Sono trascorsi più di due mesi dalla scomparsa di Gianni Pittui, avvenuta il 14 settembre 2025 a Ploaghe, in provincia di Sassari.
L'uomo che era ospite nella struttura l'Ancora di Ploaghe, la domenica si è allontanato e di lui non si hanno più notizie.
Per i familiari è iniziato un incubo che continua ancora oggi: un’attesa logorante, segnata dalla speranza di poterlo rivedere e dall’angoscia di non sapere cosa possa essergli accaduto.
La denuncia di scomparsa è stata immediatamente formalizzata e le ricerche, coordinate dalle autorità competenti, sono tuttora in corso.
Negli ultimi giorni un ritrovamento inquietante — un cranio rinvenuto in una campagna poco distante — ha riacceso l’attenzione sul caso. Gli accertamenti dovranno stabilire se appartenga a Gianni o, eventualmente, a Guido Manca, un altro uomo scomparso nella zona anni fa.
Tag24 ha raccolto in esclusiva la testimonianza della nipote del settantacinquenne, per ripercorrere i passaggi principali di questa dolorosa vicenda.
«Da quando zio è scomparso dalla struttura di Ploaghe, le ricerche sono proseguite senza interruzioni, ma non sono emerse indicazioni precise sui suoi spostamenti», racconta la nipote dell'uomo a Tag24.
«Il ritrovamento di un teschio a pochi chilometri dall’ultima posizione nota ha riaperto le indagini e noi siamo in attesa dei risultati degli accertamenti, per capire se quei resti appartengano davvero a lui».
«La ripresa delle indagini rappresenta un passo importante per fare chiarezza. Per noi è fondamentale che le autorità proseguano con tutte le verifiche necessarie, così da accertare i fatti e ottenere risposte definitive, garantendo dignità e chiarezza sul destino di nostro zio».
«Il cranio è stato ritrovato qualche giorno fa in una campagna, da un uomo che stava coltivando nell’area», prosegue.
«Questo fatto ha permesso che le ricerche riprendessero. Il teschio è stato portato ad analizzare presso i R.I.S. di Cagliari, per cercare di capire se appartenga a mio zio o a Guido Manca, una persona scomparsa nel 2017».
«Tutt’ora non è stato confermato e resta la possibilità che si tratti di mio zio. È stato rinvenuto a circa 4 km dalla struttura dove era ricoverato».
«È plausibile che possa essersi incamminato lungo la ferrovia, al di là, ed essere uscito lì per addentrarsi nelle campagne, tentando di rientrare a Florinas».
«Adesso bisogna attendere per ricevere tutte le informazioni utili sul caso, nella speranza di ottenere una risposta quanto prima».
«Nel prossimo periodo dovranno essere effettuate le analisi del DNA su mio cugino, figlio di Giovanni Pittui».
«Questo avverrà congiuntamente ai parenti del signor Manca, che da anni attendono di sapere la verità su quanto accaduto ormai otto anni fa», conclude.
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