Da zavorra di nome Alitalia, ad asset in vendita come Ita. La travagliata storia della martoriata (ex) compagnia di bandiera italiana potrebbe arrivare a una svolta.
Lo scorso 21 dicembre, il Consiglio dei ministri ha approvato il dl Milleproroghe e, su proposta del Ministro dell’economia e delle finanze Giancarlo Giorgetti, ha approvato un decreto del Presidente del Consiglio dei ministri relativo alle modalità di alienazione della partecipazione del Ministero dell’economia e delle finanze in Ita. Da sottolineare come il provvedimento, allo scopo di velocizzare la cessione, elimina il vincolo per il Tesoro di cedere la maggioranza della società. Decisa inoltre la proroga dell'amministrazione straordinaria dell'ex Alitalia per un anno, fino al 31 dicembre 2023. Nel frattempo, anche la Corte dei Conti ha espresso parere favorevole alla cessione. La vendita di Ita può finalmente decollare.
Secondo Claudio Tarlazzi, segretario generale di Uiltrasporti, "dal punto di vista industriale era migliore il progetto Msc":
Sebbene la speranza dell'esecutivo sia quella di concludere la compravendita per fine anno, la possibilità che una acquisizione del genere riesca a materializzarsi sono davvero poche. Tuttavia, per Tarlazzi è possibile trarre un quadro positivo se si dovesse arrivare ad un accordo in primavera. Di certo, per il segretario di Uiltrasporti c'è una priorità
Per il vicepresidente della Camera dei deputati Fabio Rampelli di Fratelli d’Italia però l'idea giusta sarebbe quella di creare un'alleanza, una partnership e non una vendita di Ita: "Occorre anche contrastare una tendenza riaffiorante ad abbandonare l’idea di far rinascere il terzo polo nel trasporto aereo europeo per svendere Alitalia a Lufthansa".
Eppure, secondo quanto contenuto nel Dpcm e ricostruito dal Corriere della Sera, Lufthansa ha fatto sapere di voler rilevare il 40% di Ita per poi salire al 100%. Ma il problema principale stava nel precedente decreto che stabiliva per il Mef il mantenimento di "una partecipazione di minoranza, non di controllo". Il nuovo dpcm rimuove questo aspetto e consente l’ingresso in minoranza. Il tutto tramite l’aumento di capitale riservato al nuovo socio. Lufthansa, che avrebbe gradito la soluzione, potrebbe ritrovarsi a sborsare "solo" 230-240 milioni di euro. La storia di Ita sembra essere ancora abbastanza ingarbugliata quindi, fra la necessità di monetizzare e l'interesse nazionale.
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