Sempre più studenti italiani stanno vivendo una doppia quotidianità: lezioni al mattino, lavoro nel pomeriggio o la sera. È una scelta spesso obbligata dal costo della vita, ma anche una strategia per entrare nel mondo del lavoro prima della laurea. Il fenomeno degli studenti-lavoratori non è nuovo, ma nel 2025 ha raggiunto numeri tali da influenzare il modo in cui gli atenei progettano didattica, orari e servizi.
Negli ultimi anni, il cuore del problema è diventato economico. Il caro-affitti, gli aumenti del trasporto pubblico e il costo generale della vita hanno spinto molti studenti a cercare un’entrata fissa.
A questo si aggiunge un cambiamento culturale: sempre più giovani vogliono accumulare competenze pratiche mentre studiano, convinti che l’esperienza valga quanto - e avolte più - della formazione teorica. Il risultato è una generazione che non vive più l’università come tempo “esclusivo”. Studio e lavoro si sovrappongono, con implicazioni significative sulla qualità della formazione e sul benessere psicofisico.
Conciliando due impegni complessi, molti studenti vivono giornate serrate. Le ore disponibili per lo studio diminuiscono, e gestire sessioni d’esame, turni, progetti e scadenze può diventare un equilibrio delicato. A risentirne è spesso il rendimento, ma anche la salute mentale: stanchezza cronica e stress sono tra i segnali più ricorrenti.
Eppure non mancano i lati positivi. Chi studia e lavora sviluppa una forte autonomia, competenze professionali anticipate e capacità organizzative superiori alla media. Abituarsi presto a un contesto lavorativo può accelerare l’ingresso nel mercato del lavoro dopo la laurea.
Il crescente numero di studenti-lavoratori sta spingendo gli atenei italiani a ripensare la propria offerta formativa. Sempre più corsi includono modalità blended, con lezioni registrare, materiali consultabili online e possibilità di seguire parte dell’attività da remoto.
Molti dipartimenti stanno inoltre rivedendo orari, sessioni d’esame e possibilità di accedere a tutoraggi o sportelli supportivi anche fuori dagli orari tradizionali. Le università telematiche, come Unicusano, erano già preparate a questo scenario: flessibilità, personalizzazione e accesso ai contenuti h24 sono caratteristiche sempre più apprezzate da chi deve tenere insieme studio e lavoro.
La “doppia vita” degli studenti lavoratori non è un fenomeno marginale: è una trasformazione strutturale dell’esperienza universitaria italiana. La vera sfida per il futuro sarà trovare un equilibrio sostenibile, in cui l’accesso allo studio non venga frenato dalle difficoltà economiche, e in cui il lavoro non diventi una necessità che rallenta o compromette la formazione. Università. Istituzioni e territori dovranno collaborare per sostenere questa nuova normalità, offrendo servizi più flessibili, più inclusivi e più consapevoli della realtà che migliaia di studenti vivono ogni giorno.
A cura di Samuel Kris Chinapah
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