Anna Maria Bernini, chi è il capogruppo di Forza Italia al Senato della Repubblica.
Nata a Bologna il 17 agosto 1965, la senatrice è nota nella politica italiana per aver ricoperto degli incarichi di notevole rilevanza.
Anna Maria Bernini, è figlia del giurista Giorgio Bernini, la cui carriera si è distinta per aver ricoperto un ruolo predominante nel settore degli arbitrati internazionali e nell'ambito del diritto alla concorrenza.
Fin da ragazza, la Bernini coltiva la sua passione innata per la politica, dedicandosi allo studio del diritto.
Nel 1991, consegue la laurea con lode in giurisprudenza all’Università degli studi di Bologna, e, successivamente, completa la sua formazione giuridica partecipando a diversi programmi di studio all’estero, presso la University of Michigan Law School, la International Chamber of Commerce (ICC) di Parigi, la London Court of International Arbitration (LCIA), il Queen Mary College, il Chartered Institute of Arbitrators di Londra, l’Institut du Droit et des Pratiques des Affaires Internationales de la Chambre de Commerce Internationale e l’American Arbitration Association (AAA).
Dal 1995 entra a far parte dell’Albo degli Avvocati presso la Corte di Appello di Bologna e nei successivi 10 anni ricopre il ruolo di docente di Diritto dell’Arbitrato Interno e Internazionale e delle procedure alternative, presso la Facoltà di Economia dell’Università di Bologna.
In qualità di docente e relatore partecipa a numerosi congressi e seminari in tema di arbitrato in generale, e di arbitrato ed appalti pubblici, privatizzazione e deregolamentazione nel comparto pubblico dell’economia, internazionalizzazione dell’impresa, organizzati, a scopo promozionale e divulgativo, da Ordini e Collegi professionali, Camere di Commercio, nonché Camere arbitrali.
Nel corso degli anni, accanto all’attività accademica non trascura la professione forense, esercitata presso lo Studio Bernini fin dal 1995, sia in sede giudiziale che in sede stragiudiziale, anche in lingua inglese e francese.
Al contempo, è autrice di numerose pubblicazioni e di una decina di monografie, principalmente in tema di arbitrato, conciliazione, metodi extragiudiziali di composizione dei conflitti, diritto costituzionale e delle telecomunicazioni, contratti della Pubblica Amministrazione, privatizzazione e deregolamentazione, sistemi partitici, riforme costituzionali e federalismo.
Il vasto bagaglio culturale, accademico e professionale la porta ad avvicinarsi all’ambito politico in cui ricopre ruoli di primo piano.
Nel contesto politico italiano, viene eletta per la prima volta il 22 aprile 2008 con il Popolo della libertà.
Successivamente, dal 28 luglio al 16 novembre del 2011 ricopre la carica di Ministro per le Politiche dell’Unione Europea.
Nella vigente Legislatura XVIII, Anna Maria Bernini è stata eletta all’unanimità dagli altri Senatori, Presidente del Gruppo Parlamentare di Forza Italia del Senato della Repubblica, incarico che tutt’ora ricopre.
Il suo impegno politico istituzionale si incentra sulle riforme elettorali, costituzionali e del sistema giustizia, la riqualificazione delle politiche di Welfare, con particolare attenzione al mondo e alle prospettive delle piccole e medie imprese.
All’interno del quadro politico, emerge come uno degli esponenti liberali più significativi ed influenti nell’alveo del conservatorismo italiano, per l’attenzione che al tema dei diritti civili, alle sue proposte di riforma fiscale, al garantismo in ambito giudiziario e al forte impegno legislativo a favore dei giovani meritevoli.
Attualmente, con la vittoria dello schieramento di centrodestra alle recenti elezioni politiche del 25 settembre, la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, sta già stilando la probabile lista dei ministri che faranno parte del Governo che probabilmente guiderà.
Tra questi, circolano le voci che punterebbero su almeno 14 esponenti del suo partito, tra cui, Anna Maria Bernini che potrebbe entrare a far parte della prossima squadra di Governo, in qualità di Ministro dell’Istruzione.
Per avere delle conferme bisognerà attendere settimane, nel corso delle quali, le nuove Camere dovranno, innanzitutto, riunirsi entro 20 giorni dal voto.