Da anni si ripete che i giovani non leggono più. Eppure le statistiche aggiornate raccontano una storia diversa: la Gen Z legge, eccome. Solo lo fa attraverso strumenti nuovi, formati diversi e abitudini profondamente mutate rispetto alle generazioni precedenti. Il problema, forse, non è che i giovani leggono poco, ma che non leggono come ci si aspetta.
Le ultime rilevazioni sul consumo culturale mostrano un quadro sorprendente: in Italia i giovani tra i 15 e i 24 anni rappresentano una delle fasce più attive nella letteratura. A crescere, accanto ai libri tradizionali, ci sono ebook, audiolibri, contenuti digitali brevi e piattaforme come Wattpad o Webtoon, dove milioni di ragazzi leggono storie pubblicate da autori emergenti.
Anche TikTok, con il fenomeno #BookTok, ha riacceso l’interesse per il romanzo contemporaneo, portando molti titoli in classifica grazie alla vitalità dei consigli di lettura. Le classifiche editoriali degli ultimi anni lo confermano: una parte consistente dei best seller arriva proprio da grand nati sui social.
La Gen Z alterna libri digitali, articoli brevi, newsletter, fumetti online, storie pubblicate su piattaforme collaborative e contenuti editoriali che vivono dentro gli stessi ambienti in cui si passa il resto della giornata: smartphone, social, app.La lettera diventa fluida, frammentata, spesso integrata alla dimensione social: un libro si scopre tramite un reel, un consiglio, un trend narrato in 30 secondi. Il formato tradizionale non scompare, ma entra in un dialogo con un ecosistema digitale che moltiplica i punti d?accesso alla cultura.
L’idea che le nuove generazioni non leggano nasce da un equivoco culturale: si misura la lettura solo in termini di libri cartacei. Ma oggi leggere significa anche ascoltare un audiolibro mentre si viaggia, seguire una newsletter di approfondimento, leggere un romanzo seriale su un’app, scoprire un autore grazie a un post virale.
Il vero nodo non è stabilire quale sia il “modo giusto” di leggere, ma riconoscere che la lettura si sta evolvendo insieme alle tecnologie e ai comportamenti. Se la carta rimane un riferimento importante, il digitale sta ampliando il pubblico e portando alla lettura ragazzi che, con i canali tradizionali, non percepiscono familiarità. La generazione che molti considerano “distratta” sta invece dimostrando che la curiosità non è mai stata così alta: solo che oggi passa anche attraverso uno schermo.
A cura di Samuel Kris Chinapah
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