L'allarme streptococco A a Milano sta facendo aumentare la preoccupazione, con la segnalazione di 6 decessi attribuiti al batterio.
Cosa sta accadendo? Quali sono le cause e le misure preventive necessarie per proteggere la salute?
Scendiamo nei dettagli e vediamo quanto è grave la situazione, quali precauzioni adottare e quali sono i sintomi dell'infezione da streptococco A.
La diffusione del batterio streptococco A, in Italia, soprattutto se paragonato ai periodi precedenti alla pandemia, sta iniziando davvero a preoccupare.
I casi sono aumentati e, purtroppo, anche le forme gravi. Uno studio condotto presso il Policlinico e l'Humanitas di Milano ha rivelato nuove scoperte riguardanti il batterio durante il periodo tra il 2022 e il 2023.
È stata provata una maggiore incidenza dell'infezione tra gli adulti, accompagnata da forme più severe rispetto al passato.
Nel 2023, per esempio, ci sono stati 34 casi, un numero di tre volte superiore ai periodi precedenti alla pandemia. Questo fenomeno potrebbe essere attribuito anche alle restrizioni imposte durante l'epidemia, che hanno fatto inevitabilmente diminuire la resistenza del sistema immunitario agli agenti patogeni.
Il batterio streptococco di gruppo A è spesso presente nel tratto respiratorio, soprattutto in gola, e sulla pelle umana.
Di solito causa infezioni di lieve entità, ma talvolta può essere collegato a malattie gravi e persino letali. Durante la scorsa stagione invernale, su un totale di 28 casi, 11 pazienti hanno sperimentato conseguenze potenzialmente fatali: 5 di loro sono stati salvati in terapia intensiva, mentre purtroppo 6 hanno perso la vita.
Gli streptococchi sono batteri che possono essere trovati in diverse parti del corpo umano, come pelle, mucose, intestino, bocca, collo e vagina. La maggior parte delle volte non causano problemi di salute, ma in alcune persone possono provocare malattie.
Non è ancora chiaro perché alcune persone ospitino questi batteri senza ammalarsi, mentre in altre si sviluppi la malattia.
I medici ritengono che il sistema immunitario svolga un ruolo importante in questo processo. I neonati e i bambini sono più vulnerabili poiché il loro sistema immunitario è ancora in via di sviluppo.
Gli adulti con un sistema immunitario indebolito, ad esempio a causa di stress o altre infezioni, sono anche più a rischio. Le persone immunocompromesse, i malati cronici e gli anziani sono particolarmente esposti.
Una volta contratta un'infezione da streptococco, non si diventa immuni. Ciò significa che è possibile ammalarsi nuovamente se si viene infettati nuovamente.
I sintomi di un'infezione da streptococco dipendono dal tipo di batterio coinvolto.
Nel caso dello Streptococcus pyogenes, noto come streptococco di gruppo A, i sintomi includono mal di gola, difficoltà a deglutire, febbre e, talvolta, nausea e vomito nei bambini.
Questo tipo di infezione è comune nei bambini tra i sei e i dodici anni e può causare tonsillite o faringite.
La scarlattina, una complicazione della faringite streptococcica, si manifesta con un'eruzione cutanea rossa brillante sulle pieghe delle ascelle e dell'inguine, oltre a depositi purulenti in gola, linfonodi del collo gonfi e una lingua rossa brillante (lingua a lampone). La malattia può durare circa sette giorni e poi la pelle tende a sfaldarsi.
Le infezioni da streptococco di solito vengono trattate senza ricovero ospedaliero. Se c'è febbre o mal di gola, il paziente potrà prendere farmaci antinfiammatori e antipiretici.
Gli antibiotici possono essere prescritti per combattere l'infezione da streptococco, ma non sono sempre necessari. Le infezioni lievi come la tonsillite spesso guariscono da sole senza l'uso di antibiotici.
Se viene prescritto un antibiotico, di solito è la penicillina, che può essere assunta sotto forma di compresse o tramite infusioni.
Se il paziente è allergico alla penicillina o se la penicillina non funziona, possono essere prescritti altri antibiotici come gentamicina, macrolidi o cefalosporine.
In casi di infezioni da streptococco ricorrenti, come l'angina tonsillare o le tonsilliti, può essere necessario rimuovere le tonsille attraverso un intervento chirurgico.
Se il tessuto è gravemente infetto o morto, come nella fascite necrotizzante o nella miosite, può essere necessario un intervento chirurgico per riparare il tessuto danneggiato.