Finalmente in possesso dell'oggetto del desiderio vaga senza meta tra le montagne e sembra molto sicuro di sé. A corto di soldi si stabilisce in un piccolo albergo di paese e qui inizia a costruire la sua nuova identità. È un regista e sta girando un film, ma non sa di preciso su cosa. Filmando un dialogo assurdo che recita in coppia con la giacca incriminata, arriverà a partorire l’idea: eliminare qualsiasi altra giacca dalla faccia della terra. Offensivo anche solo vedere qualcun altro indossare soprabiti! Con gentile determinazione chiede agli abitanti del borgo di togliersi la giacca. È disposto anche a pagare. E se si rifiutassero? Utilizzare ogni mezzo necessario a perseguire lo scopo non lo spaventa.
Non solo è perdutamente innamorato di quel blouson che orienta le sue stesse decisioni, ma è disposto letteralmente a fare di tutto per esso, perfino una strage. Niente finzione cinematografica, un vero massacro.
Ad aiutarlo nel rocambolesco progetto da cineasta c’è Denise, giovane montatrice amatoriale relegata dietro il bancone di un bar, che ammaliata dal lavoro di quell’insolito individuo decide di far parte del suo progetto.
Doppia pelle è una commedia dell’assurdo, dove il surreale e il reale si scontrano nella contrapposizione tra un protagonista esilarante ma dissennato e la dura concretezza della provincia, immersa nel verde stinto delle campagne francesi di Dupieux. Per la prima volta il suo cinema arriva anche in Italia, in tempi di pandemia debutta in streaming, ma è già qualcosa. Dujardin, in coppia con Adèle Haenel nel ruolo di Denise, è quasi ipnotico, avvolto nelle spire di una lucida follia pronta a esplodere da un momento all’altro e a prendere la deriva omicida. Una black comedy grottesca e strampalata con commistioni crime e horror, per una piacevole ora e un quarto di puro no sense, senza rinunciare a interessanti spunti di riflessioni e molteplici chiavi di lettura.
Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.
I campi obbligatori sono contrassegnati con *