Il Cimitero dei Feti che si trova al Flaminio a Roma è diventato un campo di battaglia tra il Garante privacy e AMA e Roma Capitale. Secondo quanto è emerso sul web, i due enti sarebbero stati sanzionati per diffusione illecita di dati e violazione di privacy. La vicenda risale all'ottobre 2020.
Il Garante Privacy ha sanzionato per 176mila euro Roma Capitale e per 239mila euro Ama, società a cui è affidata la gestione dei servizi cimiteriali. Tali multe sono stati disposta per aver diffuso i dati delle donne che avevano vissuto un'interruzione di gravidanza con tanto di indicazione su delle targhette apposite presenti sulle sepolture dei feti presso il Cimitero dei Feti Flaminio. Già in passato era stata ammonita la Asl Roma 1.
Il Garante non solo ha applicato la sanzione a Roma Capitale e Ama, ma ha ordinato all'Azienda sanitaria di non condividere più le generalità sulle autorizzazioni al trasporto e alla sepoltura e sui certificati medico legali.
Tale provvedimento da parte del Garante della privacy rimanda a due reati: diffusione illecita di dati e violazione privacy. Infatti, secondo l'istruttoria del Garante sarebbe avvenuta una comunicazione di dati effettuata in violazione del principio di minimizzazione. La disciplina di riferimento riporta che i «prodotti del concepimento» con un'età minore alle 20 settimane possono essere sepolti solo se viene fatta richiesta da parte dei genitori, mentre la sepoltura è sempre prevista per i «nati morti». Per i cosiddetti «prodotti abortivi» viene disposta una sepoltura da parte della struttura sanitaria dopo un giorno intero anche se i genitori non hanno fatto la richiesta.
Ad ottobre 2020 era stato ammonita la Asl Roma 1 per aver diffuso ai servizi cimiteriali la documentazione con i dati relativi alle donne. Successivamente, le informazioni erano state trasmesse nei registri cimiteriali e a causa di tale procedimento, è stata resa disponibile a tutti la possibilità di ottenere notizie inerenti all'elenco di chi aveva effettivamente portato avanti un'interruzione di gravidanza in tutte le strutture ospedaliere del territorio e sulle croci.
In realtà, però, la normativa specifica prevede che sulla targhetta devono risultare soltanto le informazioni relative al defunto ed è per questo che non dovrebbe trapelare nessuna notizia legata alle donne che hanno interrotto la gravidanza e qualora accadesse ne viene meno la privacy.
A seguito dell'episodio avvenuto all'Asl Roma 1 ad ottobre 2020, l'assessora delle Pari Opportunità Monica Lucarelli aveva dichiarato che venisse impedito un altro evento del genere, affermando:
Dato che la legge sull'aborto è uno degli argomenti più rilevanti in Italia, Tag24.it in occasione dell'evento Donne D'amore che si è tenuto in Campidoglio ha intervistato l'Onorevole Simonetta Matone che ha dichiarato al riguardo: "Voglio rassicurare tutti che non c’è alcuna possibilità che si intervenga legislativamente impedendolo, ma stiamo portando avanti una riflessione sull’importanza di far nascere i bambini. C’è una riflessione sull’importanza di far nascere i bambini, evitare l’aborto ed aiutare la maternità. Questo è ben diverso dal vietare l’aborto". Allo stesso modo si è esposta in passato Giorgia Meloni.