Risale all'8 agosto 1956 il disastro di Marcinelle: nella miniera di Bois du Canazier, in Belgio, un incendio riempie di fumo l'impianto sotterraneo, provocando la morte di 262 persone sulle 275 presenti: 136 sono immigrati italiani. Nel giorno della commemorazione anche il messaggio di Mattarella.
Sono le 8.10 di mattina di un 8 agosto. È il 1956. A Marcinelle, in Belgio, un incendio colpisce la miniera di Bois du Canazier, dove 275 minatori sono al lavoro per estrarre il carbone a quasi un chilometro sotto terra. Stando ad alcune indagini successive, all'origine del rogo ci sarebbe un carrello, di quelli usati dai lavoratori per trasportare il carbone: l'attrezzo, rimasto bloccato in un montacarichi per via di un malinteso, avrebbe causato la rottura di un condotto di olio sotto pressione e di alcuni cavi elettrici, provocando l'incendio. A perdere la vita tra le fiamme sono 262 persone, di cui 136 immigrati italiani. Nella miniera non ci sono infatti uscite di sicurezza e i lavoratori vengono soffocati dall'ossido di carbonio. I superstiti sono solo 13 e i primi soccorsi riescono ad entrare nel luogo della strage 15 giorni dopo. Mentre una fumata nera e acre continua a sollevarsi dal sito, uno dei soccorritori torna dalle viscere della miniera e lancia uno straziante grido: "Tutti cadaveri".
Dal disastro di Marcinelle sono ormai passati 66 anni. Nel giorno del ricordo arriva anche il messaggio del Presidente della Republica, Sergio Mattarella:
Al Bois du Cazier di Marcinelle, intanto, la commemorazione negli spazi della miniera di carbone, diventata patrimonio dell'Unesco proprio in ricordo della tragedia. A dare il via alla cerimonia, la lettura dei nomi delle vittime e i 262 rintocchi di campana. Tra i presenti anche il segretario del Pd Enrico Letta, che aveva annunciato la sua visita su Twitter con queste parole:
Con lui anche l'ambasciatore italiano in Belgio Francesco Genuardi, i familiari delle vittime di Marcinelle, una delegazione di lavoratori venuti dall'Italia e impegnati in altre miniere del Belgio, una delegazione degli Alpini e, per la prima volta dopo diversi anni, un gruppo di studenti del liceo romano Francesco Vivona. Mentre, nella nota, Mattarella prosegue:
Tra il 1946 e il 1956 erano stati in circa 140mila gli italiani ad emigrare per lavorare nelle miniere belghe. Era il prezzo di un accordo siglato tra i due Paesi: l'Italia avrebbe dato al Belgio 2mila uomini a settimana e, in cambio di manodopera, avrebbe ricevuto 200 chilogrammi di carbone al giorno per ogni minatore. Questo il gigantesco baratto, costato alla fine molto di più.