26 Nov, 2025 - 15:55

Università e caro-affitti: perché gli studenti fuori sede lasciano le grandi città

In collaborazione con
Samuel Kris Chinapah
Università e caro-affitti: perché gli studenti fuori sede lasciano le grandi città

Stai pensando di trasferirti in città per studiare? Attenzione: affittare una stanza singola nelle grandi città universitaria è diventato un’impresa. L’aumento delle tariffe e la carenza di posti letto pubblici rischiano di trasformare il diritto allo studio in un lusso.

Nel 2025 una stanza singola a Milano può arrivare a costare 732 euro al mese, la cifra più alta in Italia per studenti. A Bologna si registrano circa 632 euro/mese, a Firenze 606,a Roma 580. A livello nazionale, gli affitti per studenti risultano in aumento dell’8,5% medio annuo nel 2025, con picchi oltre il 10% in alcune regioni.

Fuori sede: tra poca offerta e costi elevati

La domanda di alloggi per studenti resta alta, ma l’offerta pubblica è insufficiente: basti pensare che per quasi 900.000 studenti fuori sede esistono meno di 50.000 posti letto riconosciuti. In molte città il peso dell’affitto sul bilancio studentesco cresce: lo stipendio medio o l’aiuto economico spesso non bastano, aggravando il rischio di abbandono o spostamento dello studio verso città più economiche o verso formazione online.

Quali conseguenze per l’università e per lo studio

Il caro-affitti sta modificando quindi il modo in cui gli studenti scelgono l’università. Sempre più giovani, infatti, si orientano verso atenei situati in città meno costose, rinunciando talvolta a sedi considerate più prestigiose ma economicamente proibitive.

La questione economica sta inoltre accentuando i segnali di eclusione sociale: chi proviene da famiglie con risorse limitate rischia di trovarsi tagliato fuori da alcune opportunità formative, con impatto diretto sull’equità del diritto allo studio.

Di fronte a questo scenario, la pressione sugli atenei e sulle amministrazioni locali aumenta. Università e istituzioni territoriali sono chiamate a collaborare per ampliare l’offerta di alloggi accessibili, attivare nuove residenze e promuovere politiche abitative che rendano possibile a tutti, e non solo ad un'élite che può permetterselo, di studiare dove desidera.

Verso soluzioni: il ruolo decisivo delle università

È chiaro che davanti a un’emergenza che rischia di limitare il diritto allo studio, le università non possono restare spettatrici. È proprio dalla collaborazione degli atenei che collaborano con enti publici e privati che possono emergere contromisure interessanti come l'ampliamento dei posti letto, il sostegno per contratti agevolati e la promozione di soluzioni abitative alternative, anche fuori dai centri urbani più costosi ma ben collegati.

Allo stesso tempo, è fondamentale che gli istituti informino in modo trasparente gli studenti e le famiglie sulle reali condizioni del mercato immobiliare, offrendo strumenti e orientamento per affrontare la scelta dell’alloggio senza sorprese.

Se il caro-affitti è una sfida complessa, è altrettanto vero che può trasformarsi in un’occasione: spingere università e territorio a ripensare l’ecosistema studentesco, creando un ambiente più accessibile, più equo e finalmente all’altezza delle esigenze della nuova generazione di studenti.

A cura di Samuel Kris Chinapah

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