 
   Chi l’avrebbe mai detto? Dopo mesi di rumor, smentite e voci da taverna (quelle degne del Continente), Netflix ha rilasciato a sorpresa "The Rats: A Witcher Tale", un nuovo spin-off legato alla saga di "The Witcher".
Un colpo basso, o meglio, un colpo di scena in piena regola: lo speciale di 80 minuti è comparso sulla piattaforma senza alcun clamore, disponibile solo per chi ha già visto tutti gli otto episodi della quarta stagione. Insomma, un piccolo premio per i fan più fedeli, quelli che non hanno mollato nemmeno dopo l’addio di Henry Cavill e l’arrivo di Liam Hemsworth nei panni del cacciatore di mostri più famoso di Netflix.
La mossa è stata confermata da Tudum, fonte ufficiale di tutte le chicche targate Netflix. "The Rats: A Witcher Tale" ruota attorno alla banda dei Rats, un gruppo di giovani ladri che il pubblico ha già incontrato al fianco di Ciri nella quarta stagione. Doveva essere una mini-serie, ma i problemi di produzione l’hanno trasformato in uno speciale, un prequel standalone sulle origini del gruppo e nuovi dettagli sul destino della leoncina di Cintra.
Un’operazione furba, ma anche nostalgica: Netflix sta chiaramente preparando il terreno per l’ultimo atto della serie madre, la quinta stagione di "The Witcher", che chiuderà (almeno per ora) le porte del Continente.
Dimenticate i paladini e le eroine eleganti: i Rats sono la versione fantasy di una gang di strada post-apocalittica. Giovani, ribelli e un po’ fuori di testa, sopravvivono rubando, combattendo e stringendo legami che vanno oltre la semplice sopravvivenza. In "The Rats: A Witcher Tale" scopriamo come Mistle, Asse, Giselher, Iskra, Kayleigh e Reef si siano conosciuti e uniti, prima di incrociare il cammino di Ciri.
Lo speciale è ambientato poco prima degli eventi della terza stagione, e racconta la loro formazione, le fughe rocambolesche e la prima grande rapina che li mette nel mirino del terribile Leo Bonhart, il cacciatore di taglie che i fan hanno già imparato a temere. A fare da sfondo, un Continente devastato dalla guerra, dove la violenza è diventata pane quotidiano e l’unico modo per restare vivi è scegliere bene i propri compagni.
Secondo la showrunner Lauren Schmidt Hissrich, questa storia serve a mostrare "la generazione più giovane di "The Witcher"", quella che cresce tra le macerie, senza guide e con un disperato bisogno di trovare una famiglia, anche se improvvisata. Ogni Rat porta sulle spalle un trauma personale: la perdita della propria casa, la violenza del potere, la fame o la vendetta. Ed è proprio questa fragilità condivisa che li trasforma in una vera banda.
Il personaggio di Mistle, interpretato da Christelle Elwin, è il cuore pulsante del film. Nata da nobili origini ma travolta dalla tragedia, Mistle diventa una leader dura e disillusa, pronta a tutto pur di non perdere di nuovo le persone che ama. La sua storia d’amore passata con Juniper e il legame complicato con Ciri aggiungono uno strato di profondità emotiva che, in pieno stile "Witcher", si mescola perfettamente con spade, magia e cuori spezzati.
Sebbene Netflix non abbia pubblicizzato lo spin-off come gli altri capitoli del franchise, la produzione di "The Rats: A Witcher Tale" è stata tutt’altro che improvvisata. Il cast dei Rats ha trascorso due settimane di intenso addestramento acrobatico per prepararsi alle scene di combattimento che, a detta degli attori, sono tra le più fisiche e spettacolari mai girate per la saga.
Le riprese si sono svolte in Sudafrica, una scelta che ha permesso di creare scenari inediti e più "terrosi", lontani dai castelli e dalle foreste del Continente classico. È proprio lì che il gruppo di giovani attori ha costruito la sua vera chimica, tra risate, scherzi e notti passate a raccontarsi le rispettive storie - un cameratismo che si percepisce in ogni scena dello speciale.
Ma "The Rats" non è solo azione: è anche un racconto corale, ricco di relazioni e sottotrame. Il rapporto tra Mistle e Asse nasce da un passato condiviso e da una fuga disperata, mentre quello tra Giselher e Iskra evolve in una tenera storia d’amore, piena di dolcezza in mezzo alla brutalità del mondo. Kayleigh rappresenta il lato più impulsivo e ribelle del gruppo, un ragazzo in cerca di riscatto dopo aver tradito la propria famiglia.
Tutti insieme, i Rats funzionano come una piccola società parallela: disfunzionale ma sincera, fatta di complicità, rabbia e bisogno di appartenenza. È anche questo che li rende così umani, quasi più dei maghi e dei mostri che popolano la saga.
Girare lo spin-off prima della quarta stagione, come raccontano gli attori, ha permesso loro di costruire davvero i retroscena dei personaggi, così che i fan potessero percepire in "The Witcher 4" la loro evoluzione emotiva. Una mossa intelligente che rende lo speciale un tassello fondamentale - e non solo un "contenuto extra" da binge-watch.
Con l’arrivo di "The Rats: A Witcher Tale", il franchise Netflix di "The Witcher" sembra chiudere un cerchio. Lo spin-off non solo riempie i vuoti narrativi lasciati dalla serie principale, ma lancia anche un messaggio preciso: il mondo di Geralt è più grande del Witcher stesso.
Certo, i fan di lunga data non hanno ancora digerito del tutto il cambio di attore, ma il fascino oscuro e malinconico del Continente resta intatto. Questo speciale lo dimostra: anche senza Geralt al centro, l’universo di "The Witcher" continua a raccontare storie di sopravvivenza, amore e perdita, con personaggi che lottano per restare umani in un mondo che li spinge costantemente verso l’abisso.
Netflix, con questo lancio silenzioso ma strategico, sembra testare le acque: capire se c’è ancora fame di Witcher, o se è arrivato il momento di far riposare le spade d’argento.
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