Il Trattamento di Fine Rapporto, noto anche come Tfr, rappresenta una forma di risparmio accumulato per ogni dipendente durante il periodo lavorativo. Si materializza come un debito che il datore di lavoro ha nei confronti del dipendente e diventa esigibile al termine del rapporto lavorativo. Ma cosa succede se il Tfr non viene pagato dal datore di lavoro? Ecco cosa si può fare.
La richiesta di erogazione del Tfr può essere avanzata non appena si conclude il rapporto di lavoro. Tuttavia, in circostanze specifiche delineate nell’articolo 2120 del Codice Civile, può esserci la possibilità di ottenere un'anticipazione, che non può comunque eccedere il 70% del totale maturato.
Dopo la conclusione del rapporto di lavoro, ogni lavoratore si aspetta di ricevere l'importo del Tfr. Ma, cosa accade se il datore di lavoro ritarda o si rifiuta di erogare questa somma? Ci sono misure che il lavoratore può adottare per tutelare i propri diritti.
Se il Tfr non viene erogato, è fondamentale iniziare inviando una diffida scritta al datore di lavoro, esigendo la liquidazione delle somme dovute. Se la diffida non sortisce effetto, il lavoratore può intraprendere un'azione giudiziale di recupero credito con l'ausilio di un legale. L'obiettivo è ottenere un decreto ingiuntivo, che ordini al datore di lavoro di liquidare l'importo del Tfr e, eventualmente, le spese legali sostenute.
Un decreto ingiuntivo può diventare uno strumento esecutivo, permettendo al lavoratore di pignorare beni del datore di lavoro per recuperare il credito. Se il lavoratore non è a conoscenza delle proprietà del datore di lavoro, esistono strumenti telematici per identificare possibili beni da pignorare.
Se la situazione del datore di lavoro è particolarmente critica, come in caso di fallimento, il lavoratore ha ancora diritti sul Tfr maturato. In questi casi, è possibile rivolgersi al Fondo di garanzia Inps per ottenere quanto dovuto. Ne parleremo a breve.
Alla conclusione del rapporto lavorativo, al lavoratore spettano diverse voci di credito, tra cui il Tfr, le ferie e i permessi non goduti, le mensilità aggiuntive e altre indennità. La tempistica di pagamento di questi importi può variare, ma in generale, ogni ritardo nell'erogazione del Tfr comporta l'aggiunta di interessi e rivalutazione monetaria.
Un aspetto fondamentale da tenere a mente è la prescrizione quinquennale prevista dall'articolo 2948 del Codice Civile per le indennità legate alla cessazione del rapporto lavorativo, inclusi i Tfr. La prescrizione inizia a decorrere dalla data di cessazione del rapporto di lavoro, quindi è essenziale agire tempestivamente.
Prima di intraprendere qualsiasi azione legale, è fondamentale tentare un approccio conciliante. Il lavoratore può avviare una comunicazione informale con il datore di lavoro, magari attraverso l'ufficio risorse umane, per chiedere delucidazioni sul mancato pagamento.
Se l'approccio informale non dà risultati, si può passare a una richiesta formale tramite una lettera raccomandata o tramite PEC. Questa comunicazione dovrà evidenziare l'insoddisfazione del lavoratore e chiedere il pagamento del Tfr.
Un altro passo fondamentale prima di avviare azioni legali è tentare la mediazione. La mediazione è un procedimento stragiudiziale che mira a risolvere le controversie tra le parti. In questo caso, un mediatore neutrale aiuterà datore di lavoro e dipendente a trovare una soluzione comune.
Se le azioni informali e formali non hanno esito, è il momento di consultare un professionista.
Il sindacato può offrire supporto e consulenza al lavoratore, fungendo da intermediario tra quest'ultimo e l'azienda.
Un avvocato può assistere il dipendente in ogni fase del procedimento, dalla richiesta di pagamento alla procedura giudiziale.
Se tutte le azioni bonarie falliscono, il lavoratore può avviare un ricorso per ingiunzione. Questo strumento legale consente di chiedere al giudice di emettere un ordine di pagamento. Il datore di lavoro avrà un termine per effettuare il pagamento o presentare opposizione.
Se il datore di lavoro non paga entro i termini stabiliti, il lavoratore può avviare un'esecuzione forzata, cercando di ottenere il pagamento attraverso il pignoramento di beni o conti correnti dell'azienda.
In casi estremi, se il recupero del credito si rivela impossibile, il dipendente può proporre l'istanza di liquidazione giudiziale dell'azienda, al fine di liquidare i beni della stessa e ottenere il pagamento.
Il lavoratore può segnalare la situazione all'Ispettorato Territoriale del Lavoro, che potrà effettuare controlli e, eventualmente, promuovere tentativi di conciliazione.
Se il problema persiste, il lavoratore può presentare ricorso al giudice del lavoro, seguendo la procedura prevista dalla legge.
Il Fondo di Garanzia gestito dall'Inps rappresenta una sicurezza per quei lavoratori che si trovano di fronte a datori di lavoro insolventi o in fallimento. Questo fondo è stato istituito con l'obiettivo di assicurare il pagamento del Trattamento di Fine Rapporto e, in alcune circostanze, delle ultime tre mensilità di stipendio, quando il datore di lavoro non è in grado di adempiere a questi obblighi.
Esistono circostanze specifiche in cui l'Inps interviene per corrispondere il Tfr:
Ci sono alcuni criteri che i lavoratori e altre figure devono soddisfare per accedere a questo fondo:
Per accedere al Fondo di Garanzia, è essenziale presentare documenti specifici all'Inps. Questi includono:
Una volta che i lavoratori hanno esplorato tutte le opzioni per recuperare il loro TFR, possono procedere con la presentazione della domanda al Fondo di Garanzia. Questo può essere fatto:
L'Inps considererà alcuni requisiti specifici prima di intervenire:
Una volta presentata la domanda, l'Inps ha 60 giorni per valutare e rispondere. Se la domanda viene accettata, l'importo del Tfr viene trasferito direttamente al lavoratore, già al netto delle ritenute di legge.