Mentre per le cartelle esattoriali arriva la Rottamazione quinquies, parallelamente per i tributi locali come IMU e TARI si prevede una definizione agevolata. Una misura introdotta sia per rendere equo il sistema, sia perché rappresenta una delle novità fiscali più attese della Legge di Bilancio 2026.
La riduzione dei debiti in forma agevolata - la cosiddetta "buona Pace fiscale" - è da sempre uno dei pilastri per permettere a cittadini e imprese di regolarizzare le pendenze tributarie, incluse quelle verso il proprio Comune o Regione.
Proprio su questo fronte, dopo l’approvazione del Disegno di Legge di Bilancio da parte del Governo (avvenuta il 17 ottobre 2025), l’articolo 24 del testo prevede che gli enti territoriali possano deliberare forme di “pace fiscale” autonoma sui tributi di loro competenza. Si tratta di una misura agevolativa che punta a modificare la riscossione e a restituire ossigeno ai bilanci locali, lasciando agli enti la facoltà di decidere se attivarla e con quali regole.
Tuttavia, guai a chi pensa di utilizzare queste misure (come la Rottamazione 2026) come incentivo per non pagare, eludendo le procedure cautelari ed esecutive. Le regole sono cambiate proprio per evitare che queste strategie vengano applicate.
La Rottamazione dei tributi locali 2026 consentirà un taglio (o una riduzione) degli interessi e delle sanzioni. Si tratta di una procedura straordinaria che permetterà l’estinzione dei debiti fiscali a condizioni molto favorevoli rispetto al quadro debitorio originario: resta dovuto solo l’importo del tributo principale.
Secondo quanto indicato dal Ministero dell’Economia e delle Finanze (MEF) nel Documento Programmatico di Bilancio, la misura risponde a molteplici esigenze. Da un lato, rientra nel pacchetto di riduzione dei costi volto ad aumentare il potere d'acquisto delle famiglie; dall'altro, punta ad aumentare la capacità di riscossione degli enti, offrendo ai cittadini un percorso sostenibile per mettersi in regola.
Dunque, si profila uno stop a sanzioni e interessi, con l’introduzione di una nuova definizione agevolata 2026 per i tributi locali. La misura è rivolta sia alle persone fisiche sia alle imprese che hanno debiti verso enti territoriali per imposte come IMU, TARI o altre entrate comunali.
Saranno potenzialmente ammessi alla definizione tutti i tributi locali disciplinati dal D.Lgs. 446/1997 e dalle leggi finanziarie comunali, tra cui IMU, TARI, tassa di soggiorno e canoni per l’occupazione di suolo pubblico.
Lo stesso non si può dire per i tributi di natura statale o regionale non propri, come ad esempio l’IRAP e le addizionali erariali, che resterebbero escluse dalla misura agevolativa.
Come spiegato nel dossier del Servizio Studi della Camera dei Deputati dedicato alla manovra, la scelta dei tributi da includere dipende interamente dal regolamento approvato dal singolo ente, nel rispetto dei vincoli di bilancio previsti dall’articolo 119 della Costituzione.
E così, come riportato da "Fisco e Tasse", il cerchio si chiude sulla decisione del Comune. L'ente può infatti optare per l’adesione alla misura solo su alcuni tributi, per determinati anni di imposta, o applicare la procedura con una finalità strategica per recuperare i crediti di difficile riscossione.
Nella Legge di Bilancio 2026 dovrebbe essere confermata la Rottamazione quinquies per le cartelle esattoriali (affidate all’Agenzia delle Entrate - Riscossione), un meccanismo che corre parallelo a quello previsto per i tributi locali.
Tuttavia, la procedura per i tributi locali è ben distinta. La nuova definizione agevolata prevede l’approvazione di una delibera comunale (o regionale), resa ufficiale tramite pubblicazione sul sito istituzionale dell’ente. Da quel momento decorre un termine di almeno sessanta giorni per presentare la domanda di adesione.
Tutti coloro che presentano la richiesta di adesione verseranno solo la parte di imposta dovuta, usufruendo così di riduzioni su sanzioni e interessi.
Nel testo della manovra per la Rottamazione-quinquies (quella nazionale) è previsto anche il pagamento rateale, fino a un massimo di sei anni, con interessi di dilazione contenuti.
Secondo quanto riportato dal quotidiano economico Italia Oggi, la novità principale della misura locale sta proprio nella discrezionalità. Sarà infatti l’Amministrazione comunale a stabilire le modalità di adesione, applicando una propria formula di riduzioni, sconti e scadenze.
Inoltre, la rottamazione locale può estendersi anche a posizioni in contenzioso, se previsto dalla delibera, permettendo la chiusura di liti pendenti attraverso il pagamento agevolato del tributo.
Come precisato dal MEF e da diverse analisi su PMI.it, la Rottamazione quinquies è gestita dall’Agenzia delle Entrate-Riscossione e riguarda tributi statali, contributi INPS e sanzioni amministrative.
La rottamazione locale, invece, è autonoma e indipendente, frutto delle decisioni di Comuni e Regioni e interessa solo i tributi propri.
Le due misure possono coesistere, offrendo un doppio canale di regolarizzazione fiscale (nazionale e territoriale), ma con regole e benefici differenti. In ogni caso, per l’adesione sarà necessario attendere la pubblicazione definitiva della legge per avere conferme ufficiali su modalità e tempi.