritratto straziante della genitorialità di fronte a un male subdolo e invisibile. Un film che fa male, ma che costringe a riflettere, a parlare e, soprattutto, a non voltarsi dall'altra parte.

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