Daniel Ellsberg, la talpa dei Pentagon Papers, è malato di cancro terminale. L’annuncio arriva direttamente dall’ex analista militare statunitense tramite il suo profilo Facebook. Ellsberg ha 91 anni e gli è stato diagnosticato un tumore al pancreas inoperabile. Ha scelto di non sottoporsi alla chemioterapia e secondo i medici gli restano dai tre ai sei mesi di vita.
Figlio di ebrei ashkenazi convertiti al cristianesimo scientista, si è laureato con lode ad Harvard. Nel 1964 divenne uno dei "geniacci del Pentagono" (i brillanti giovani reclutati da Robert McNamara, segretario della difesa dal 1961 al 1968). Dal 1966 fu in servizio in Vietnam come assistente del gruppo contro insurrezionale guidato da Edward Lansdale. Inizialmente sostenitore della guerra in Vietnam, ne divenne oppositore per i danni arrecati alla popolazione civile, di cui si sentiva corresponsabile con il suo silenzio.
Mentre lavorava alla RAND Corporation, dall'ottobre del 1969, per contribuire a un archivio commissionato da McNamara nel 1967, cominciò a fotocopiare un dossier di 7000 pagine coperto da segreto di Stato, che rivelava le strategie del governo americano in merito alla guerra in Vietnam. Nel 1971 consegnò questo materiale al The New York Times sotto il nome di Pentagon Papers, dando vita a una controversia politica nazionale.
La pubblicazione di estratti del documento da parte del quotidiano sfociò in un'ingiunzione richiesta dal presidente Nixon, tesa a bloccarne le pubblicazioni. Nel frattempo, il The Washington Post cominciò a sua volta a riportare i contenuti del documento e la vicenda finì in Corte suprema, dove venne bloccata l'ingiunzione e ribadito il diritto alla libertà di stampa. Accusato di spionaggio nel gennaio 1973 dall'amministrazione Nixon, le accuse furono respinte dal giudice nel maggio dello stesso anno.
Come economista, ha dato un notevole contributo alla teoria delle decisioni con il paradosso di Ellsberg. Attivista liberal, membro della Campaign for Peace and Democracy, nel 2006 ha ottenuto il Right Livelihood Award per la pace, mentre negli ultimi tempi ha espresso posizioni in favore di WikiLeaks e a sostegno di Julian Assange.
Nel giugno 1967 il segretario alla difesa Robert McNamara commissionò uno studio confidenziale sulla storia della guerra del Vietnam, a cui collaborarono tra gli altri l'assistente del segretario alla difesa John T. McNaughton, Morton H. Halperin, Leslie H. Gelb e per alcuni mesi Daniel Ellsberg, che lavorava alla RAND Corporation, una società specializzata in analisi delle politiche pubbliche.
Lo studio, dal nome US-Vietnam Relations, 1945-1967: History of US Decision Making Process on Vietnam Policy, rimase segreto, tanto che neanche l'allora presidente Johnson ne fu a conoscenza prima della pubblicazione. Dall'ottobre del 1969 Ellsberg e il ricercatore Anthony Russo cominciarono a copiare i documenti con l'intenzione di diffonderli per rivelare le menzogne e gli omicidi di massa commessi nella guerra del Vietnam, nel sud-est asiatico, nei 23 anni presi in esame dallo studio.
Nel febbraio 1971 Ellsberg consegnò le carte a Neil Sheehan del New York Times, che cominciò la pubblicazione il 13 giugno dello stesso anno, per un totale di 134 documenti. Un sondaggio d'opinione fatto nel marzo 1971, indicava che la fiducia dell'opinione pubblica nei confronti dell'operato del presidente Richard Nixon era diminuita del 50%, perché il pubblico americano pensava che la guerra del Vietnam fosse "moralmente ingiustificabile". Il presidente in carica Nixon, quando seppe della pubblicazione dei Pentagon Papers, andò su tutte le furie, perché pensava che la loro pubblicazione, anche se si riferivano all'amministrazione Johnson, avrebbe ulteriormente danneggiato la fiducia pubblica nella sua leadership.
Nixon mandò un'ingiunzione per bloccare la pubblicazione dei documenti, ma il 18 giugno 1971 fu il Washington Post, ottenuti da Ellsberg, a iniziare la pubblicazione. Il New York Times e il Post portarono il caso alla Corte suprema che il 30 giugno annullò l'ingiunzione per violazione del primo emendamento, dichiarandosi a favore (6 a 3) della libertà di stampa.
Nixon non contento, ordinò un'indagine su Ellsberg e nominò Egil Krogh e David Young, soprannominati scherzosamente gli "idraulici" (plumbers), per "bloccare" la fuga di notizie. Il consigliere particolare di Nixon, Charles W. Colson, estese il gruppo di "idraulici" a persone di agenzie investigative con E. Howard Hunt, già agente della CIA, e Gordon Liddy, un ex agente dell'FBI. Naturalmente nei controlli era compresa anche la sede del Comitato Nazionale Democratico, che si trovava nell'edificio del Watergate. Questi controlli illegali porteranno nel 1972 allo scandalo Watergate e all'impeachment di Nixon, fino alle sue dimissioni nel 1974.
Nel giugno 2011 i documenti che costituiscono i Pentagon Papers sono stati declassificati e resi pubblici. L'intera vicenda della pubblicazione delle carte divenne anche un film, 'The Post' (2017), diretto da Steven Spielberg con protagonisti Meryl Streep e Tom Hanks.